Negli ultimi mesi in India sono stati arrestati diversi leader di opposizione, l’ultimo è Arvind Kejriwal. E anche chi protesta finisce in manette.
Glifosato, la Monsanto condannata anche da un tribunale federale americano
La Monsanto dovrà risarcire un 70enne malato di linfoma. La nuova sentenza, emanata da un tribunale federale, potrebbe ora fare giurisprudenza.
Per la Monsanto, ora della tedesca Bayer, si tratta della prima sconfitta di fronte ad un tribunale federale degli Stati Uniti. La multinazionale di proprietà del gruppo tedesco Bayer è stata condannata da un giudice di San Francisco, in California, a versare 80,8 milioni di dollari (71,8 milioni di euro) ad un cittadino oggi settantenne, Edwin Hardeman. Che ha utilizzato l’erbicida Roundup per trent’anni e oggi è affetto da un linfoma non Hodgkin.
Oltre 11mila processi contro la Monsanto sul glifosato
Il tribunale si era già pronunciato il 19 marzo, giudicando l’esposizione al glifosato (sostanza di base del prodotto della Monsanto) come “un fattore sostanziale” nell’insorgenza tumorale. La decisione di imporre un risarcimento così alto riveste grande importanza, dal momento che tale precedente potrà fare ora giurisprudenza. Sono infatti più di 11mila i processi intentati negli Stati Uniti contro la Monsanto.
“..Hardeman’s legal team presented expert testimony and research that #Roundup causes mutations in human cells and that human populations that are exposed to [#glyphosate] are more likely to develop non-Hodgkin’s lymphoma.” https://t.co/iLrckeXOCj via @NYTimes
— Michael Balter (@mbalter) 28 marzo 2019
“Inoltre – ha sottolineato il quotidiano francese Le Monde – la denuncia di Hardeman era in qualche misura indebolita dall’età dell’uomo. Il rischio di ammalarsi di linfomi non Hodgkin cresce infatti con il passare degli anni. Inoltre, il cittadino californiano era stato affetto da epatite C, malattia che può favorire la patologia tumorale”. Ciò nonostante, i giudici hanno evidentemente ritenuto reale il legame tra il glifosato e la malattia.
Leggi anche: Glifosato. La storia di Martin, studente che mangia bio ed è comunque contaminato
Le due precedenti sconfitte negli Stati Uniti e in Francia
Per la Monsanto si tratta della terza sconfitta in un tribunale. Nell’agosto del 2018, la compagnia era stata infatti condannata a versare un risarcimento di 289 milioni di dollari a Dewayne Johnson, giardiniere affetto dalla stessa patologia. Indennizzo ridotto poi in secondo grado a 78 milioni. Cinque mesi più tardi, in Francia, il tribunale amministrativo di Lione aveva deciso di annullare l’autorizzazione alla commercializzazione del Roundup Pro 360.
Secondo i giudici transalpini, infatti, l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e del lavoro (Anses) avrebbe “commesso un errore di valutazione in materia di principio di precauzione” quando, nel marzo del 2017, quando concesse il proprio via libera all’uso del prodotto.
“Come è stato dimostrato nel corso del processo, da quando, 40 anni fa, la Monsanto ha ottenuto l’autorizzazione al commercio del Roundup, l’azienda si è rifiutata di agire in modo responsabile. Gli atti mostrano chiaramente che la multinazionale non si è curata dei rischi posti dal glifosato per la salute e ha manipolato l’opinione pubblica”, hanno commentato gli avvocati di Hardeman.
La Bayer: “La sentenza non cambia 40 anni di scienza”
La posizione della Bayer, tuttavia, non cambia. L’azienda ha affermato che “il verdetto non modifica né il peso di più di 40 anni di scienza, né le conclusioni degli organismi di vigilanza del mondo intero, secondo i quali gli erbicidi a base di glifosato sono sicuri”. L’Organizzazione mondiale della sanità, però, nel marzo del 2015 ha inserito la sostanza nell’elenco di quelle “probabilmente cancerogene”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
A Chiang Mai si è tenuta una conferenza per dare maggior visibilità alla comunità trans e Lgbtq+ nei settori astronomico e spaziale. Ma intanto il governo boccia la proposta di legge sul riconoscimento e la tutela delle persone con identità di genere diverse.
Secondo un giudice federale degli Stati Uniti non è escluso il legame tra esposizione al glifosato e malattie. Una svolta in termini giudiziari.
Lo scorso 14 marzo, all’età di 75 anni, se n’è andato il grande primatologo, che con il suo sguardo curioso e peculiare ci ha insegnato a guardare le altre specie senza le lenti deformanti dell’antropocentrismo.
La Thailandia sta per diventare il primo Paese del sud-est asiatico a riconoscere i matrimoni per la comunità lgbtqia+. Ora tocca al Senato e al re.
L’attacco a Mosca di Isis-K ha riacceso i riflettori sullo Stato Islamico, che in Occidente si dava per sconfitto, ma in realtà è attivo in Africa e Asia
Bassirou Diomaye Faye è stato eletto presidente del Senegal al primo turno. Soltanto dieci giorni fa era rinchiuso nella prigione di Cap Manuel.
Con l’arresto di due politici e un ex capo di polizia i giudici brasiliani muovono i primi passi per fare chiarezza sulla vicenda di Marielle Franco, accogliendo la richiesta di giustizia della società civile.
L’Alta Corte di Londra ha accolto la possibilità di ricorso di Assange contro l’estradizione negli Stati Uniti, a meno che Washington non dia una serie di rassicurazioni.