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Il ministro dell’Ambiente ha chiesto di ridurre l’utilizzo di tosaerba per salvaguardare l’habitat degli insetti impollinatori.
Gli insetti impollinatori valgono più dei calciatori e vanno trattati con i dovuti riguardi. Il loro “lavoro” comporta benefici quantificabili con un valore annuo di 430 milioni di sterline, quattro volte il valore degli stipendi percepiti dai primi 10 giocatori della Premier League.
La provocazione arriva dal ministro dell’Ambiente inglese Elizabeth Truss. “Come i giocatori di calcio le api hanno bisogno di una sistemazione eccellente e della migliore dieta disponibile. È per questo che stiamo elargendo incentivi per chi utilizza il terreno per fornire l’habitat a questi preziosi insetti”. Oltre che dai pesticidi e dall’inquinamento gli insetti impollinatori sono danneggiati dai tosaerba. Per questo Elizabeth Truss ha lanciato un appello chiedendo ai cittadini britannici di aiutare gli insetti nei loro giardini, riducendo l’utilizzo di tosaerba e proteggendo margherite e lavanda, piante che forniscono il polline vitale per le api e gli altri impollinatori.
Il Regno Unito sta cercando di invertire la tendenza che vede ridursi in maniera preoccupante le colonie di api in tutto il mondo. “Ci sono almeno 1.500 specie di insetti impollinatori – ha dichiarato Elizabeth Truss. – Queste creature sono indispensabili per la nostra produzione alimentare. Senza questi insetti non solo i nostri giardini e le nostre campagne sarebbero più tristi e silenziosi, ma il nostro cibo diventerebbe meno vario e più costoso”.
Numerose le iniziative intraprese dal governo britannico, dallo stanziamento di finanziamenti per i contadini che manterranno siepi e piante gradite agli insetti ai bordi dei campi coltivati, al ripristino del 97 per cento dei prati persi dal 1930. Il governo ha deciso di dare il buon esempio installando numerosi alveari sul tetto della sede del Dipartimento dell’Ambiente nel centro di Londra.
“Questo piano d’azione rappresenta un passo importante per la salvaguardia delle api e degli altri impollinatori della Gran Bretagna – ha affermato Andrew Pendleton dell’associazione Friends of the Earth – ma non sarà sufficiente a meno che non venga affrontato adeguatamente anche il problema dei pesticidi”.
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