Il brand del gruppo cinese Chery annuncia il debutto di modelli ibridi ed elettrici più compatti e accessibili. Mentre procede l’impegno sui progetti ambientali.
Il tema è spinoso: può un’azienda che produce solo auto da 600 cavalli in sù pensare alla sostenibilità? In Ferrari ci provano dagli anni ‘90. E Lamborghini? A Sant’Agata le iniziative sono tante.
Il 2020 si avvicina: per quella data il pacchetto clima-energia dell’UE prevede di ridurre del 20 per cento le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20 per cento il risparmio energetico e aumentare al 20 per cento il consumo di fonti rinnovabili. Il livello medio delle emissioni di un’auto nuova dovrà scendere a 95 grammi di Co2. E fioccheranno pesanti “multe” per ogni grammo di CO2 in eccesso.
Una bella gatta da pelare per chi, come Lamborghini, produce “solo” auto con prestazioni da F1, ed emissioni proporzionali… Entro l’anno c’è l’impegno di ridurre del 25 per cento le emissioni dei modelli in listino (una bella fatica pensando alla Aventador, un’auto che raggiunge i 100 Km/h in 2,8 secondi e tocca una velocità massima di 356 Km/h). Basterà?
Così Lamborghini da anni, tessera dopo tessera, dopo la certificazione ISO 50001 del 2011, cerca di comporre il suo puzzle sostenibile e lo fa inaugurando i nuovi impianti di trigenerazione e teleriscaldamento, due tra i principali progetti che permettono alla casa automobilistica di ottenere la certificazione CO2 neutrale (rilasciata da DNV GL), ponendosi come traguardo la riduzione e la compensazione entro l’anno delle emissioni di prodotte nello stabilimento di Sant’Agata Bolognese.
“La sostenibilità fa parte dei nostri obiettivi aziendali e rappresenta un’assunzione di forte responsabilità nei confronti dei nostri stakeholder e del territorio in cui operiamo quotidianamente”, ha spiegato Stephan Winkelmann, presidente e ad di Automobili Lamborghini. “Il nostro obiettivo è mantenere lo stabilimento CO2 neutrale anche dopo l’ampliamento che avverrà nei prossimi anni con l’introduzione del terzo modello Lamborghini”, alludendo alla Urus la prima suv (e la prima ibrida) nella storia del marchio, attesa per il 2018.
L’impianto di trigenerazione permette di produrre energia elettrica, termica e frigorifera utilizzando gas naturale. Ha una potenza installata pari a 1,2 MW e consente di produrre ogni anno circa 9.800 MWh. Entro il 2017, questo impianto sarà alimentato a biogas, così da ridurre ancor più le emissioni di CO2, fino a 5.600 tonnellate ogni anno.
Come dicevamo, il (difficile) cammino verso la sostenibilità di Lamborghini in questi anni è passato attraverso altre tappe: dal fotovoltaico da 15mila metri quadrati, al progetto di sviluppo della mobilità ciclabile con Bologna. Passando, nel 2011, per il Parco Lamborghini realizzato nel comune di Sant’Agata Bolognese in collaborazione con le università di Bologna, Bolzano e Monaco di Baviera; la messa a dimora di oltre 10.000 piante di quercia in un’area di circa sette ettari ha anche lo scopo di monitorare e comprendere meglio negli anni futuri le relazioni tra densità, produttività forestale, capacità di catturare CO2 e di mantenere la biodiversità in funzione del clima.
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