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Piogge violentissime causate dal monsone, un vento tipico dell’oceano Indiano, hanno colpito il Pakistan e l’India fin dai primi giorni di settembre. Le piogge, mai così violente da 50 anni, hanno provocato inondazioni devastanti. Le zone più colpite sono state la provincia pachistana del Punjab e il Kashmir, la regione contesa tra Pakistan e India.
Piogge violentissime causate dal monsone, un vento tipico dell’oceano Indiano, hanno colpito il Pakistan e l’India fin dai primi giorni di settembre. Le piogge, mai così violente da 50 anni, hanno provocato inondazioni devastanti. Le zone più colpite sono state la provincia pachistana del Punjab e il Kashmir, la regione contesa tra Pakistan e India.
I governi dei due paesi hanno deciso di cooperare per cercare di aiutare più persone possibile. Il primo ministro indiano Narendra Modi e quello pachistano Nawaz Sharif hanno messo da parte le questioni di principio sulla sovranità relativa al Kashmir e hanno deciso di collaborare per migliorare la distribuzione di aiuti umanitari di prima necessità nelle zone colpite.
Le persone interessate dall’alluvione sarebbero più di cinque milioni secondo un bilancio provvisorio del National disaster management authority (Ndma), l’autorità pachistana che si occupa di gestire e prevenire i danni causati da disastri naturali. Neanche il numero delle vittime è definitivo, ma secondo diverse fonti sarebbero oltre 460, a causa delle inondazioni e delle frane provocate da giorni di pioggia torrenziale.
Le persone senza accesso all’acqua potabile e all’elettricità sarebbero milioni, mentre quelle ancora in attesa di soccorso perché intrappolate ai piani alti di edifici e abitazioni sarebbero quasi 700mila. Il raccolto dei campi agricoli presenti nell’area è stato completamente distrutto, mentre sono migliaia le case ormai inagibili.
È la seconda volta in quattro anni che il Pakistan viene colpito da alluvioni devastanti. L’ultima e la più grave della sua storia è stata nel 2010 quando vennero coinvolte 21 milioni di persone, tra cui 1.800 morti.
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