
Dobbiamo sfruttare gli spazi di cambiamento per evitare che la crisi climatica diventi così grave da spingerci verso un meccanismo di rimozione collettiva.
Il presidente uscente degli Stati Uniti sovvenziona con 500 milioni il Fondo verde per il clima dell’Onu.
Forse intimorito dalle dichiarazioni del neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ritiene i cambiamenti climatici “un’invenzione dei cinesi”, e che ha dichiarato che cancellerebbe l’adesione americana all’Accordo di Parigi, il presidente uscente, Barack Obama, pochi giorni prima di lasciare la Casa Bianca, ha effettuato una nuova sovvenzione da 500 milioni di dollari al Fondo verde per il clima (Gcf) dell’Onu.
Il Fondo verde per il clima (Gcf), istituito nel 2011 durante la Conferenza mondiale dell’Onu, è un importante strumento multilaterale d’investimento per progetti a favore dei paesi in via di sviluppo che vogliano ridurre le emissioni inquinanti e contrastare i cambiamenti climatici.
Quando il Consiglio del Gcf si è riunito per la prima volta nel 2015, oltre 30 Paesi hanno promesso di donare al fondo più di 10 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti si sono impegnati a devolvere un totale di 3 miliardi nel corso di quattro anni. Il presidente eletto Trump ha però dichiarato che intende rescindere l’accordo di Parigi. Forse proprio per questo, per rispettare gli accordi presi nel corso della Cop 21, Obama ha deciso di stanziare il nuovo contributo al fondo. “L’amministrazione Obama si rifiuta di lasciare che il presidente eletto Trump e il suo staff di negazionisti climatici dettino la linea per affrontare la crisi climatica”, ha affermato Tamar Lawrence-Samuel dell’organizzazione Corporate Accountability International.
L’obiettivo del Fondo verde per il clima è quello di rendere possibile la crescita economica senza che sia dipendente dai combustibili fossili, spronando lo sviluppo di economie sostenibili e creando nuove opportunità d’investimento. “È uno strumento fondamentale che aiuta a catalizzare miliardi di dollari in investimenti pubblici e privati, nei paesi che hanno a che fare non solo con le sfide del cambiamento climatico, ma con le immense opportunità economiche che sono insite nella transizione verso un’economia a basse emissioni”, ha dichiarato un portavoce del Dipartimento di stato americano. “Ringrazio il presidente Obama per aver fatto dell’America un leader mondiale in prima linea nell’azione per il clima e per aver fatto un altro importante passo verso la realizzazione dell’impegno dell’America di donare al fondo 3 miliardi di dollari”, ha commentato il senatore democratico Jeff Merkley, membro della Commissione esteri del senato.
Obama è il presidente che ha creato il maggior numero di riserve naturali in tutta la storia degli Stati Uniti, ben 27, istituendo anche l’area marina protetta più grande al mondo. In particolare la protezione degli ecosistemi oceanici sembra quasi una missione per l’ormai ex presidente. In occasione della recente visita sull’Atollo di Midway, situato a ovest dell’arcipelago delle Hawaii, nel Pacifico, che fa parte della nuova area protetta, ha confessato il fascino che il mondo marino esercita su di lui. Egli attribuisce la sua calma peculiare al fatto di essere nato alle Hawaii, dove ha imparato ad amare la natura incontaminata e ad apprezzare l’incredibile resilienza dei mari. “Lì ho ammirato lo straordinario potere della natura di rigenerare sé stessa, a patto che noi non cerchiamo costantemente di distruggerla”.
Dobbiamo sfruttare gli spazi di cambiamento per evitare che la crisi climatica diventi così grave da spingerci verso un meccanismo di rimozione collettiva.
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