Prendiamoci cura del clima

Fao, cresce la fame nel mondo. Colpa di guerre e cambiamenti climatici

Il rapporto della Fao sulla sicurezza alimentare nel mondo spiega che nel 2017 si è registrato un nuovo aumento del numero di coloro che soffrono la fame.

Il mondo torna a soffrire la fame. Per il terzo anno consecutivo, il numero di malnutriti sulla Terra è risultato in aumento, raggiungendo nel 2017 quota 821 milioni di persone. Il che rappresenta il 10,9 per cento della popolazione mondiale: un dato in calo rispetto al 14,5 per cento del 2005, ma in aumento rispetto al 10,6 per cento del 2015.

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Rifugiati rohingya in fila per ottenre del cibo in Indonesia © Ulet Ifansasti/Getty Images

155 milioni di bambini non crescono come dovrebbero

A spiegarlo è un rapporto pubblicato l’11 settembre dalla Fao, intitolato “Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo”, secondo il quale “155 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni sono sotto-sviluppati (troppo bassi per la loro età), mentre 52 milioni soffrono di deperimento cronico, il che significa che il loro peso non è adeguato rispetto alla loro altezza”.

Il continente più colpito dal problema è quello africano, con quasi il 21 per cento della popolazione che risulta malnutrito. La quota scende all‘11,4 per cento in Asia, al 7 per cento in Oceania e al 6,1 per cento in America Latina e nelle nazioni caraibiche. In America del Nord e in Europa, invece, il dato non supera il 2,5 per cento: è qui che – aggiunge lo studio dell’agenzia delle Nazioni Unite – si concentra al contrario la maggior parte dei “circa 41 milioni di bambini che risultano in sovrappeso”.

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Famiglie vittime di inondazioni chiedono aiuto in Pakistan © Paula Bronstein/Getty Images

Guerre e cambiamenti climatici le prime cause della fame nel mondo

A mantenere alta la percentuale di coloro che soffrono la fame nel mondo sono numerosi fattori. Incidono ad esempio i mutamenti nelle abitudini alimentari. E sono ancora presenti le conseguenze della crisi economica che negli ultimi anni ha colpito una parte importante del pianeta. Ma le cause principali rimangono le guerre e i cambiamenti climatici. https://www.youtube.com/watch?v=P2xIzdY8ENY Non stupisce, perciò, che la nazione nella quale si registra attualmente la crisi alimentare più estesa e profonda sia lo Yemen, paese devastato da anni da una guerra particolarmente feroce. Qui, ormai, un terzo della popolazione è denutrito.

“Nel corso degli ultimi dieci anni i conflitti sono aumentati drasticamente e sono diventati più complessi e di difficile risoluzione”, hanno dichiarato nella prefazione al rapporto i responsabili della Fao, del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, dell’Unicef, del Programma alimentare mondiale e dell’Organizzazione mondiale della sanità. Un fenomeno del quale fanno le spese soprattuto i bambini.

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È in Africa che si registrano le percentuali più alte di persone malnutrite, secondo la Fao © Oli Scarff/Getty Images

Il rapporto Fao: “Enorme crescita delle catastrofi dipese dal clima”

“Si tratta – hanno aggiunto – di un campanello d’allarme che non possiamo permetterci di ignorare: non porremo fine alla fame e a tutte le forme di malnutrizione entro il 2030 se non affrontiamo tutti i fattori che minano la sicurezza alimentare e la nutrizione”. E il dito è puntato, appunto, anche vero i cambiamenti climatici.

Il rapporto spiega che essi rappresentano oggi una delle prime cause di crisi alimentari, a causa “dell’esposizione ad eventi climatici estremi più frequenti, più intensi e più complessi”. Nel corso del 2017, tali fenomeni hanno colpito un totale di 94,9 milioni di persone, costrette a ricorrere ad aiuti umanitari.

“Tra il 1986 e il 2006 abbiamo osservato una crescita enorme delle catastrofi naturali dipese dal clima, che ormai rappresentano l’80 per cento del totale dei disastri”, ha sottolineato il direttore delle emergenze della Fao, Dominique Burgeon. “Stagioni precoci o tardive, se non completamente scomparse in alcuni luoghi della Terra, provocano un impatto devastante sulle raccolte di prodotti agricoli”, ha aggiunto.

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