
Per una giornata intera Spagna e Portogallo sono rimasti al buio per via di un blackout generalizzato. L’erogazione è stata ormai ripristinata.
La polizia ha sgomberato con estrema durezza una manifestazione ecologista pacifica a Parigi. I video diffusi sul web hanno suscitato indignazione.
Parigi, venerdì 28 giugno, ponte di Sully. Alcune decine di attivisti dell’associazione Extinction Rebellion – movimento ecologista di disobbedienza civile nonviolenta nato nell’ottobre del 2018 e presente in una cinquantina di nazioni – sono sull’asfalto. Seduti, a gambe incrociate, i miltanti si tengono sottobraccio. Nella più assoluta calma. Il loro obiettivo: bloccare simbolicamente alcune strade della capitale, per sensibilizzare sulla necessità di agire contro i cambiamenti climatici.
“Cerchiamo di rendere le persone coscienti del problema”, ha spiegato Sophia Karpenko, neuroscienziata e portavoce del movimento, secondo quanto riferito dal quotidiano Le Monde. Attorno a loro ci alcuni poliziotti. In piedi, armati di bombolette, cominciano a spruzzare sui loro volti gas lacrimogeni. A un metro dal viso. C’è chi grida, chi piange, chi spiega di non riuscire a respirare: “Fate piano, lo facciamo per i vostri figli!”, prova a spiegare un militante.
Ce ne st pas des bombes d’eau pour rafraîchir les militants pacifiques venus alerter sur le climat. Ce st des bombes lacrymo. Ça ne se passe pas dans une dictature. Ça se passe en France. Avec un gvt qui jure qu’il est est 1 rempart progressiste qui veut 1 planète great again ! https://t.co/G9zrupjX4Q
— Olivier Faure (@faureolivier) 29 giugno 2019
La scena, filmata da numerosi giornalisti presenti sul posto, è stata rilanciata ovunque sui social network ed è finita su tutti i media francesi. Scatenando un’ondata di proteste per “la violenza” e la “reazione sproporzionata” da parte delle forze dell’ordine. “Sapevamo che la polizia sarebbe arrivata, ma pensavamo che avremmo avuto il tempo di discutere, di negoziare. Invece no, non ci hanno dato il tempo di dialogare: hanno scelto immediatamente la via della repressione”.
A reagire al comportamento degli agenti parigini è stata anche l’attivista svedese Greta Thunberg: “Guardate questo video e chiedetevi: chi sta difendendo chi?”. Mentre l’ex ministro e attuale direttrice di Oxfam France, Cécile Duflot, ha parlato senza mezzi termini di “maltrattamenti”. E l’associazione Extinction Rebellion ha fatto sapere di voler depositare una denuncia formale.
Watch this video and ask yourself; who is defending who?#ClimateBreakdown #EcologicalBreakdown #fridaysforfuture #ClimateStrike https://t.co/Cq0xlST6WY — Greta Thunberg (@GretaThunberg) 28 giugno 2019
L’Igpn, istituto incaricato di indagare sui comportamenti delle forze dell’ordine, ha aperto un’inchiesta. Ciò dopo che il ministro degli Interni Christophe Castaner ha chiesto al prefetto di Parigi un rapporto sulle “modalità” utilizzate durante l’evacuazione dei militanti.
Ma da alcuni esponenti del governo sono arrivate parole poco concilianti nei confronti di questi ultimi: “La missione dei poliziotti è di sgomberare questo o quel sit-in”, ha affermato il ministro della Parità tra uomini e donne, Marlène Schiappa. Mentre la portavoce dell’esecutivo Sibeth Ndiaye ha sottolineato: “La manifestazione non era autorizzata”.
Le seul gaz que le gouvernement connait c’est la lacrymo contre les jeunes qui demandent des actions contre le réchauffement climatique. En revanche contre les gaz à effet de serre :
✖️ Ratification des accords de libre échange #MERCOSUR #CETA
✖️ Loi énergie climat sans ambition https://t.co/KxziBsp9Ej— Manon Aubry (@ManonAubryFr) 29 giugno 2019
Scioccato dalle immagini, il regista e militante ecologista Cyril Dion – autore del documentario Domani – ha deciso di rifiutare il conferimento dell’Ordine al merito che gli è stato attribuito: “Come accettare di essere decorati da un governo che fa uso di una tale violenza contro una parte delle propria popolazione?”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Per una giornata intera Spagna e Portogallo sono rimasti al buio per via di un blackout generalizzato. L’erogazione è stata ormai ripristinata.
Tutta la penisola iberica, dal Portogallo al sud della Francia, è stata colpita da un blackout elettrico di cui non sono ancora note le cause.
Nell’aprile del 1975 i Khmer Rossi presero il controllo di Phnom Penh, instaurando uno dei regimi più violenti del Novecento.
Un raid ha causato 68 morti in un centro di detenzione per migranti dello Yemen. Gli Houthi accusano gli Usa, che nell’ultimo mese hanno condotto oltre 800 attacchi sul paese.
Besjana Guri e Olsi Nika hanno portato avanti la lotta contro nuove centrali idroelettriche sul fiume Vjosa, in Albania. L’hanno vinta e ora hanno ricevuto il Goldman environmental prize.
Il programma prevede il sostegno al alla popolazione di Gaza e Territori occupati attraverso l’Autorità nazionale palestinese e l’Unrwa.
Su Facebook sono circolati diversi post che incitavano alla violenza in Etiopia. Ora alcuni cittadini hanno denunciato la società Meta per la mancata moderazione.
Ursula von der Leyen annuncia un pacchetto di investimenti di 12 miliardi di euro per rafforzare la cooperazione. E intanto le cinque repubbliche ex-sovietiche si smarcano dalla Turchia sulla spinosa questione cipriota.
Una compagnia canadese ha ottenuto i permessi per estrarre uranio nei pressi di un piccolo villaggio dell’Alaska. La comunità indigena locale degli Iñupiat non ci sta.