Cooperazione internazionale

Aquarius, chiesto il sequestro della nave di Medici senza frontiere per traffico illecito di rifiuti

La procura di Catania ha chiesto il sequestro della Aquarius. L’accusa: rifiuti speciali trattati come normali. Medici senza frontiere: vogliono bloccarci.

Il giudice per le indagini preliminari di Catania Carlo Cannella, su richiesta del procuratore Carmelo Zuccaro, ha chiesto il sequestro della nave Aquarius, gestita dalle ong Medici senza frontiere e Sos Méditerranée, e utilizzata da anni per salvare migranti alla deriva in mare. Secondo l’accusa, le associazioni non avrebbero effettuato in modo corretto il trattamento dei rifiuti prodotti o raccolti a bordo.

Si tratterebbe in particolare di residui alimentari, abiti delle persone soccorse o strumenti sanitari utilizzati a bordo, tutti potenzialmente tossici o infetti. I magistrati inquirenti ritengono che, in tutto, un totale di 24 tonnellate di rifiuti possa essere stato fatto passare come “semplice” anziché “speciale”. Con il rischio di trasmissione e diffusione di malattie come scabbia, tubercolosi, meningite o Hiv.

Medici senza frontiere: “Decisione strumentale e sproporzionata”

“Sequestrata la nave Aquarius. Ho fatto bene a bloccare le navi delle Ong, ho fermato non solo il traffico di immigrati clandestini ma, da quanto emerge, anche quello di rifiuti tossici”, ha commentato su Twitter il ministro degli Interni Matteo Salvini. Al quale ha immediatamente replicato Medici senza frontiere, spiegando che la decisione della giustizia “ha come unico obiettivo quello di impedire le azioni umanitarie e mediche finalizzate al salvataggio di vite in mare”.

Leggi anche: Tommaso Fabbri di Medici senza frontiere: “Vi spiego come funzionano i salvataggi di migranti”

Secondo l’associazione umanitaria si tratta di una disposizione “sproporzionata e strumentale, tesa a criminalizzare per l’ennesima volta la nostra azione. La nave si trova attualmente nel porto di Marsiglia, in Francia. In due anni e mezzo di attività, ha consentito di soccorrere quasi 30mila persone, il cui 23 per cento era composto da minorenni.

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