Stati Uniti. La pillola abortiva torna temporaneamente legale, ma con limitazioni

Nei giorni scorsi un giudice federale aveva bloccato la pillola abortiva. Ora la sentenza è stata ribaltata, ma con nuovi paletti all’accesso.

  • Il giudice Kacsmaryk, nominato da Donald Trump, aveva decretato illegittima l’approvazione della pillola abortiva del 2000.
  • Ora tre giudici federali hanno riammesso la pillola, bloccandone però l’accesso per posta e l’uso dopo sette settimane dal concepimento.
  • Il dipartimento di Giustizia Usa vuole fare appello alla Corte Suprema, che però è a maggioranza conservatrice.

Una corte d’appello degli Stati Uniti ha approvato temporaneamente l’uso della pillola abortiva nel paese. La sentenza arriva dopo che la scorsa settimana un giudice federale del Texas, Matthew J. Kacsmaryk, aveva giudicato illegale l’approvazione nel 2000 da parte della Food and drug administration del metodo di aborto più comunemente usato nel paese, quello a base di Mifepristone. Il dipartimento di Giustizia statunitense aveva fatto ricorso contro questa sentenza, che ora è stata soppiantata dal nuovo via libera. Che però impone una serie di paletti all’accesso alla pillola, limitandone di fatto l’uso.

La pillola abortiva
La pillola abortiva oggetto della battaglia legale negli Usa © Anna Moneymaker/Getty Images

Lo stop Usa alla pillola abortiva

La scorsa settimana il giudice federale Matthew J. Kacsmaryk è stato chiamato a pronunciarsi sul tema dell’interruzione di gravidanza, dopo una causa contro lo Stato intentata dal gruppo cristiano-conservatore Alliance defending freedom. E il giudice, nominato dall’ex presidente Donald Trump e in passato critico nei confronti della sentenza Roe vs Wade con cui la Corte Suprema nel 1973 ha riconosciuto il diritto all’aborto, ha emesso una sentenza molto dura contro la Food and drug administration, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici.

Nella sentenza il giudice ha stabilito che l’approvazione della pillola abortiva a base di Mifepristone (la Ru486) da parte dell’ente regolatore nel 2000 è da considerarsi illegittima. La Food and drug administration è stata accusata di aver ignorato i rischi sanitari connessi all’utilizzo della pillola, il metodo abortivo utilizzato nella metà dei casi degli Stati Uniti, e di non aver effettuato abbastanza controlli e sperimentazioni prima dell’approvazione. Nella decisione del giudice Kacsmaryk viene utilizzato un linguaggio che strizza l’occhio ai movimenti anti-abortisti: l’aborto medico viene descritto come “chimico” e il feto è definito come “essere umano” e “bambino” non nato.

Dopo che nel 2022 la Corte Suprema ha ribaltato la storica sentenza Roe v. Wade, offrendo ai singoli stati americani la possibilità di legiferare sul tema dell’interruzione di gravidanza, la pillola abortiva è diventata sempre più l’obiettivo degli attacchi conservatori nel paese. Diversi stati sono già al lavoro per restringerne l’accesso con leggi ad hoc, mentre a marzo la catena di farmacie Walgreens ha bloccato la distribuzione di pillole abortive negli Stati con governi repubblicani. La sentenza del giudice Kacsmaryk ha velocizzato il processo anti-abortivo, assumendo valenza federale.

Divieto revocato, con riserva

Il giudice Kacsmaryk ha dato sette giorni per fare appello contro la sua decisione. E il dipartimento di Giustizia americano non ha perso tempo, ottenendo ora una nuova sentenza che scavalca la precedente.

Tre giudici federali, di cui due nominati da Donald Trump, hanno stabilito che la pillola abortiva è legale, per quanto il procedimento nei confronti della Food and drug administration proseguirà il suo iter nei tribunali. In particolare, nella sentenza si scrive che è ormai passato troppo tempo da quando il Mifepristone è in circolazione per bloccarlo e inoltre, facendolo, si potrebbero avere conseguenze negative per la sanità pubblica.

Allo stesso tempo però la nuova sentenza pone una serie di limitazioni all’accesso alla pillola abortiva. La Food and drug administration a partire dal 2016 aveva predisposto misure di facilitazione, come la possibilità di ottenere il farmaco per posta. I giudici ora hanno stabilito che il Mifepristone potrà essere prescritto ed erogato solo fisicamente da un medico dopo almeno tre visite, richiamando una legge federale dell’Ottocento. Inoltre, i giudici hanno abbassato il periodo in cui può essere somministrata da dieci a sette settimane dal concepimento. La battaglia legale non è finita e il dipartimento di Giustizia ha detto di voler sottoporre la questione alla Corte Suprema, i cui giudici sono però a maggioranza conservatori.

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