Cop 26 del 2020 in Italia, lo chiedono gli italiani. Per un governo in prima linea contro i cambiamenti climatici

La Cop 26 in Italia. È quello che chiede la petizione online rivolta al ministro dell’Ambiente Sergio Costa. In pochi giorni sono già oltre 100mila le adesioni.

Aggiornamento 14 dicembre – Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha ufficializzato a Katowice, dove è attualmente in corso la Cop 24, la candidatura del nostro paese ad ospitare la conferenza sul clima nel 2020. È la vittoria della mobilitazione della società civile e di tutti coloro che vogliono un’Italia leader nella battaglia contro i cambiamenti climatici.


 

Il 3 dicembre, in concomitanza con l’apertura dei lavori della Cop 24, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite in corso nella città polacca di Katowice, ho lanciato la petizione #SalvailClima.

La richiesta al governo italiano è quella di impegnarsi a sostenere con forza la candidatura dell’Italia quale stato ospitante della Cop 26 del 2020, rafforzando in tal modo le proposte già avanzate e puntando a guidare una serie verifica degli impegni presi con l’Accordo di Parigi del dicembre 2015, durante la Cop 21. Una candidatura utile a rafforzare l’impegno italiano nella lotta contro i cambiamenti climatici e coniugarlo con il sostegno alle nuove tecnologie e alle azioni di comunità locali, di realtà della società civile, delle istituzioni universitarie e della parte più sensibile del mondo delle imprese.

Firma la petizione per chiedere al governo che l’Italia ospiti la Cop 26

Climate Action 100+
Gli investitori che aderiscono alla campagna Climate Action 100+ chiedono alle aziende di essere più incisive contro i cambiamenti climatici © Percy Ramírez / Oxfam

Chi vuole la Cop 26 in Italia

La risposta alla petizione è stata un successo. In soli tre giorni la petizione ha superato le 45mila adesioni dal basso, quasi spontanee. In una settimana è arrivata a oltre 100mila. Un segnale importante che dimostra quanto i cittadini siano coinvolti sul tema dei cambiamenti climatici. Per questo, come società civile, credo debba avere un posto centrale nell’azione di governo.

Il 5 dicembre ho consegnato le prime 30mila firme al ministro dell’Ambiente Sergio Costa che ha accolto con piacere l’iniziativa. E anche due ex ministri, oggi parlamentari dell’opposizione di governo, come Andrea Orlando e Stefania Prestigiacomo, hanno deciso di aderire.

Con me hanno sottoscritto il lancio della petizione anche Livia Pomodoro (presidente del Milan center for food law and policy, e già presidente Tribunale di Milano) che ha realizzato anche un dossier su come organizzare la Cop 26 “italiana”, e ancora Gianfranco Amendola (magistrato ambientalista, già capo della procura della Repubblica di Civitavecchia), Fulco Pratesi (presidente onorario del Wwf Italia), Loredana De Petris (presidente del gruppo misto al Senato della Repubblica), Franco Iseppi (presidente del Touring Club), Pinuccia Montanari (assessore alla Sostenibilità ambientale del Comune di Roma), Domenico De Masi (professore di Sociologia del lavoro) e il divulgatore scientifico Valerio Rossi Albertini (fisico del Cnr).

L’obiettivo della petizione #SalvailClima è anche quello di sollecitare il governo italiano all’adozione di misure più coraggiose per la riduzione e poi l’azzeramento delle emissioni di CO2.

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L’allarme della comunità scientifica internazionale, in questi anni, si è ulteriormente aggravato come conferma il rapporto dell’International panel on climate change (Ipcc, il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici) presentato l’8 ottobre scorso. La Cop 26 potrebbe essere quindi una delle ultime occasioni per costruire una strategia efficace e coraggiosa e contenere l’aumento della temperatura entro 1,5 gradi scongiurando conseguenze gravissime. In questa battaglia, l’Italia può raccogliere una leadership importante e fondamentale rilanciando il ruolo che abbiamo avuto nel 2006-2008 nella predisposizione della strategia 20-20-20, la prima vera azione dell’Unione europea verso la transizione energetica.

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L’Italia può dare un contributo concreto, insieme all’Unione europea, verso questo decisivo obiettivo e la Cop 26 può essere anche l’occasione per rilanciare le capacità delle imprese più innovative, delle nostre realtà della ricerca e degli enti locali per mettere al servizio della comunità internazionale competenze e best practice.

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