Cosa prevede la nuova legge sul clima presentata dalla Commissione europea

Azzerare le emissioni nette entro il 2050 è il grande obiettivo della legge europea sul clima. Immediata la levata di scudi degli ambientalisti: è un traguardo troppo lontano.

“Oggi passiamo all’azione per rendere l’Europa il primo continente climate neutral entro il 2050. La legge sul clima è la traduzione in termini legali del nostro impegno politico e ci posiziona sul cammino verso un futuro più sostenibile, da cui non si può tornare indietro”. Queste le parole con cui, mercoledì 4 marzo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato la nuova legge sul clima. Quest’ultima, ha continuato, “è il cuore del green deal europeo. Garantisce sicurezza e trasparenza all’industria e agli investitori. E indirizza la nostra strategia di crescita verde, assicurando che la transizione si riveli graduale ed equa”. I commenti espressi in queste ore dalle associazioni ambientaliste, però, non sono altrettanto entusiasti.

I nuovi obiettivi europei sul clima

Azzerare le emissioni nette di gas serra entro il 2050: è questa la colonna portante su cui si regge la nuova legge sul clima. Un obiettivo legalmente vincolante sul quale tutti gli stati si erano già espressi positivamente lo scorso dicembre, con la sola eccezione della Polonia. Per raggiungerlo, dovranno “intraprendere tutte le azioni necessarie”, in un clima di equità e collaborazione.

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Al 2050, però, mancano ancora trent’anni: chi terrà le redini di questa lunga transizione, e come? La protagonista è senza dubbio la Commissione, a cui spetta il compito di fare una valutazione d’impatto e stabilire entro settembre un obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2030. Ad oggi è previsto un taglio del 40 per cento rispetto ai livelli del 1990, che con ogni probabilità sarà ritoccato al rialzo per arrivare al 50-55 per cento. Con una lettera aperta, i ministri dell’Ambiente di dodici paesi (tra cui l’italiano Sergio Costa) chiedono al vicepresidente esecutivo Frans Timmermans di accelerare i tempi, per arrivare preparati alla Cop 26 in programma a novembre a Glasgow.

Frans Timmermans
Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal della Commissione europea © Freek van den Bergh – Pool/Getty Images

Entro giugno 2021, poi, la Commissione dovrà proporre la revisione delle varie leggi che in qualche modo contribuiscono a raggiungere questo traguardo. A partire dal mese di settembre del 2023, andrà a verificare ogni cinque anni se le misure adottate dall’Unione e dai singoli Stati sono coerenti con la tabella di marcia 2030-2050. In caso negativo, avrà il potere di intervenire nel merito.

L’iter della legge sul clima

In rappresentanza dell’Unione e dei suoi stati membri, il Consiglio dell’Unione europea ha sottoposto la legge sul clima all’Unfccc (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), come richiesto dall’Accordo di Parigi. Sul testo, però, non è ancora detta l’ultima parola. Per il suo ruolo di braccio esecutivo dell’Ue, infatti, la Commissione redige le proposte di nuove leggi, che vanno poi sottoposte al voto del Parlamento e del Consiglio. Nel frattempo è stata avviata anche una consultazione pubblica, che permette a qualsiasi organizzazione, così come ai singoli cittadini, di esprimere il proprio parere.

Per gli ambientalisti, non possiamo attendere così tanto

“Quando la tua casa brucia, non aspetti dei giorni prima di spegnere le fiamme. Eppure, è proprio ciò che la Commissione sta proponendo oggi”. Questa la dura posizione espressa da Greta Thunberg martedì 4 marzo, di fronte alla Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo a Strasburgo. “Non abbiamo solo bisogno di obiettivi per il 2030 o il 2050. Abbiamo bisogno prima di tutto di obiettivi per il 2020 e per ogni anno a venire. Abbiamo bisogno di tagliare drasticamente le emissioni, alla fonte. Ora”.

Le fa eco Sebastian Mang, policy advisor di Greenpeace per la politica climatica europea: “Senza piani per un obiettivo 2030 basato sulla scienza, né misure per porre fine ai sussidi ai combustibili fossili, ci stiamo preparando al fallimento. Decenni di titubanze e decisioni a metà ci hanno portato a un punto in cui la catastrofe climatica mette a rischio la stessa sopravvivenza della vita sulla Terra. Il tempo di agire è ora, non tra dieci anni”.

Tilt, la community fondata dai Verdi europei, fa una controproposta: ridurre le emissioni in Europa del 65 per cento entro il 2030, “spegnendo” completamente il settore del carbone e dedicando il 50 per cento del budget europeo alla lotta per il clima.

 

Foto in apertura © Leon Neal/Getty Images

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