Un compromesso piatto e al ribasso. La Cop30 sul clima ha deluso le aspettative ed è terminata con accuse reciproche tra i governi.
Il dato allarmante è contenuto in un rapporto dalla Banca asiatica per lo sviluppo. “Riscaldamento globale a +4 gradi senza interventi”.
Se la temperatura media globale sulla superficie delle terre emerse e degli oceani sarà cresciuta, alla fine del secolo, di più di 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, per i paesi asiatici e per quelli che affacciano sul Pacifico gli effetti saranno disastrosi. Sarà sempre più difficile garantire la sicurezza alimentare in tutto il continente e sorgeranno numerosi conflitti per l’accaparramento delle risorse. Il che potrebbe portare a migrazioni di massa: il numero di persone costrette ad abbandonare le loro case potrebbe raggiungere la cifra impressionate di un miliardo.
A delineare lo scenario catastrofico è un dettagliato rapporto della Asian development bank (Banca asiatica per lo sviluppo), redatto in collaborazione con il Potsdam institute for climate impact research, nel quale si sottolinea anche il fatto che, se il mondo non modificherà i propri mezzi di produzione, il riscaldamento globale porterà a toccare i +4 gradi centigradi nel 2100. Un valore che risulterebbe lontanissimo da quello indicato nell’Accordo di Parigi, che punta ad “un massimo di 2 gradi”, ma “facendo il possibile per rimanere vicini agli 1,5”.
“Le possibilità di adattamento ai cambiamenti climatici saranno drasticamente ridotte – spiega il rapporto dall’istituto bancario asiatico – dal momento che le ondate di calore prolungate, la crescita del livello dei mari e l’aumento delle precipitazioni perturberanno gli ecosistemi e porteranno a gravi conseguenze in termini di approvvigionamento di cibo per la popolazione”. Il che, a sua volta, porterà a “crescenti problemi sanitari” e ad “un’impennata di conflitti e ondate migratorie”.
Una situazione caotica e drammatica che, sebbene in misura minore e soltanto in alcune aree, secondo il rapporto si produrrà anche centrando gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Inoltre, se il trend attuale indica una possibile crescita media di 4 gradi, in alcune regioni il dato risulterebbe estremamente più alto: in Tagikistan, Afghanistan e Pakistan, così come nella porzione nord-occidentale della Cina il termometro potrebbe arrivare a segnare 8 gradi in più, rendendo alcune zone del tutto inabitabili. Il paese più colpito, inoltre, sarà il Bangladesh, già noto per essere una delle nazioni più povere del mondo.
Il numero di regioni a rischio inondazione aumenterà poi di pari passo con la temperatura: il livello dei mari crescerà di 2,3 metri per ciascun grado centigrado. E l’acqua potabile, infine, diventerà un bene sempre più raro, non soltanto a causa dei cambiamenti climatici ma anche per via dell’incremento demografico al quale il mondo andrà incontro.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Un compromesso piatto e al ribasso. La Cop30 sul clima ha deluso le aspettative ed è terminata con accuse reciproche tra i governi.
Si è chiusa la prima settimana di negoziati alla Cop30 di Belém. Il mondo è diviso ma il Brasile vuole risultati concreti.
Un’analisi di Carbon Brief ha mostrato come da un anno e mezzo le emissioni complessive di gas ad effetto serra della Cina non crescano.
La guerra commerciale e i conflitti armati hanno parzialmente oscurato le numerose e deleterie scelte sul clima di Donald Trump nel suo primo anno del nuovo mandato da presidente.
“Una distruzione senza precedenti”. La prima valutazione delle Nazioni Unite sul passaggio dell’uragano Melissa è drammatica.
L’uragano Melissa è il più potente ad aver mai colpito la Giamaica. La situazione sull’isola è “catastrofica”, secondo le autorità locali.
Uno studio britannico ha analizzato le condizioni di caldo estremo che hanno colpito 854 città europee. Si tratta però solo di una parte dei decessi.
C’è chi continua a insinuare che la transizione ecologica non porterebbe i benefici sperati al clima. È il tema di questo capitolo di Bugie!
Pochi alloggi e a prezzi esorbitanti: per attivisti, scienziati, osservatori essere presenti alla Cop30 di Belém rischia di essere impossibile.

