Nel 2022 sulle coste italiane sono stati rilevati 19.530 reati ambientali e 44.444 illeciti amministrativi.
A farla da padrone sulle coste italiane è il ciclo illegale del cemento. E i reati crescono nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa.
Tra le proposte di Legambiente al governo, l’affidamento delle demolizioni delle case abusive ai prefetti.
19.530 reati ambientali. 44.444 illeciti amministrativi. 8,7 infrazioni ogni chilometro, una ogni 115 metri. Sono i tragici numeri del 2022 delle coste italiane, presentati dall’associazione ambientalista Legambiente nel nuovo rapporto Mare Monstrum. Dati in crescita rispetto al 2021, che mostrano come tra cementificazione illegale, inquinamento, pesca di frodo e violazione dei codici di navigazione, i nostri mari non se la passano affatto bene in termini di salute e vivono minacce continue. Il tutto, con l’ombra della mafia.
I dati di Legambiente
Il report Mare Monstrum 2023 di Legambiente raccoglie dati e numeri del 2022 sul mare violato e minacciato dalle illegalità ambientali. La nuova edizione è stata diffusa oggi 4 settembre alla vigilia dell’anniversario della morte di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica brutalmente ucciso il 5 settembre 2010 per il suo impegno per la tutela del mare e delle coste del Cilento contro speculazioni e illegalità. Una morte su cui si chiede ancora verità.
Cemento illegale, inquinamento e maladepurazione, pesca di frodo mettono sotto scacco il mare italiano e le aree costiere. Sono ben 19.530 i reati ambientali accertati nel 2022 lungo le coste italiane. I numeri del nostro Report Mare Monstrum qui https://t.co/YbtjkUnlf9
Sono ben 19.530 i reati ambientali accertati nel 2022 lungo le coste italiane, con un +3,2 per cento rispetto al 2021, mentre gli illeciti amministrativi, 44.444, sono cresciuti del +13,1 per cento. Diminuiscono, anche se di poco (-4 per cento), il numero delle persone denunciate e arrestate (19.658) e in maniera più significativa quello dei sequestri (3.590, con una riduzione del -43,3 per cento). Sommando reati e illeciti amministrativi in Italia è stata accertata, grazie ad oltre un milione di controlli (esattamente 1.087.802, +31 per cento rispetto al 2021) svolti dalle Capitanerie di porto e dalle forze dell’ordine, una media di 8,7 infrazioni per ogni chilometro di costa (erano state 7,5 nel 2021), una ogni 115 metri.
Cemento e mafia
Secondo il rapporto Mare Monstrum, nel 2022 a farla da padrone sulle coste italiane è il ciclo illegale del cemento. Tra le violazioni ambientali più rilevate, ci sono le occupazioni di demanio marittimo, le cave illegali, gli illeciti negli appalti per opere pubbliche e l’abusivismo edilizio. Il 52,9 per cento dei reati costali in Italia (10.337) ha a che fare con il cemento.
Dietro il cemento ci sono altri fenomeni d’illegalità, dalla mala-depurazione allo smaltimento dei rifiuti. Violazioni che Legambiente classifica con la voce “mare inquinato” e che nel 2022 hanno contato 4.730 illeciti penali. Segue poi la pesca di frodo, con 3.839 reati. Infine, ammontano a 624 le violazioni del Codice della navigazione relative alla nautica da diporto, anche in aree protette, un dato in netta crescita rispetto ai 210 del 2021 (+197,1 per cento), con 286 persone denunciate/ arrestate e 329 sequestri.
Un altro aspetto che viene evidenziato nel rapporto è quello geografico. Il 48,7 per cento dei reati è stato accertato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, con la Campania che guida la classifica nazionale con 3.345 reati, pari al 17,1 per cento del totale nazionale, seguita da Puglia (2.492 reati), Sicilia (2.184), Lazio (1.741) e Calabria (1.490 reati). Per quanto riguarda la classifica delle infrazioni per chilometro di costa, la Basilicata si conferma come prima regione come numero di reati e illeciti amministrativi accertati, cioè 32,7 per ogni chilometro.
Le proposte al governo
Di fronte a uno scenario critico e in costante peggioramento, Legambiente si è rivolta al governo presentando una serie di proposte urgenti per tutelare le coste italiane e mettere un freno alla cronicità dei reati ambientali.
L’associazione ambientalista chiede di ripristinare, anche con modifiche normative, l’efficacia dell’articolo 10bis della legge 120/2020 che affida ai prefetti il compito di demolire le costruzioni abusive oggetto di ordinanze di abbattimento emesse ma non eseguite dai Comuni. Tra le richieste c’è anche quella di rafforzare l’attività di contrasto delle occupazioni abusive del demanio marittimo, di rilanciare a livello nazionale e su scala locale la costruzione, l’adeguamento e la messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione, di efficientare la depurazione delle acque reflue, valorizzandole come risorsa e permettendone il completo riutilizzo in settori strategici come l’agricoltura.
Legambiente chiede anche di migliorare e rendere più efficienti ed omogenei i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale messe in rete nel Sistema Nazionale di protezione ambientale coordinato da Ispra, di regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi istituendo, per esempio, delle zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa, di promuovere politiche attive per la prevenzione nella produzione di rifiuti e per la migliore tutela del mare e della costa e, infine, di attuare adeguati interventi normativi contro la pesca illegale, non dichiarata e non documentata.
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