Olimpiadi Parigi 2024, chiesta la tregua olimpica per tornare allo spirito originario

La città di Parigi si prepara alle Olimpiadi, tra tregua olimpica e pericolo terrorismo. In mezzo: le proteste dei lavoratori.

  • Alle Nazioni Unite, il Cio ha invocato la “tregua olimpica” in vista dei Giochi di Parigi 2024
  • A Parigi però sale l’ansia per la minaccia di terrorismo internazionale.
  • Alcuni lavoratori irregolari hanno protestato contro la mancanza di tutele e diritti nei loro confronti

“La nostra società ha preso una spirale sempre più negativa. Non avevo mai vissuto così tanti scontri e polarizzazioni che generano guerre e violenze”. Con queste parole il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio) Thomas Bach ha aperto il suo discorso davanti all’assemblea delle Nazioni Unite in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024.

Bach, nel dipingere questo quadro desolante del mondo contemporaneo, ha invocato la “tregua olimpica”, ovvero la richiesta di sospendere i conflitti in corso in occasione dei Giochi che si terranno dal 26 luglio all’11 agosto. “Da qui possiamo mandare un messaggio univoco a tutto il mondo – ha aggiunto Bach – possiamo unirci anche in tempi di guerra. Possiamo lavorare insieme per un futuro migliore”. Parole che hanno un puro valore simbolico, ma che, da Gaza fino all’Ucraina, suonano come un disperato appello in nome del valore olimpico.

Il Presidente del Cio Thomas Bach
Il presidente del Cio Thomas Bach alle Nazioni Unite (Credits: Reuters)

Cos’è la tregua olimpica

Il concetto di tregua olimpica rimanda ai tempi dell’Antica Grecia, quando era usanza interrompere le guerre in occasione dei Giochi. A quei tempi, lo scopo era permette agli atleti delle varie città-stato in guerra tra di loro di raggiungere in modo sicuro Olimpia, dove si tenevano, appunto, le Olimpiadi.

In chiave moderna, la tregua olimpica è stata rievocata per la prima volta nel 1994, poco prima delle Olimpiadi invernali di Lillehammer, in Norvegia, quando le Nazioni Unite avevano esortato i paesi ad osservare un periodo di cessate il fuoco che precedesse di sette giorni i Giochi e poi durasse anche nei sette giorni successivi alla loro conclusione. Da allora, ogni due anni, inviti del genere vengono ripetuti, sempre con l’obiettivo di costruire un mondo più pacifico.

In questo periodo storico, con le guerre in Ucraina e in Palestina, l’appello risuona più attuale che mai, tanto che 118 paesi, inclusa la Bielorussia, hanno approvato e appoggiato l’appello di Bach.

Gli unici due paesi che si sono astenuti sono stati la Russia e la Siria. La Russia, che è accusata di aver violato il concetto di tregua olimpica, invadendo l’Ucraina solo due giorni dopo la fine dei giochi invernali di Pechino 2022, è da tempo in contrasto con il Cio, che accusa di essere ipocrita a causa della decisione di escludere i suoi atleti dalle prossime Olimpiadi. La Siria invece ha voluto richiamare l’attenzione sulle difficili condizioni in cui si trovano da anni gli atleti palestinesi.

Il pericolo terrorismo  e il piano sicurezza di Parigi

A meno di sei mesi dall’inizio dei giochi, Parigi sta affrontando diverse problematiche, che vanno dal pericolo terrorismo alle proteste dei lavoratori fino alle polemiche legate all’ambiente. La principale preoccupazione di Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, è quello legato al terrorismo. Anche se Hildago continua a ribadire che saranno giochi “sostenibili e inclusivi”, le ultime notizie di cronaca destano più di qualche preoccupazione.

Lo scorso 2 dicembre un ragazzo di 26 anni ha accoltellato, uccidendolo, un turista tedesco a Parigi, ferendo poi anche la sua fidanzata e un terzo uomo. L’uomo, noto alle autorità per il suo estremismo, era già stato fermato nel 2016 con l’accusa di star preparando un attentato. Alla polizia ha giustificato le sue gesta dicendo “di non poterne più dei musulmani che muoiono in Afghanistan e Palestina”.

Proprio per evitare che durante il periodo dei Giochi possa succedere qualcosa del genere, la polizia francese ha reso noti alcuni dettagli per garantire la sicurezza della città e delle migliaia di atleti, addetti ai lavori e turisti che arriveranno a Parigi.

Parigi verrà suddivisa in quattro aree: la prima sarà quella delle zone in cui ci saranno le gare; poi verrà creato un perimetro di protezione, chiamato “SLT” (acronimo francese per “sicurezza interna e lotta al terrorismo”). Ci sarà poi una zona in cui sarà vietato il traffico motorizzano e infine un quarto con traffico regolamentato. Soltanto le persone e i veicoli con accredito olimpico, o in possesso di biglietto, potranno accedere all’interno del perimetro organizzativo. Gli organizzatori dei giochi però non si devono soltanto preoccupare di garantire la sicurezza della città, ma anche rispondere alle accuse di sfruttamento di lavoratori irregolari.

La proteste dei lavoratori “olimpici”

Lo scorso ottobre alcuni operai che stavano lavorando alla costruzione dell’arena di Porte de la Capelle, dove si terranno le gare di ginnastica ritmica e di badminton e che è l’unica nuova struttura costruita da zero per i Giochi, hanno deciso di scioperare e occupare il cantiere. I lavoratori lamentano l’assenza di tutele e diritti nei loro confronti e in generale le pessime condizioni in cui lavorano. Gli operai, per lo più di origine subsahariana e arrivati in Francia come immigrati irregolari, sono stati assunti solo informalmente, senza un regolare contratto. Questo impedisce loro di fare domanda per ottenere i documenti, e al tempo stesso di farsi riconoscere orari, paghe e straordinari secondo la legge.

“No documenti, no Giochi olimpici”, è il motto della loro protesta. “C’è una catena di subappaltatori – ha detto un rappresentate della Confédération nationale des travailleurs-Solidarité ouvrière – e questo crea miseria e sfruttamento”.

La città di Parigi ha risposto alle proteste accogliendo i portavoce dei lavoratori e promettendo di intervenire per migliorare la situazione.

Intanto però le Olimpiadi di Parigi 2024 si avvicinano sempre di più e se in giro per il mondo atlete, atleti e tifosi aspettano con impazienza la cerimonia d’apertura, dalle parti di Parigi il sentimento che sembra prevalere è quello della preoccupazione.

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