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Rachel Carson è una pietra miliare nella storia della coscienza ecologica. Il suo libro primavera silenziosa è un grido d’allarme per la salute del pianeta
Riconosciuta come la madre dell’ambientalismo, Rachel Carson diede vita a un movimento politico in cui oggi si riconoscono gli ecologisti di tutto il mondo. È al suo appassionato impegno, all’intensa attività di scrittrice e divulgatrice, che si deve la crescita di una diffusa sensibilità ecologista.
Nata a Springdale, una piccola cittadina di campagna della Pennsylvania, si dedicò fin da bambina all’osservazione e all’esplorazione della natura. Appassionata di bird-watching, studiò biologia marina laureandosi a pieni voti alla John Hopkins University.
Rachel Louise Carson, fu la prima a prevedere con forte anticipo sui tempi gli effetti delle tecniche in agricoltura, la prima a denunciare pubblicamente e con appassionata forza i danni inferti alla natura dall’uso e abuso indiscriminato di insetticidi chimici (vedi ddt e l’odierno glifosato) e composti organici di sintesi, dal fenomeno della deforestazione e dall’incontrollato intervento dell’uomo sull’ambiente. Nei primi decenni del novecento erano in pochi ad occuparsi di danni ambientali. Per lo più si trattava di ricercatori troppo pavidi per denunciare la pericolosità di nuovi prodotti chimici o di scienziati troppo impegnati in laboratorio per pensare alla salute dell’umanità e della natura.
Quando nel 1962 la Carson scrisse “Primavera silenziosa“, un classico del pensiero ambientalista ed ecologista, tuttora di grandissima attualità, in cui descriveva con dovizia di ricerche e analisi scientifiche i danni irreversibili all’ambiente e all’uomo causati dai pesticidi, fu attaccata violentemente dalle multinazionali della chimica e dell’industria agroalimentare. Contro di lei fu montata una campagna di denigrazione di una brutalità senza precedenti.
La Carson dedicò il suo libro-bomba (così lo definì in un rapporto confidenziale il legale di una società di pesticidi) ad Albert Schweitzer che disse “L’uomo ha perduto la capacità di prevenire e prevedere. Andrà a finire che distruggerà la Terra”. Rachel Carson, colei che aveva elaborato un pensiero scientifico, una nuova scienza, quella ecologica, morirà a Silver Spring nel 1964, due anni dopo la pubblicazione di “Silent spring”, uccisa da un tumore al seno.
E’ stato proprio il libello Silent Spring (Primavera Silenziosa), scritto tra il ’58 e il ’61 e pubblicato nel 1962, a svegliare la coscienza pubblica e a cambiare il corso della storia, segnando così la nascita della tradizione ambientalista mondiale. Un saggio incentrato su coltura e alimentazione, natura e ragione, con cui la Carson ottenne da subito un successo editoriale mondiale tradotto in 24 lingue. In Italia, il libro della studiosa statunitense è stato ripubblicato più volte, l’ultima delle quali nel 1999.
Con parole profetiche Rachel Carson ha anticipato di molto lo scenario di degrado ambientale in cui oggi si ritrova a vivere l’umanità del secondo millennio. Anche se durante gli anni ’60 si era verificato tra gli americani un incremento della consapevolezza che nel loro Paese esistevano significativi problemi ambientali, Rachel Carson, genetista e biologa marina nata nel 1907 e morta due anni dopo la pubblicazione del suo libro più famoso, fu la prima a denunciare con appassionata forza l’uso crescente dei pesticidi e composti organici di sintesi in agricoltura (tutti dei potenti aggressivi ad azione cancerogena), documentando con dovizia di ricerche e analisi scientifiche i danni per la salute umana e per l’ambiente.
Tra i molti temi affrontati in questo libro, la Carson si sofferma anche sugli effetti boomerang del massiccio impiego del Ddt che seleziona organismi ad esso sempre più resistenti, eliminando anche i loro antagonisti biologici. Tuttavia, Rachel Carson è un’ottimista e lo dimostra suggerendo varie alternative all’irresponsabile avvelenamento del pianeta da parte delle industrie chimiche. Una per tutte, l’impegno e il lavoro congiunto di scienziati ed ecologi per dare soluzioni biologiche e bioetiche adeguate.
Primavera silenziosa si chiude con una profonda riflessione sugli ingegnosi e creativi propositi di risolvere il problema della coesistenza del genere umano con le altre creature della Terra che, secondo la Carson, sono guidati da un solo filo conduttore: la consapevolezza di dover venire a patti con la vita stessa. Un approccio sostanziale alla natura tramite un’apertura e una sensibilità fondante per noi stessi e la vita umana che ci circonda. Prima che le voci della primavera tacciano per sempre.
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