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Gli Ayoreo, abitanti indigeni del Paraguay settentrionale, rischiano di perdere per sempre il loro ultimo rifugio, la foresta. Lo confermano le immagini satellitari e Google Earth.
Si devono spostare costantemente per sfuggire ai bulldozer che radono al suolo la foresta del Chaco, in Paraguay. Sono gli ultimi appartenenti del popolo Ayoreo, indigeni della foresta chiamati anche Incotattati, perché da sempre lontani dalla civiltà e dal progresso galoppante.
La foresta rimane la loro unica casa. Ma la foresta sta scomparendo, a tassi sempre più elevati. Lo conferma lo studio pubblicato pochi mesi fa dall’Università del Maryland “Global Forest Change” e l’accorato appello dell’ong Survival, impegnata ad aiutare i popoli indigeni di tutto il mondo a proteggere le loro terre e i loro diritti.
Qui sotto è possibile vedere, in rosso, le aree più minacciate dalla deforestazione.
Tutto è iniziato quando il Ministero dell’Ambiente del Paraguay ha silenziosamente deciso di concedere ad alcuni allevatori l’autorizzazione a spianare una riserva di biosfera dell’Unesco, tanto da suscitare profonda indignazione da parte dell’organizzazione ayoreo Opit che in un appello al relatore speciale delle Nazioni unite per i popoli indigeni scrive: “Per gli Ayoreo e i loro parenti la protezione della foresta e del territorio rappresenta la vita stessa”.
“Per quanto ancora il Paraguay potrà vantarsi di avere due Riserve di Biosfera Unesco”, ha detto Stephen Corry, direttore generale di Survival International.
In queste immagini si vedde come l’ultimo lembo di foresta (nel quadrato in rosso), sia minacciato dall’avanzamento della “civiltà”.
La storia infatti pare sempre la stessa. Si rade al suolo la foresta per far spazio agli allevamenti di bestiame: “Con il più alto tasso di deforestazione al mondo, il Chaco non durerà per sempre e l’unica tribù incontattata del Paese sarà cancellata dalla faccia della Terra”, conclude Corry.
“Il governo deve impedire agli allevatori brasiliani di distruggere l’eredità del suo popolo prima che per il Chaco, e per gli Ayoreo, sia troppo tardi”.
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