Venerdì 9 giugno Greta Thunberg ha saltato la scuola per l’ultima volta in sciopero per il clima. Lo ha fatto nel giorno del suo diploma, dicendo che con la fine della scuola termineranno anche gli scioperi scolastici che hanno fatto conoscere al mondo la causa di Fridays for futurenel corso degli ultimi cinque anni.
School strike week 251. Today, I graduate from school, which means I’ll no longer be able to school strike for the climate. This is then the last school strike for me, so I guess I have to write something on this day. Thread🧵 pic.twitter.com/KX8hHFDyNG
Per l’occasione l’attivista ha condiviso le immagini dell’ultima protesta scolastica con alcuni suoi compagni, durante la quale ha detto che nonostante l’impegno di questi anni l’umanità “sta ancora andando nella direzione sbagliata“. Dal 2018 ad oggi, Thunberg ha saltato la scuola 251 volte per invocare un’azione tempestiva da parte dei governi di tutto il mondo, intervenendo contro il cambiamento climatico causato dalle attività umane: “Continuiamo a muoverci nella direzione sbagliata, mentre chi è al potere continua a sacrificare le persone emarginate e colpite e il pianeta in nome dell’avidità, del profitto e della crescita economica. Loro continuano a destabilizzare la biosfera. Ci stiamo rapidamente avvicinando a potenziali punti di svolta ecologici e climatici non lineari che sfuggono al nostro controllo. E in molte parti del mondo stiamo addirittura accelerando il processo”, continua Thunberg.
Cinque anni dopo il primo sciopero di Greta Thunberg
Fa un certo effetto pensare a tutti i progressi fatti dalla lotta al cambiamento climatico da quando Greta ha imbracciato il suo cartello con la scritta Skolstrejk för klimatet – sciopero scolastico per il clima – per la prima volta seduta fuori dal palazzo del parlamento svedese.
Quel giorno era il 20 agosto 2018 e Thunberg aveva solo 15 anni. Aveva iniziato una protesta quotidiana in solitaria, ma nelle tre settimane successive si erano aggiunti alcuni compagni: “Quando ho iniziato a scioperare nel 2018 non mi sarei mai aspettata che avrebbe portato a qualcosa”, ha continuato l’attivista svedese su Twitter. “Dopo aver scioperato ogni giorno per tre settimane, eravamo un piccolo gruppo di bambini che ha deciso di continuare a farlo ogni venerdì. E lo abbiamo fatto, ed è così che è nato Fridays For Future”.
Con la decisione di proteggere 400mila ettari del Grand Canyon dalle compagnie minerarie, il presidente degli Stati Uniti inizia un’opera di rammendo di una politica ambientale finora contraddittoria.
Il 14 ottobre la polizia ha iniziato a sgomberare i manifestanti in ogni area della città. Il movimento ambientalista si è opposto in sede legale al provvedimento, ora in esame presso la corte suprema.
In occasione di Internazionale a Ferrara, abbiamo incontrato due giovani attivisti: Daze Aghaji di Extinction Rebellion ed Alexander Fiorentini di Fridays for future. Che ci hanno portato ad esplorare due mondi diversi fra loro, ma con lo stesso obiettivo.
Greta Thunberg è riuscita in un anno a raccogliere l’entusiasmo di migliaia di giovani con Fridays for future. Nel 2018 è nato anche Extinction Rebellion, movimento più radicale con una strategia ben precisa.
Nato nel maggio del 2018, Extinction Rebellion è un movimento variopinto e pacifista, ma anche estremamente organizzato e che usa la matematica come strumento per pianificare le proteste.