Le Alpi siamo noi, e siete voi

Abbiamo partecipato al tour We are Alps 2017, viaggio attraverso l’arco alpino organizzato dal Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi per conoscere sfide e opportunità della più importante catena montuosa d’Europa.

Il fiume Umbal corre veloce verso il salto che dà vita alle omonime cascate, dando sfoggio dell’inarrestabile forza elementale dell’acqua. Le cascate di Umbal, in Austria, nel cuore del parco nazionale Hohe Tauern, sono l’attrazione principale del primo sentiero didattico d’Europa dedicato all’acqua. Ma facciamo un passo indietro e cominciamo dal principio, che ha le sembianze di un treno notturno che, dalla stazione di Bologna, ci condurrà in Austria, a Vienna, da dove partirà il tour We are Alps 2017. L’obiettivo del viaggio, organizzato dal Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi e rivolto ad un gruppo di giornalisti, è di osservare e raccontare la ricchezza, tanto straordinaria quanto vulnerabile, dei paesi alpini. Il tema scelto per l’edizione del 2017 è stato Water in the Alps, l’acqua è infatti considerata uno dei cardini dello sviluppo sostenibile della regione alpina. Abbiamo viaggiato per otto giorni attraverso l’arco alpino, da Vienna a Monaco, utilizzando solo mezzi di trasporto sostenibili per capire come il sistema di gestione delle acque è stato adattato alle condizioni attuali. Ecco come è andata.

Cascata Umbal in Austria
Le cascate Umbal sono alimentate dal ghiacciaio Umbalkees e sono particolarmente spettacolari in estate © Lorenzo Brenna

25 giugno, Vienna

Il tour We are Alps 2017 non parte da vette frastagliate o da scintillanti laghetti alpini, ma dal fascino asburgico e senza tempo di Vienna. La città austriaca non è un paese alpino, ma è attraversata dal Danubio, il secondo corso d’acqua più lungo del continente. Il legame tra Vienna e le Alpi non finisce qui, l’acqua che disseta i milioni di abitanti che popolano la capitale austriaca proviene infatti dalle montagne e inizia il suo viaggio dalle sorgenti alpine. A bordo delle bicilette ci allontaniamo dal centro di Vienna addentrandoci in una sorprendente arteria verde che si fa, via via, più estesa e i palazzi lasciano il posto agli alberi. Mentre un giovane capriolo osserva incuriosito la bizzarra comitiva, siamo ormai giunti a destinazione: la sede del parco nazionale Donauauen. Qui incontriamo Markus Reiterer, segretario generale della Convenzione delle Alpi, che ci presenta la Convenzione e ci introduce il tour e i suoi obiettivi.

26 giugno, Vienna › Schladming

Il secondo giorno inizia con una visita all’impianto di distribuzione dell’acqua, che arriva dalle montagne senza l’uso di pompe, grazie alla sola forza di gravità, e alla storica torre dell’acqua di Vienna. Grazie alla sua corsa l’acqua alimenta inoltre una centrale idroelettrica consentendo di produrre 65 milioni di kilowattora di energia. La città viene rifornita ogni giorno da circa 400mila metri cubi di acqua, in grado di soddisfare il fabbisogno dell’intera popolazione. Ma l’acqua, che a Vienna è protetta addirittura dalla costituzione, non è “solo” vita ed energia, significa anche divertimento. Nei pressi della torre sorge infatti un’area verde dotata di cascate, laghetti e ponti brulicante di bambini che giocano e si rinfrescano. È giunto il momento di lasciare Vienna e dirigersi verso quote più elevate, la prossima tappa è Schladming, nel distretto di Liezen, in Stiria. A Schladming, dove l’aria odora di resina, pedaliamo fino al fiume Enns e al torrente Trenkbach. Dopo la violenta alluvione del 2002, che ha sommerso parte della città e causato il crollo di tre ponti, sono state adottate misure di rinaturalizzazione del corso d’acqua secondo le direttive europee. “Ci siamo concentrati sul ripristino degli habitat naturali e sulla salvaguardia delle specie acquatiche”, ha dichiarato Rudolf Hornich, coordinatore per la gestione del rischio di alluvioni nella Stiria.

Cartelli che mostrano i danni dell'alluvione e le misure adottate
A Schladming il fiume, oltre al prezioso ruolo ecologico, ha un’importante funzione ricreativa per la popolazione, in quest’area è infatti possibile fare sport, nuotare e passeggiare © Lorenzo Brenna

27 giugno, Schladming › Prägraten am Großvenediger

La giornata inizia con una visita alla centrale per il trattamento delle acque reflue di Schladming. In questa struttura altamente automatizzata (vi lavorano solo due persone) l’acqua viene pulita e depurata dai microrganismi. Dopodiché, finalmente, ci troviamo in montagna, precisamente sul Planai, dove ci è stato illustrato il funzionamento del centro di produzione di neve artificiale locale. Il centro ha un ciclo sorprendentemente virtuoso: per realizzare la neve non vengono usate sostanze chimiche né additivi, ha spiegato Bernhard Schupfer, responsabile del comprensorio sciistico, viene impiegata acqua piovana e quando la neve si scioglie viene raccolta in appositi laghi artificiali per poi essere utilizzata nuovamente l’inverno successivo. Il turismo invernale rappresenta per Shladming la risorsa principale, ma gli sport sulla neve sono a rischio a causa dell’innalzamento delle temperature causato dai cambiamenti climatici. La produzione di neve artificiale diventa dunque indispensabile per questa città austriaca, a patto di non tradire le proprie montagne. In autobus giungiamo poi a Prägraten am Großvenediger, piccolo comune abbarbicato tra i monti, a oltre 1.300 metri di altitudine, che emana un odore antico e familiare, di pioggia, nebbia e letame e dove le stelle cadenti sembrano lambirti la testa.

28 giugno, Prägraten am Großvenediger › Merano

Si parte, ci attende il parco nazionale Hohe Tauern, il parco più grande dell’Europa centrale. La nostra meta sono le cascate di Umbal, che simboleggiano alla perfezione l’inarrestabile impetuosità dell’acqua. Il parco rappresenta un esempio virtuoso di conservazione della natura, afferma la nostra guida Florian Jurgeit, in tutta l’area protetta sono stati vietati progetti per lo sfruttamento dell’energia idroelettrica e per la realizzazione di impianti sciistici, si è preferito tutelare l’ambiente, godere dei servizi ecosistemici offerti dal parco e promuovere il turismo sostenibile. “Inoltre – ha aggiunto Jurgeit – nel 75 per cento del parco la caccia è vietata”. Con gli occhi ancora traboccanti della selvaggia bellezza del parco ci dirigiamo verso Merano. A bordo del treno assistiamo alla presentazione del progetto HyMoCARES, iniziativa nata con l’obiettivo di diffondere buone pratiche per la gestione sostenibile dei fiumi, partendo dall’utilizzo corretto dei sedimenti (in passato sfruttati abbondantemente per ricavare ghiaia), fondamentali per la mitigazione del rischio idrogeologico e per la conservazione degli ecosistemi e della biodiversità. “Un fiume in cui si attua una gestione sostenibile di acque e sedimenti influenza positivamente le attività economiche dei territori e, più in generale, il benessere delle popolazioni”, ha spiegato Andrea Goltara, direttore del Centro italiano per la riqualificazione fluviale. La giornata termina alle Terme di Merano, dove il direttore sanitario del centro, Salvatore Lo Cunsolo, ci illustra i benefici dell’acqua termale, “un vero e proprio farmaco utilizzato per curare diverse patologie – ha spiegato Lo Cunsolo. – L’Italia è un dei paesi più avanzati al mondo per quanto riguarda le cure termali”.

Salamandra atra in Austria
Il parco nazionale Hohe Tauern è caratterizzato da alte vette, con oltre trecento montagne da tremila metri, e una ricca biodiversità. Tra le specie che si possono incontrare c’è questo magnifico anfibio caudato, la salamandra alpina (Salamandra atra) © Lorenzo Brenna

29 giugno, Merano › Torino

Sotto un cielo plumbeo attraversiamo Merano, guidati dal sindaco, Paul Rüsch che ci spiega come da molto tempo la città abbia deciso di puntare sul turismo sostenibile. Dopodiché, in compagnia della guida Johannes Ortner, andiamo alla scoperta degli antichi canali d’acqua artificiali che fendono discreti la città. I canali risalgono al XVI secolo e sono ancora perfettamente funzionanti, sono stati realizzati per trasportare l’acqua dei ruscelli di montagna nei campi e irrigare così la valle e le note coltivazioni di mele. Le piogge sono infatti insufficienti a soddisfare il fabbisogno idrico delle culture, ha affermato Ortner. Prossima tappa del viaggio la Val di Susa, passando per Torino, durante il viaggio in treno verso il capoluogo piemontese Matteo Dall’Amico ci illustra il progetto MySnowMaps. È una app dedicata alla neve che, tramite algoritmi,  fornisce agli utenti informazioni aggiornate sullo stato della neve in tutte le località dell’arco alpino. “Solitamente si pensa che la neve sia legata alla meteorologia – ha detto Dall’Amico – non è così, un meteorologo può dirti se nevicherà, ma se non nevica da venti giorni non saprà dirti quanta neve c’è in montagna”. La app, che si avvale delle segnalazioni degli utenti, consente dunque di pianificare al meglio il tragitto per un’escursione o per una sciata e l’equipaggiamento necessario.

30 giugno, Torino › Val di Susa › Annecy

La vegetazione fluviale, un tempo tagliata senza ritegno, è fondamentale e svolge un ruolo polifunzionale. Protegge le sponde di fiumi e torrenti dall’erosione, contribuisce alla regimazione delle acque, riduce le sostanze inquinanti al loro interno e costituisce un habitat ricco di specie animali e vegetali. Possiamo vederne un esempio concreto visitando il fiume Dora Riparia, in Val di Susa. Si tratta di un ecosistema quasi unico, ci ha spiegato Anna Lanfranco, responsabile della gestione dell’acqua della regione Piemonte, ha infatti le caratteristiche di un fiume planiziale ma scorre in quota, ad oltre mille metri sopra il livello del mare. La regione Piemonte, attraverso una programmazione pluriennale, effettua interventi di manutenzione degli alvei per prevenire i danni causati dalle alluvioni. Lasciamo dunque la Val di Susa per dirigerci in Francia, ad Annecy, città circondata dall’abbraccio protettivo delle montagne che sorge sull’omonimo lago (il secondo lago naturale più grande di Francia). Proprio il lago è il protagonista della nostra visita, prima in comune ci viene presentato il progetto Waterloop, volto allo sfruttamento sostenibile delle risorse idriche, utilizzate per produrre energia geotermica, dopodiché lo attraversiamo a bordo di un battello. Visitiamo infine l’impianto di depurazione dell’acqua che rende potabile l’acqua del lago.

Lago di Annecy
Il nuovo impianto di depurazione del lago di Annecy, realizzato nel 2010, soddisfa i requisiti europei circa la purezza dell’acqua © Lorenzo Brenna

1 luglio, Annecy › Savines-le-Lac › L’Argentière-la-Bessée

Prossima tappa del viaggio è Savines-le-Lac, piccolo comune montano nel dipartimento delle Alte Alpi. Durante il viaggio in treno abbiamo parlato di corridoi ecologici, sottopassaggi per anfibi e dell’importanza delle aree umide con il dottor Yann Kohler, coordinatore della Rete delle aree alpine protette. Arrivati a destinazione abbiamo visitato in barca il lago Serre Poncon, che coniuga sfruttamento sostenibile delle risorse idriche e turismo. Abbiamo poi ripreso quota dirigendoci verso L’Argentière-la-Bessée, all’interno del parco nazionale des Écrins, regno di camosci, stambecchi e marmotte. Qui abbiamo visitato il centro regionale di formazione di kayak canoa e appreso l’esperienza virtuosa di questo comune che negli anni Novanta ha chiuso le sue fabbriche e ora si sostenta esclusivamente grazie al turismo rispettoso dell’ambiente. Ogni attività della valle ha vissuto una riconversione in nome del rispetto delle risorse naturali. L’inversione di tendenza ha innescato un incredibile incremento del turismo e la zona è diventata meta ambita per scalatori, arrampicatori e amanti del kayak.

2 luglio, L’Argentière-la-Bessée › Monaco

Ultimo giorno del tour, dopo aver visto fiumi, torrenti e laghi siamo diretti verso il mare, siamo infatti in viaggio verso il principato di Monaco. Arrivando a Monaco, specie se si viene dalle montagne, è impossibile non rimanere colpiti dallo sfarzo ostentato e dai modi affettati del principato. Qui abbiamo visitato il Grimaldi forum, chiamato la cattedrale per via dei numerosi tubi che ricordano le canne degli organi delle chiese. La struttura, un avveniristico centro congressi che sorge in riva al mare, utilizza l’acqua marina per climatizzare i 75mila metri quadrati dell’intero edificio. “Attraverso un sistema di pompaggio l’acqua viene trasferita verso pompe di calore che producono caldo o freddo”, ha spiegato Alain Melkonian, gestore dell’edificio.

Scorcio di Monaco
Il Grimaldi forum di Monaco, che sorge a ridosso del mare, è dotato di un impianto che sfrutta l’acqua marina che riscaldare e raffreddare l’edificio © Lorenzo Brenna

Dai grandi fiumi ai piccoli torrenti, dai laghi fino al mare, questo viaggio ci ha ricordato ancora una volta che l’acqua è un bene fragile e prezioso, in grado di assolvere contemporaneamente molteplici funzioni, rappresentando la risorsa principale per molte comunità alpine. Il futuro di questa risorsa, sempre più scarsa e minacciata dall’eccessivo sfruttamento e dai cambiamenti climatici, è nelle nostre mani.

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