Secondo una ricerca, la teobromina, una sostanza chimica presente nel cioccolato fondente, potrebbe rallentare l’invecchiamento biologico.
La Monsanto dovrà versare 25,3 milioni di dollari ad un uomo che ha utilizzato per 25 anni il Roundup. “Riprovevole” il comportamento della multinazionale.
Lunedì 15 luglio, un giudice americano ha deciso di confermare la condanna per la Monsanto a pagare un pesantissimo risarcimento nei confronti di un settantenne, Edwin Hardeman, che ha utilizzato l’erbicida Roundup per trent’anni e oggi è affetto da un linfoma non Hodgkin. Benché infatti l’importo sia stato drasticamente ridotto dagli iniziali 80,8 milioni di dollari (71,8 milioni di euro) a 25,3 milioni, resta la conferma delle responsabilità in capo alla multinazionale.
Judge slashes payout in Roundup lawsuit, but calls Monsanto’s conduct “reprehensible” https://t.co/0M2ZvphCab pic.twitter.com/i29aF2VTue
— Gizmodo (@Gizmodo) 16 luglio 2019
Secondo il magistrato di San Francisco Vince Chhabria, infatti, la malattia che affligge l’uomo è legata al glifosato. La ragione dell’abbassamento dell’indennizzo, inoltre, appare soprattutto procedurale: secondo il tribunale, infatti, il montante inizialmente previsto “non è ammissibile da un punto di vista costituzionale”.
Ciò che conta è soprattutto il fatto che il giudice non ha accolto la richiesta formulata dalla Monsanto di revisione del processo. E non ha modificato il calcolo del risarcimento dovuto per le spese sanitarie sostenute da Hardeman, nonché per le perdite economiche dallo stesso patite, così come per il danno morale subito.
The judge in the first federal court trial of lawsuits by cancer victims who used Monsanto’s Roundup herbicide criticized the company’s apparent indifference to health and safety, but reduced the damage award from $80 to $25 million. https://t.co/XxQDcJoLDY
— San Francisco Chronicle (@sfchronicle) 16 luglio 2019
Hardeman ha spiegato di aver utilizzato il Roundup per più di 25 anni, al fine di diserbare la sua proprietà in California. “Sulla base delle prove emerse nel corso del processo – ha concluso Chhabria – la Monsanto merita di essere punita. Le evidenze chiariscono che l’azienda era più preoccupata dalla manipolazione dell’opinione pubblica che dal fatto di rendere sicuro il proprio prodotto”. Un comportamento giudicato “riprovevole”.
Leggi anche: Glifosato. Il rischio di linfomi cresce del 41% tra i più esposti secondo uno studio
“Per anni si è mentito sulla sicurezza del Roundup – ha commentato uno degli avvocati di Hardeman – e sono stati ostacolati tutti gli sforzi volti ad informare la popolazione sulla cancerogenicità del glifosato”. La Bayer, società oggi proprietaria della Monsanto, ha annunciato la volontà di presentare un appello. Sono tuttavia migliaia, ormai, i processi avviati negli Stati Uniti contro la multinazionale.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Secondo una ricerca, la teobromina, una sostanza chimica presente nel cioccolato fondente, potrebbe rallentare l’invecchiamento biologico.
La Monsanto dovrà risarcire un 70enne malato di linfoma. La nuova sentenza, emanata da un tribunale federale, potrebbe ora fare giurisprudenza.
Secondo un giudice federale degli Stati Uniti non è escluso il legame tra esposizione al glifosato e malattie. Una svolta in termini giudiziari.
Una lista di storie e notizie positive del 2025 che ci danno speranza perché raccontano che il cambiamento è possibile e che sta già accadendo.
La manovra all’interno della legge di bilancio prevede una riduzione del 75% delle risorse destinate al miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano.
Hyundai supporta il progetto LifeGate nella fornitura di kit che sfruttano la tecnologia FoamFlex, in grado di assorbire oli e idrocarburi .
Il Natale si avvicina, insieme alla voglia di fare un dono ai propri cari, senza alimentare il consumismo. Le proposte delle startup ci aiutano a centrare l’obiettivo.
Un’analisi allarmante del Pesticide action network Europe ha rivelato la presenza di Tfa, derivato dei Pfas, in moltissimi alimenti.
Il secondo produttore al mondo sigla una decisione storica. Ma gli allevamenti avranno tempo fino al 2034 per chiudere.
