U.S. judge allows lawsuits alleging Monsanto’s Roundup weedkiller causes cancer to proceed to trial. A November 2017 study found that glyphosate, the herbicide’s main ingredient, ‘was not statistically significantly associated with cancer.’ Background: https://t.co/tgXoPPNB45
“Sufficienti elementi” per non escludere una condanna di Monsanto-Bayer
Il giudice del distretto di San Francisco, Vince Girdhari Chhabria, ha preso la decisione dopo anni di battaglie legali e settimane di audizioni. Va detto che nel testo del rapporto di 68 pagine sul quale ha apposto la propria firma, alcune argomentazioni avanzate da chi ha sporto denuncia sono state definite “fragili”. E due pareri di altrettanti scienziati sono stati completamente scartati.
Il giudice americano Vince Chhabria che ha consentito l’avvio di centinaia di processi a carico di Monsanto-Bayer per il presunto legame tra malattie ed esposizione al glifosato, sostanza-base dell’erbicida Roundup
Ciò nonostante, sono state prese in considerazione le conclusioni di quattro esperti della materia. Che non permettono, appunto, di escludere che un tribunale possa dare ragione ai malati, avvalorando la tesi della cancerogenicità del glifosato. Dal punto di vista legale, ciò consentirà di sbloccare le azioni legali avviate da oltre 400 tra agricoltori e giardinieri americani. Secondo i quali il Roundup provocherebbe il linfoma di Hodgkin.
La multinazionale insiste: “Alcun legame” tra glifosato e tumori
Da parte sua, la direzione della Monsanto-Bayer continua a negare ogni addebito. Robin Greenwald e Aimee Wagstaff, gli avvocati della multinazionale, hanno fatto sapere che difenderanno l’azienda, portando all’attenzione dei giudici degli elementi che proverebbero “che non esiste alcun legame tra le patologie e il glifosato”. Secondo i legali, infatti, le conclusioni di centinaia di studi e analisi dimostrerebbero che l’uso dell’erbicida non ha effetti sulla salute umana.
Nel frattempo, è già in tribunale il procedimento avviato da Dewayne Johnson. Il giardiniere americano di 46 anni, la cui patologia è ormai in fase terminale, ha potuto veder cominciare il processo grazie ad una legge della California che permette di accelerare i procedimenti in caso di decesso imminente. Il 18 giugno, nonostante fosse visibilmente indebolito dalla malattia, era presente in aula. Per sé stesso e per tutti i colleghi che si trovano nelle stesse condizioni.
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