Il settore automotive sta vivendo una trasformazione epocale. Passare all’elettrico non basta, serve ripensare l’intera filiera, le competenze e le tecnologie. A dirlo i dati della ricerca condotta dal Politecnico di Milano per Geely Italia.
Sarà inviato alla Commissione europea entro novembre e prevede 8 milioni di veicoli a idrogeno, 23mila autobus e 5mila stazioni di rifornimento. Il tutto entro il 2050.
Un’Italia in cui circoleranno veicoli a idrogeno non sembra più così lontana. È pronto infatti il Piano nazionale per la mobilità a idrogeno, preparato su incarico del Governo e del ministero per lo Sviluppo economico, da MH2IT (Mobilità Idrogeno Italia), comitato che riunisce i principali soggetti del settore, dalle associazioni agli enti locali, dalle aziende alle università.
Il documento, anticipato a Catania il luglio scorso durante il convegno “Smart&Slow: la visione della mobilità del futuro” da Alberto Dossi, presidente MH2IT e Gruppo Sapio, sarà presentato in Commissione europea entro novembre, come previsto dalla direttiva sullo sviluppo del mercato dei combustibili alternativi 2014/94/Ue che ha tra i vincoli, appunto, la regolamentazione tecnica e finanziaria per lo sviluppo di una rete sufficiente di infrastrutture di rifornimento a idrogeno entro il 2025.
Quali sono gli obiettivi del piano? Ventisettemila veicoli a idrogeno in Italia al 2025, 8 milioni e mezzo al 2050 (il 20 per cento di quelli circolanti), affiancati da 1.100 autobus al 2025 e da 23mila (il 25 per cento del parco totale) al 2050. Per quanto riguarda le stazioni di rifornimento invece, gli step previsti saranno questi: 20 stazioni per l’idrogeno al 2020 (metà per veicoli leggeri e metà per quelli pesanti), 197 al 2025 e oltre 5mila entro il 2050.
L’idrogeno sarà prodotto dal biometano o dall’elettrolisi dell’acqua.
Si tratta, secondo il comitato, di proiezioni realistiche e realizzabili. D’altronde, per evitare l’aumento delle temperature sopra i 2 °C, come raccomandato dall’Agenzia internazionale per l’energia, il numero di vetture a idrogeno circolanti tra Francia, Germania, Italia e Regno Unito entro il 2050 non potrà essere inferiore a 40 milioni.
Nel necessario e imprescindibile processo di riduzione della CO2, non c’è dubbio che i veicoli a benzina e diesel giochino la loro parte, essendo le loro emissioni responsabili di buona parte dell’inquinamento atmosferico. Quella dei carburanti alternativi, come l’idrogeno, che fa sì che le vetture immettano nell’aria solo vapore acqueo, è dunque la direzione da seguire. E le aziende automobilistiche si stanno già muovendo in questo senso, tra tutte Toyota, con grandi traguardi raggiunti. Mirai, la berlina a idrogeno della casa giapponese, sbarcata in Europa lo scorso anno, ha un’autonomia di 500 km con un pieno di idrogeno. Le emissioni inquinanti? Zero.
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