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Ha rivoluzionato le regole dell’assemblaggio dei mobili con soluzioni ecologiche, modulari e creative che permettono di riutilizzare anche vecchi arredi che altrimenti verrebbero gettati. Ora Playwood è pronta a ingrandirsi con la prima raccolta fondi.
Dimentichiamoci di viti, bulloni, trapani e colle. Playwood ha rivoluzionato le regole dell’assemblaggio dei mobili. Più semplici, più creative e pure rispettose dell’ambiente. Sì, perché forse molti non sanno che “ogni anno in Europa vengono gettate via 100mila tonnellate di arredi – spiega Stefano Guerrieri, co-fondatore e amministratore delegato di Playwood –. I metodi tradizionali di assemblaggio prevedono viti, bulloni, trapano o colle che rovinano inevitabilmente i pannelli dei mobili, rendendo difficile o addirittura impossibile lo smontaggio”.
Ecco perché la startup italiana, nata nel 2014 ad opera di Stefano Guerrieri, Carlotta Nizzoli e Mirco Bonilauri, ha voluto trovare un’alternativa per smontare, (ri)montare e riutilizzare mobili destinati a case, uffici, fiere, negozi, mostre, spazi di co-working e non solo. È possibile grazie a dei connettori realizzati con un polimero high-tech e rinforzati da fibre di vetro che li rendono leggeri e allo stesso tempo resistenti come il metallo. Funzionano più o meno come un morsetto: si fanno scorrere sui pannelli da unire e si stringono all’altezza della posizione corretta. Sono colorati, vengono prodotti in diverse angolazioni, resistono a pesi di oltre 250 chili e sono potenzialmente riutilizzabili all’infinito.
“Se Lego e Ikea avessero un figlio, questo sarebbe Playwood”. È così che il blog Trend hunter battezza la startup, che lascia la libertà a tutti coloro che vogliano cambiare, spostare, trasformare, adattare, ripensare gli spazi, di combinare a piacimento i pannelli in tante forme diverse. Non solo: permette anche di riutilizzare, riciclare, riparare tutti i materiali a fine vita. Gli elementi in legno dei kit, infatti, provengono da foreste sostenibili e sono privi di formaldeide. L’intera catena di produzione e vendita, inoltre, è pensata per minimizzare l’impatto ambientale, trasporto compreso. Non banale se si pensa che il settore dei trasporti è responsabile almeno del 30 per cento delle emissioni totali di anidride carbonica in Europa.
“Playwood permette di acquistare il sistema di assemblaggio separatamente dall’arredo – continua Guerrieri –, scegliendo, se lo si desidera, di utilizzare materiale di riciclo o pannelli reperibili localmente. Così si riducono ulteriormente i costi di trasporto e si può optare per la consegna espressa direttamente a casa. L’ottimizzazione della logistica ci dà la possibilità di vendere attraverso tutti i canali oggi esistenti; sia quelli fisici, come le catene dedicate al fai-da-te, sia quelli digitali, dall’e-commerce proprietario ad Amazon”.
300mila pezzi venduti solo nel 2019 in 32 nazioni – con un aumento degli acquisti online del 105 per cento rispetto all’anno precedente –, oltre 500mila pezzi venduti in quattro anni, per circa il 70 per cento all’estero. I numeri parlano da soli: Playwood piace. Ed è pronta per il prossimo step: ingrandirsi. Lo fa lanciando la prima raccolta fondi su Mamacrowd. “Ora che il nostro prodotto ha ampiamente ottenuto la validazione del mercato – spiega Guerrieri – siamo pronti per fare le cose in grande. Per questo abbiamo avviato la nostra prima raccolta fondi di tipo equity su mamacrowd.com”.
In precedenza, la startup ha già concluso con successo due round privati di investimento ai quali hanno partecipato alcuni tra i venture capital italiani più importanti: Primomiglio sgr e Lventure group spa. “I tempi sono maturi per la fase di scale-up – continua Guerrieri –. Ecco perché ci siamo rivolti alla piattaforma numero uno nell’equity crowdfunding. I fondi raccolti saranno utilizzati per consolidare il team, ampliare la rete commerciale e continuare a lavorare sull’innovazione di prodotto”. L’obiettivo è naturalmente quello di acquisire nuovi clienti, ma anche di fidelizzare e coinvolgere quelli già esistenti dando loro la possibilità di investire. E detrarre il 30 per cento di tale investimento dalle tasse.
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