Olimpiadi 2024 di Parigi, una promessa ecologica già infranta?

Parigi ospiterà a luglio e agosto le Olimpiadi 2024. Annunciate come attente all’ambiente e sostenibili, capiamo se lo saranno davvero.

La capitale della Francia, Parigi, ospiterà dal 26 luglio all’11 agosto 2024 la trentatreesima edizione dei Giochi olimpici. Annunciate come “il più grande evento mai organizzato in Francia”, le prossime Olimpiadi si presentano come un momento dedicato allo sport, ma non solo. Da subito, l’organizzazione ha sottolineato l’importanza che l’ambiente avrà per questa edizione. Sul sito ufficiale si legge che i giochi di Parigi saranno “inediti, perché spettacolari e sostenibili”. La sostenibilità è presentata come cuore dell’edizione 2024.

Parigi 2024
Parigi 2024 utilizzerà tante strutture già esistenti © www.paris2024.org

Nel primo anno di preparazione, l’organizzazione aveva annunciato dei giochi “positivi per il clima”. La convinzione era che Parigi 2024 potesse essere carbon neutral: le emissioni sarebbero state notevolmente ridotte e, quelle impossibili da evitare, sarebbero state compensate. Ricordiamo che i mondiali di calcio in Qatar sono stati l’ultimo grande evento sportivo annunciato carbon neutral, che si è poi rivelato essere molto inquinante.

Oggi, pochi mesi dalle Olimpiadi, il discorso del consiglio organizzativo è cambiato. In un’ottica più realistica e meno ambiziosa, i Giochi mirano ora a dimezzare le emissioni di Co2 rispetto a Rio 2016 (l’edizione di Tokyo non viene infatti considerata perché sprovvista di pubblico a causa delle restrizioni Covid-19). In altri termini, Parigi 2024 si è posta l’obiettivo di non superare 1,5 milioni di tonnellate di CO2.

Nonostante l’ambizione, l’evento ha raccolto molte critiche di esperti ed attivisti che hanno accusato le Olimpiadi parigine di non essere veramente green. L’edizione di Parigi 2024 sarà veramente eco-responsabile o rappresenterà un ulteriore caso di greenwashing?

Meno costruzioni, sobrietà e biciclette

Per raggiungere l’obiettivo di dimezzare le emissioni di CO2, l’organizzazione di Parigi 2024 ha annunciato una serie di obiettivi concreti minori da realizzare prima, durante e dopo l’evento. Tra questi, gli obiettivi legati alle costruzioni. Parigi 2024 si annuncia infatti come un’edizione che costruirà poco, utilizzando molte infrastrutture già esistenti e creandone (poche) nuove, eco-responsabili e riutilizzabili. Per costruire, l’organizzazione annuncia di aver già mobilitato diverse aziende che si basano su un’economia solidale e di aver già pensato, a partire dalla loro progettazione, una seconda vita per le infrastrutture temporanee. Parigi 2024 utilizzerà anche tante strutture già esistenti, molte di queste già costruite in ambito olimpico. Mael Besson, specialista di transizione ecologica dello sport, ex portavoce del Wwf e capo della missione sviluppo sostenibile e transizione ecologica al Ministero francese dello Sport dal 2010 al 2018, ha sostenuto infatti che certe strutture sono un’eredità dei Giochi Olimpici 2012, poi vinti da Londra e quindi non usate precedentemente a Parigi.

“C’è un altro aspetto importante da considerare”, spiega Besson. “Quelli di Parigi sono i primi Giochi Olimpici che non richiedono grandi costruzioni”. Prima di questa edizione, infatti, il comitato organizzativo obbligava sempre alla creazione di grandi luoghi di competizione che potessero ospitare tanti visitatori e che, in seguito, rimanevano vuoti. E’ il caso, per esempio, di Atene 2004. In francese queste enormi infrastrutture abbandonate si chiamano elephants blancs (elefanti bianchi). Sono edifici non riutilizzabili, in grado di ospitare un altissimo numero di persone e che, grazie a questo cambiamento organizzativo, non saranno presenti a Parigi.

Sul sito ufficiale si legge che i giochi di Parigi saranno “inediti, perché spettacolari e sostenibili” © www.paris2024.org

Un altro obiettivo di Parigi 2024 è mettere “la sobrietà al servizio dello spettacolare”. Concretamente questo punto significa che i Giochi Olimpici francesi non mirano ad essere meno spettacolari, ma ad essere spettacolari e sostenibili. L’idea è quella, per esempio, di non costruire nuove e grandi infrastrutture ma di valorizzare il patrimonio culturale della città, considerando che molte competizioni avranno luogo in pieno centro, accanto ai monumenti simbolici della capitale. Mael Besson considera questo punto molto importante: è infatti una delle prime volte che “un evento sobrio non è sinonimo di tristezza”, dice.

Un terzo obiettivo che ha riscontrato l’approvazione di una grande parte dei cittadini è la spinta all’utilizzo della bici. Il comune di Parigi ha già l’obiettivo di diventare cento per cento ciclabile e lo sta mettendo in atto tramite due progetti ciclabili (plan vélo). In vista dei Giochi, la sindaca Anne Hidalgo ha annunciato il progetto di rendere ogni sito olimpico accessibile in bicicletta. Il piano è quello di creare una rete ciclabile di sessanta chilometri che colleghi le sedi delle varie competizioni, di implementare i parcheggi delle biciclette e di aumentare Vélib (il servizio si sharing di biciclette attivo nella capitale).

L’esemplarità delle Olimpiadi: dall’hamburger vegetale alla bottiglia di plastica

Besson specifica che, nell’analisi degli obiettivi dell’organizzazione, non si può prescindere dal fattore esemplarità. Per l’esperto di transizione e sport, bisogna infatti considerare che le Olimpiadi sono un grande evento, di carattere mondiale, trasmesso in diretta tv e seguito dagli sponsor. Un’azione fatta in un grande evento ha inevitabilmente una risonanza molto ampia. Questo aspetto gioca un ruolo duplice. Da una parte promuove nuove abitudini e comportamenti, come la dieta vegetariana. L’offerta gastronomica metterà infatti l’accento sul vegetale, nonostante le proteine animali non saranno eliminate.

“L’importanza data all’alimentazione vegetariana in un contesto come quello olimpico aiuterà a normalizzare una dieta più sostenibile”.

Mael Besson

Dall’altra parte, l’effetto dimostratore può essere molto dannoso. La proposta di Parigi 2024 di non utilizzare la plastica usa e getta è già stata dimenticata. La plastica sarà quindi presente e, così, visibile in diretta tv. “L’utilizzo della plastica non ha veramente un grande impatto su un singolo evento”, spiega Besson, “ma ha un effetto dimostratore. Se permettiamo il consumo di una bottiglia in plastica, questa creerà un effetto di imitazione una volta vista alla televisione”. Per dirlo in altro modo, le immagini degli atleti che bevono dalle bottiglie usa e getta non aiuteranno a ridurre l’utilizzo della plastica.

La carta dei quindici impegni eco-responsabili

Le Olimpiadi di Parigi 2024, insieme ad altri eventi sportivi quali il Tour de France o il Roland Garros, aderiscono alla Carta dei quindici impegni eco-responsabili, un documento scritto dal ministero dello Sport insieme al Wwf (organizzazione di tutela ambientale). Questo documento serve, tramite i suoi quindici punti, a definire gli obiettivi che un evento deve raggiungere per potersi definire eco-responsabile. Gli obiettivi sono molto specifici e impediscono così a certi grandi eventi di potersi dire attenti all’ambiente facendo il minimo indispensabile.

Tra gli impegni stilati nella carta, si ricorda per esempio l’attenzione alla mobilità, che consiste nell’offrire il novanta per cento di spostamenti sostenibili (si parla per esempio di biciclette o trasporti pubblici) e della soppressione del 95 per cento dei tragitti in aereo se realizzabili in meno di cinque ore tramite altri mezzi (per esempio il treno). Un secondo impegno riguarda i rifiuti: un evento sportivo per dirsi eco-responsabile deve ridurre del novanta per cento la plastica usa e getta.

L’adesione alla carta aiuterà sicuramente Parigi 2024 ad essere più attenta all’ambiente, ma basterà per definire l’evento come eco-responsabile? Secondo Mael Besson, i Giochi olimpici “rispetteranno probabilmente molti di questi punti ma non tutti”. Uno dei problemi, spiega, sarà sicuramente il raggiungimento degli obiettivi alimentari. “La carta è ambiziosa, pochi eventi riescono a rispettare l’impegno alimentare”. Il primo punto della carta stipula, infatti, che, per essere eco-responsabile, un evento deve fornire l’ottanta per cento dell’offerta alimentare sostenibile. Concretamente significa che un evento sportivo deve fornire l’ottanta per cento di prodotti locali e di stagione, di cui almeno il trenta per cento biologici e il trenta per cento certificati. Deve anche ridurre almeno della metà l’offerta di prodotti animali e mirare ad annullare completamente lo spreco alimentare. Nonostante le Olimpiadi saranno attente alle opzioni vegetali, è quindi difficile pensare ora che riescano a soddisfare il primo punto della carta.

La (controversa) compensazione delle emissioni

Uno dei punti del progetto ambientale di Parigi 2024 si basa sulla compensazione della Co2. Georgina Grenon, direttrice dell’Eccellenza Ambientale di Parigi 2024, è la prima a parlarne.

La compensazione delle emissioni di C02 è una strategia sostenibile basata sull’idea che le emissioni prodotte possano essere per l’appunto compensate da azioni che producono una eguale quantità di riduzione di anidride carbonica. Questo concetto è spesso criticato a livello scientifico, perché induce a pensare che le emissioni prodotte possano essere annullate da altre azioni positive per l’ambiente, come la creazione di uno spazio verde in una determinata città.

“Con il concetto di compensazione si rischia di veicolare l’idea che possiamo neutralizzare le emissioni prodotte. Questo è falso. Non è un’annullamento. La compensazione consiste nella produzione di contribuzioni altre che riducono la CO2, spesso in altre zone del pianeta, ma non cancellano le emissioni già rilasciate”.

Mael Besson

La strategia dei crédits carbone è già stata accusata di essere un modo di “lavarsi la coscienza”, come dichiara la climatologa Valérie Masson-Delmotte in un’intervista a Franceinfo. La climatologa continua aggiungendo che non esiste ancora un quadro sufficientemente rigoroso per garantire la credibilità delle azioni di compensazione. Il quadro delle emissioni delle Olimpiadi è, in effetti, approssimativo, come sottolinea anche Besson. “Per il momento il bilancio carbone (bilan carbon) è previsionale”, dice. “Sono delle stime, ma ci sono ancora molte variabili”, variabili che quindi rendono difficile anticipare la compensazione che eventualmente dovrebbe essere messa in atto. A questo proposito si ricorda che la stessa Commissione europea ha approvato nel marzo del 2023 una nuova legislazione per lottare contro il greenwashing, in cui la strategia della compensazione non è vietata ma viene accettata solo se più trasparente.

Uno dei punti del progetto ambientale di Parigi 2024 si basa sulla compensazione della Co2 © www.paris2024.org

Dei giochi “meno catastrofici”

Dalle previsioni, si può concludere che le Olimpiadi di Parigi 2024 saranno effettivamente un’edizione meno inquinante delle scorse. Mael Besson spiega che il solo fatto di non costruire tante e nuove strutture comporterà una riduzione delle emissioni del circa 45 per cento. Prima però di etichettare Parigi 2024 come eco-responsabile, bisogna considerare diversi aspetti. Il primo è la questione dei trasporti. Parigi spingerà infatti all’utilizzo della bici e dei mezzi pubblici, ben sviluppati nella capitale, ma questo non impedirà ai tifosi, giocatori e tecnici stranieri di recarsi in Francia anche da molto lontano, spesso tramite aereo. “ Bisogna pensare che in generale e non solo nel caso dei Giochi Olimpici”, dice Besson, “il problema dei grandi eventi sportivi è l’ingente utilizzo dei trasporti, soprattutto aerei”. Le costruzioni sono quindi, un grande problema ma che si posiziona al secondo posto della classifica. Il maggior problema delle Olimpiadi, dato dal traffico aereo, non è stato regolato in alcun modo. Parigi 2024 sarà quindi a minor impatto ambientale, ma “i giochi olimpici restano ancora troppo grandi per i limiti planetari”, aggiunge Mael Besson.

Un secondo aspetto da considerare è che ci sono elementi su cui gli organizzatori non hanno potere. Questi sono per esempio la tipologia dei giochi (invernali o estivi), la posizione della location dei giochi o la presenza di trasporti comuni. Nel caso di Parigi, gli organizzatori sono stati, per dirlo diversamente, fortunati: i giochi che ospiterà la Francia sono estivi, meno inquinanti di quelli invernali, localizzati nella capitale francese, ben collegata sia internamente sia a livello internazionale. Questi elementi hanno aiutato l’organizzazione a tenere sotto controllo le emissioni: è un elemento importante da ricordare nel momento in cui si paragona questa edizione ad altre precedenti o future.

Per concludere, si può quindi dire che i giochi di Parigi 2024 sono effettivamente più attenti all’ambiente rispetto ai precedenti, ma non possono essere definiti ecologici. Le Olimpiadi sono un evento internazionale, con un rilascio di emissioni enorme, non sostenibile per il pianeta. La diminuzione delle emissioni del cinquanta per cento (se Parigi riuscirà effettivamente a rispettare l’obiettivo fissato) è un inizio. “Nel futuro queste emissioni devono continuare a scendere”, dice Besson, “perché non sono più sostenibili”. Per fare ciò, l’esperto di transizione parla di un cambiamento vero e proprio della concezione dell’evento. “Il prossimo step è quello di ridurre i trasporti”, dice. “Bisogna ripensare i giochi e aprirsi al possibile, bisogna autorizzarsi a pensare al diverso”.

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