Europa e Asia si incontrano a Samarcanda: per un nuovo partenariato strategico

Ursula von der Leyen annuncia un pacchetto di investimenti di 12 miliardi di euro per rafforzare la cooperazione. E intanto le cinque repubbliche ex-sovietiche si smarcano dalla Turchia sulla spinosa questione cipriota.

A inizio aprile a Samarcanda si è tenuto il primo vertice ad alto livello tra i rappresentanti dell’Unione europea e i leader dei cinque Stati dell’Asia centrale: Uzbekistan, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Turkmenistan. Un incontro già definito storico, perché sancisce l’inizio di un nuovo partenariato strategico tra le due regioni, con le cinque repubbliche centroasiatiche che si stanno ritagliando un ruolo sempre più rilevante negli equilibri globali, non solo per le rotte commerciali che le attraversano, ma anche perché possiedono vasti giacimenti di idrocarburi e materie prime essenziali. Oltre a grandi potenzialità per ridisegnare un futuro energetico più sostenibile.

Cosa prevede il partenariato strategico

Al vertice hanno partecipato il presidente del Consiglio europeo António Costa e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la quale ha annunciato un pacchetto di investimenti dal valore di 12 miliardi di euro per rafforzare la cooperazione in settori chiave come l’energia, il commercio, i trasporti, la connettività digitale, l’estrazione dei minerali strategici e la gestione delle risorse idriche. Il piano di investimenti dovrebbe essere sostenuto dal Global Gateway, il progetto dell’Unione europea lanciato nel 2021 per creare nuove infrastrutture nei paesi in via di sviluppo, considerato una risposta alla Nuova via della seta cinese, e servirebbe anche a dare impulso al Corridoio di mezzo transcaspico, una rotta commerciale di 6.500 chilometri che collega la Cina all’Europa passando per l’Asia Centrale e il Caucaso, evitando il territorio russo. Un progetto strategico per Bruxelles, soprattutto dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

“Questo partenariato rafforzerà i legami tra le nostre due regioni e aprirà nuove opportunità di cooperazione: nel settore dell’energia e della sicurezza, nel digitale e nel turismo. E favorirà gli scambi tra le persone delle nostre regioni. In un mondo come quello attuale, avere partner affidabili non è mai stato così importante”

Ursula von der Leyen.

Un passaggio simbolico ma importante nella costruzione di questo nuovo partenariato è stata la firma di un accordo per l’apertura di un ufficio regionale della Banca europea per gli investimenti a Tashkent, la capitale dell’Uzbekistan. Una mossa che suggerisce la volontà dell’Ue per un impegno a lungo termine nella regione.

 

Come cambia il peso dell’Asia centrale

Per decenni l’Asia centrale è stata vista come periferia del mondo. Ma oggi la ridistribuzione degli equilibri globali, la sua posizione strategica per il commercio e l’abbondanza di risorse naturali, unite a una maggiore seppur fragile stabilità interna stanno facendo guadagnare visibilità e rilevanza a questa remota regione, stretta tra Russia, Cina, Afghanistan e Iran.

Negli ultimi anni infatti il commercio intra-regionale è aumentato di 4,5 volte e il volume degli scambi commerciali con l’Unione europea negli ultimi sette anni è quadruplicato e ha raggiunto i 54 miliardi di euro.

Secondo la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers), il Pil dell’area crescerà del sei per cento nel 2025, ben al di sopra della media globale.

Gli sforzi verso la transizione green

Tra le cinque repubbliche centroasiatiche, l’Uzbekistan è tra quelle che stanno facendo gli sforzi maggiori per attirare investimenti dall’estero, anche legati alla transizione verde. A oggi sono 14 gli impianti solari già operativi nel Paese, e il governo prevede di raggiungere il 54 per cento del mix energetico da fonti rinnovabili entro il 2030. In programma ci sono altri 50 progetti legati all’energia rinnovabile, per una capacità complessiva di 24mila megawatt.

Il nuovo partenariato con l’Ue prevede di sfruttare il potenziale solare in Uzbekistan e Turkmenistan e quello eolico in Kazakistan. Inoltre si punta alla creazione di un mercato del carbonio regionale, all’espansione del programma Erasmus+ per gli studenti dell’Asia Centrale e all’allineamento dell’agenda digitale con quella europea, anche in settori strategici come l’intelligenza artificiale e i big data.

Uzbekistan
L’economia del cotone è una fonte di reddito importante per l’Uzbekistan, che però lo ha portato alla desertificazione © Artem Asset

Il ruolo di Russia e Cina

Nonostante i buoni propositi, alcuni analisti sono tuttavia scettici. “L’Asia Centrale desidera una maggiore presenza dell’Ue, ma i leader locali non hanno grandi aspettative perché l’Europa non ha messo sul tavolo abbastanza risorse per competere davvero con Cina e Russia”, ha dichiarato Temur Umarov del Carnegie Russia Eurasia Center di Berlino.

Per ragioni storiche e geografiche, infatti, Russia e Cina sono da sempre i principali partner commerciali dell’Asia centrale, con Pechino che non solo ha finanziato numerosi progetti infrastrutturali, ma ha anche superato Mosca nel 2024 per volume di scambi nella regione, rafforzando così la sua presenza.

La frattura nel mondo turco

monti Troodos, Cipro
Veduta dei monti di Cipro. La questione cipriota rappresenta uno dei conflitti “congelati” più longevi d’Europa © Milan Seitler/Unsplash

In questo cambio di equilibri, è significativo l’avvicinamento che le repubbliche centroasiatiche hanno avuto ultimamente nei confronti di Cipro, cambiando così il loro orientamento strategico e la loro posizione nella spinosa questione cipriota, considerata uno dei conflitti “congelati” più longevi d’Europa, che coinvolge i greco-ciprioti e i turco-ciprioti. Nei mesi scorsi Uzbekistan, Kazakistan e Turkmenistan hanno infatti nominato dei loro rappresentanti diplomatici nella Repubblica di Cipro, distanziandosi dunque dalla Turchia e creando una frattura nel mondo turcico, con cui buona parte dei paesi dell’Asia centrale condivide radici linguistiche e culturali comuni.

Secondo il giornale The Times of Central Asia, queste mosse sono avvenute proprio in vista del primo storico summit tra l’Ue e i paesi dell’Asia centrale a Samarcanda, conclusosi con una dichiarazione congiunta che ribadisce il sostegno alle risoluzioni 541 e 550 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che riconosce come unica autorità legittima dell’isola del Mediterraneo la Repubblica di Cipro, e non l’autoproclamata Repubblica Turca di Cipro del Nord, riconosciuta solo dalla Turchia. Una scelta, quella delle repubbliche centroasiatiche, che potrebbe creare frizioni con Ankara e nuove tensioni tra i paesi turcofoni.

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