Il brand del gruppo cinese Chery annuncia il debutto di modelli ibridi ed elettrici più compatti e accessibili. Mentre procede l’impegno sui progetti ambientali.
Il trasporto sta cambiando, radicalmente. La sostenibilità non è più un concetto astratto lontano dalla produzione dei veicoli e dallo sviluppo delle infrastrutture, bensì è un obiettivo concreto, perseguibile nel breve periodo. Prova ne sono le auto ibride, elettriche e ibride plug-in, la sperimentazione delle prime autostrade elettriche, lo sviluppo di camion ibridi o alimentati
Il trasporto sta cambiando, radicalmente. La sostenibilità non è più un concetto astratto lontano dalla produzione dei veicoli e dallo sviluppo delle infrastrutture, bensì è un obiettivo concreto, perseguibile nel breve periodo. Prova ne sono le auto ibride, elettriche e ibride plug-in, la sperimentazione delle prime autostrade elettriche, lo sviluppo di camion ibridi o alimentati interamente a batteria e il crescente impegno profuso dai costruttori per il rispetto ambientale. Costruttori che non solo seguono un trend assodato, bensì si propongono come veri e propri motori del cambiamento. Una rivoluzione copernicana.
“Diventare una società maggiormente sostenibile è quanto mai urgente e dovrebbe essere una priorità per tutte le imprese, in ogni settore. Le imprese non possono avere successo in una società che fallisce”, ha sottolineato Kofi Annan, l’ex segretario generale delle Nazioni Unite intervenuto a Parigi in occasione del Sustainable Transport Forum “Driving the Shift” di Scania. La convention francese ha messo in luce come l’industria del trasporto possa e debba contribuire all’evoluzione verso un futuro sostenibile. L’obiettivo del costruttore svedese Scania – specializzato nella produzione di autocarri, trattori stradali, autobus e propulsori – si spinge anche oltre, dato che il colosso nordico mira a essere non un semplice partner, bensì il motore della transizione verso un sistema ecocompatibile di movimentazione delle merci e delle persone.
“Dobbiamo abbattere la curva delle emissioni di CO2 a livello globale entro quattro anni, e quindi continuare a ridurre rapidamente l’inquinamento per arrivare ad avere un’economia mondiale priva di combustibili fossili entro il 2050. A mio parere non si tratta più di capire se l’umanità si muoverà in una direzione sostenibile, ma di comprendere se riusciremo a farlo abbastanza rapidamente. Il settore dei trasporti svolge un ruolo vitale nel processo di trasformazione”, ha evidenziato Johan Rockström, direttore dello Stockholm Resilience Centre, centro di ricerca svedese dedicato allo studio dell’interazione dei modelli socio-ambientali. I recenti sviluppi tecnologici, del resto, consentono alle imprese di non dover più scegliere tra crescita economica e sostenibilità, dato che gli obiettivi convergono.
“Industria, società e politica sono chiamate a collaborare per adottare nuovi modelli di produzione e consumo. I costruttori impegnati nel settore dei trasporti devono passare dall’essere attivi al divenire proattivi, assumendo un ruolo da protagonisti nel dibattito sul clima”, ha evidenziato Andreas Renschler, presidente del consiglio d’amministrazione di Scania. Una posizione per molti versi rivoluzionaria e che apre a una nuova era della sostenibilità, nel rispetto dell’Accordo di Parigi del 2015 e nella convinzione di come il trasporto di beni e persone, linfa vitale della crescita economica e dello sviluppo sociale, giochi un ruolo essenziale nella creazione di una comunità sostenibile trasformando le promesse collettive in azioni.
Henrik Henriksson, presidente e amministratore delegato di Scania, si è spinto anche oltre, sostenendo come “eliminare dal sistema gli sprechi di spazio, tempo ed energia sia la chiave per cambiare le regole del gioco nel settore della movimentazione di beni e persone”. E allora, che lotta agli sprechi sia. A iniziare dai carburanti fossili.
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