
La società elettrica che soddisfa la domanda nel 95% delle Hawaii ha annunciato un piano per raggiungere la neutralità climatica prima del 2050.
Inaugurato dall’ex presidente un impianto che alimenterà metà della sua città natale. “L’energia pulita cruciale nella lotta ai cambiamenti climatici”.
È stato inaugurato lo scorso febbraio l’impianto fotovoltaico da 1,3 MW a Plains, cittadina che ha dato i natali al 39° presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter. L’installazione coprirà il 50 per cento della domanda di elettricità delle famiglie residenti.
L’ex presidente è direttamente coinvolto nel progetto perché, oltre al taglio del nastro, ha affittato lui stesso il terreno di poco più di 4 ettari dove è sorto l’impianto, realizzato da SolarAmerica Energy. “Siamo onorati di lavorare con il presidente Carter e la sua famiglia su questo progetto qui a Plains”, ha dichiarato George Mori, vicepresidente della società. “La leadership del presidente Carter su ciò che compete l’energia rinnovabile è ben nota e apprezzata nel nostro settore”.
Durante il discorso inaugurale, l’ex presidente che quest’anno compierà 93 anni, ha confermato: “Rosalynn e io siamo molto lieti di far parte del progetto di SolAmerica qui a Plains. La distribuzione e la generazione di energia pulita è fondamentale per rispondere alla crescente domanda di energia e per combattere gli effetti del cambiamento climatico. È incoraggiante vedere i grandi progressi fatti dal solare e dalle altre fonti di energia pulita negli ultimi anni”.
Era il 1979 quando il presidente Jimmy Carter installò sul tetto della Casa Bianca i primi 32 pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua. L’installazione fu poi smantellata nel 1986 durante la presidenza di Reagan. Un evento comunque epocale, che accade durante una delle crisi petrolifere più gravi che gli States si trovarono ad affrontare. Un gesto estremamente simbolico, precursore dei nostri tempi.
Non solo, Carter fece installare successivamente anche 324 pannelli solari sul tetto della libreria presidenziale a lui dedicata, capaci di produrre circa il 7 per cento dell’energia richiesta dalla struttura. “Negli anni 2000 questo impianto per il riscaldamento dell’acqua dietro di me – dichiarò Carter nel 1979 – sarà ancora qui per produrre energia a basso costo ed efficiente. Tempo una generazione questo impianto solare potrebbe essere una mera curiosità, un pezzo da museo, un esempio di scelte non fatte, o potrebbe far parte di una delle più grandi ed eccitanti avventure mai intraprese dagli americani”. Mai parole furono più lungimiranti.
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