
A contatto con acqua troppo dolce, la pelle dei delfini produce piaghe e sviluppa batteri e funghi, secondo uno studio scientifico.
Questo enorme pesce d’acqua dolce, che non viene avvistato dal 2003, è la prima specie ufficialmente estinta nel 2020.
Il pesce spatola cinese (Psephurus gladius) era già sopravvissuto a un’estinzione di massa, quella che circa 66 milioni di anni fa spazzò via i dinosauri non aviani e favorì l’avvento dei mammiferi, ma non potrà raccontare di essere scampato anche all’estinzione globale in corso, la sesta della storia del pianeta, la prima provocata da una specie animale, l’uomo. Questo enorme pesce antidiluviano, noto anche come “panda gigante dei fiumi” per la sua rarità, è stato infatti dichiarato estinto.
Psephurus gladius, a Chinese #paddlefish living in the #YangtzeRiver, was declared #extinct, according to a paper from Chinese experts at the Yangtze River Fisheries Research Institute. (GIF/China Youth Daily) pic.twitter.com/78bGZThiaf
— National Business Daily (@NBDPress) 3 gennaio 2020
È la prima specie dichiarata estinta nel 2020, ma la notizia della sua scomparsa non è un fulmine a ciel sereno. Il pesce spatola cinese era già stato dichiarato estinto funzionalmente, ovvero con un numero di individui ritenuto insufficiente per garantire la sopravvivenza di nuove generazioni, nel 1993, mentre dal 1996 era classificato in pericolo critico nella Lista Rossa della Iucn.
Leggi anche: Cina, vietata la pesca nel fiume Azzurro per proteggere la biodiversità
L’ultimo esemplare è stato avvistato nel 2003 e da allora non ve n’è stata più traccia. Dopo averlo cercato invano per due anni in tutto il bacino del fiume Azzurro, l’areale di questa specie un tempo molto comune, l’Accademia cinese delle scienze della pesca (Cafs), in uno studio pubblicato su Science of the total environment, ne ha decretato la definitiva scomparsa, stabilendo che la specie si sarebbe estinta tra il 2005 e il 2010. “È una perdita riprovevole e irreparabile”, ha commentato il principale autore dello studio, Qiwei Wei, che cerca questa misteriosa creatura da decenni.
I pesci spatola, il cui unico rappresentante vivente è ora il pesce spatola americano (Polyodon spathula), sono attinotterigi primitivi, ovvero antichi pesci ossei di cui fanno parte anche storioni, aguglie, biscìr e amie. I pesci spatola presentano infatti caratteristiche fisiche simili a quelle dei pesci preistorici, come la pelle senza squame, e sono gli unici superstiti della famiglia dei Poliodontidi, animali che hanno avuto un grande successo in ere geologiche passate.
La peculiarità del pesce spatola, da cui prende il nome, è l’enorme e bizzarro rostro appiattito che si trova all’estremità del muso, ricco di terminazioni sensoriali che aiutano l’animale a localizzare il cibo, come pesci e crostacei, e a orientarsi nell’ambiente.
Testimonianze fossili suggeriscono che il pesce spatola cinese, o specie affini, esistesse da almeno 200 milioni di anni e avesse dominato i corsi d’acqua durante il Triassico e il Giurassico. Per milioni di anni questi enormi pesci, che avrebbero potuto raggiungere i sette metri di lunghezza, hanno vissuto nelle acque torbide e fangose dei grandi fiumi, sopravvivendo a enormi sconvolgimenti ambientali, fino all’avvento della nostra specie, che in un lasso di tempo evolutivamente ridicolo ne ha decretato la scomparsa.
”#Sturgeon #family” it is poorer ?? R.I.P. #Chinese #paddlefish Not only a species but also a whole Genus (Psephurus) has been declared officially extinct from Earth ??There are #only 26 species left in the world, who will be next? We must act now ‼️‼️#Togetherforsturgeons pic.twitter.com/cvlTrhY9zS — Sturgeon Research Centre (@Sturgeon99) 5 gennaio 2020
Secondo gli autori dello studio, il pesce spatola cinese si è estinto a causa della pesca eccessiva, del prelievo di uova (molto richieste) e della costruzione di dighe. La pesca ha causato un netto declino delle popolazioni, si stima che negli anni Settanta ne venissero pescati in media 25 tonnellate all’anno, ma il colpo di grazia alla specie, hanno concluso gli scienziati, sarebbe stato inferto dalla costruzione della diga di Gezhouba in uno degli affluenti principali del fiume Azzurro.
Chinese #paddlefish in the Yangtze River has been declared extinct.
Scientific research suggests the largest freshwater fish in China might have gone extinct between 2005 and 2010. pic.twitter.com/TgWIH98tZ4
— CGTN (@CGTNOfficial) 3 gennaio 2020
La diga, iniziata nel 1970 e terminata nel 1988, ha infatti bloccato le migrazioni dei pesci spatola, impedendo agli adulti di raggiungere le aree di riproduzione. I pesci spatola cinesi vivono, o meglio, vivevano, nei letti dei grandi fiumi e migrano nei loro affluenti per deporre le uova.
Come per altri grandi animali, per i quali le dimensioni colossali e un lento tasso riproduttivo hanno rappresentato per milioni di anni una strategia evolutiva vincente, anche per il pesce spatola queste caratteristiche si sono rivelate di colpo un’arma a doppio taglio. Il tracollo delle popolazioni è stato troppo repentino per permettere a questa specie dalla maturazione sessuale tardiva di riprendersi. Non è un caso che tra le specie più minacciate, o già estinte, ci siano proprio i grandi animali, sia terrestri che acquatici.
Il pesce spatola cinese è la terza specie a scomparire per sempre dalle acque del fiume Azzurro, dopo il lipote (Lipotes vexillifer) nel 2006 e l’alosa indiana nel 2015. Per proteggere la biodiversità di questo sterminato corso d’acqua, che ospita oltre quattromila specie, e prevenire ulteriori estinzioni, la Cina ha deciso di vietare la pesca per 10 anni nelle aree principali del fiume Azzurro.
Leggi anche: La natura avrà bisogno di circa 5 milioni di anni per rimediare alle estinzioni che stiamo causando
Purtroppo nelle sue acque fangose non nuoteranno più quei giganteschi e strani pesci, rimasti immutati per milioni di anni, testimoni dell’antica grandezza di questo pianeta che sta ormai perdendo tutti i suoi “mostri”, e diventando sempre più spaventoso.
A contatto con acqua troppo dolce, la pelle dei delfini produce piaghe e sviluppa batteri e funghi, secondo uno studio scientifico.
Le Nazioni Unite mettono in campo una grande alleanza internazionale per le scienze oceaniche. Una missione che coinvolge da vicino tutti noi.
Nell’oceano Indiano è stata scoperta una zona in cui i coralli riescono a prosperare, al riparo dalle ondate di calore. Un “gioiello di biodiversità”.
Otto giraffe sono rimaste intrappolate in mezzo al lago Baringo, in Kenya. Ma una squadra di ambientalisti le sta traghettando fino alla loro nuova casa.
Il Green Deal europeo ci aiuterà a ricostruire un rapporto più equilibrato tra attività umane e risorse naturali. Un obiettivo necessario, ora più che mai.
Affamati e assetati, gli elefanti spesso sono costretti a spostarsi verso i villaggi. Il governo della Namibia risponde mettendo all’asta 170 animali.
Anche in Costa d’Avorio, patria degli elefanti africani, la deforestazione procede a ritmi inauditi. E a farne le spese sono gli elefanti.
Wild angle è la nuova rubrica di LifeGate a cura di Chiara Grasso che esplora il mondo degli animali selvatici e la loro relazione con l’essere umano.
Gli avvoltoi hanno subito un collasso del 99% in Asia meridionale. Per molto tempo, nessuno ha saputo perché. Poi una scoperta storica li ha salvati dall’estinzione.