La pesca elettrica ha i giorni contati nei mari d’Europa

Già vietata dal 1998, la pesca elettrica è ancora utilizzata in deroga da 85 pescherecci nel Mare del Nord: ora il Parlamento europeo chiede lo stop totale.

Il Parlamento europeo vuole la messa al bando totale della pesca a impulsi elettrici nei mari d’Europa. Con l’approvazione di due emendamenti presentati dal gruppo Efdd (Europe of Freedom and Direct Democracy) al nuovo regolamento europeo sulla pesca, l’assemblea di Strasburgo per la seconda volta in poche settimane si schiera contro il parere della Commissione europea (nello specifico la Commissione Pesca) su questioni ambientali: era già successo per il rinnovo dell’autorizzazione dell’uso del glifosato. Adesso la Commissione Pesca dovrà necessariamente tenere conto del parere del parlamento, che chiede di intervenire su un divieto che in realtà esiste già dal 1998, ma che nell’ultimo decennio ha subìto delle deroghe: attualmente sono 85 (su un totale di 87 mila) i pescherecci, quasi tutti di bandiera olandese e operanti in una vasta zona del Mare del Nord tra la Danimarca e la Gran Bretagna, che utilizzano la pesca a impulsi elettrici, considerata molto utile per la raccolta di pesci che vivono a ridosso del fondale marino, come sogliole e gamberetti grigi.

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Una tecnica semplice quanto invasiva

La tecnica della pesca elettrica è molto semplice: si mandano verso il fondale marino delle scariche elettriche, che provocano la morte o lo stordimento dei pesci che vengono quindi raccolti a strascico una volta risaliti verso la superficie. Il voto dell’europarlamento va incontro alla mobilitazione avvenuta nei giorni scorsi, soprattutto in Francia, da parte di organizzazioni non governative ambientaliste, preoccupate per l’impatto devastante di questa tecnica sull’ecosistema marino. Ma anche i pescatori tradizionali erano sul piede di guerra per una questione di competitività. “C’è una maggioranza in Europa che ha a cuore l’ecosistema marino e la pesca tradizionale – festeggia Rosa D’Amato, eurodeputata del Movimento 5 Stelle, che appartiene al gruppo Efdd – Adesso vigileremo che il Consiglio, l’istituzione Ue che rappresenta gli Stati, rispetti questo verdetto”.

Proteggere il pesce più giovane

Con questo voto infatti l’europarlamento ha dato mandato alla commissione Pesca di negoziare con il Consiglio europeo l’esatta formulazione della legge. Legge che interverrà anche su altri punti relativi alla pesca, provvedendo a una riorganizzazione generale di un settore che ad oggi conta 30 regolamenti diversi in vigore: l’obiettivo è anche introdurre norme più precise sulle attrezzature da utilizzare, porre dei limiti alla quantità di pesce catturabile, con una maggiore flessibilità su base regionale. Ma si pensa anche di introdurre una definizione della dimensione minima del pesce che può essere catturato: un modo per proteggere il cosiddetto novellame, ovvero il pesce più giovane e in grado di riprodursi con maggiore facilità.

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