
Il premier laburista Anthony Albanese ha annunciato il referendum per aggiungere una sezione dedicata agli indigeni in Costituzione. Si terrà entro la fine del 2023.
Il Premio Reporter senza frontiere per la libertà di stampa va a un giovane cronista siriano, che ha rischiato la vita pur di raccontare la guerra.
Hadi Abdullah, giornalista indipendente siriano di 29 anni, ha vinto il venticinquesimo Premio Reporter senza frontiere per la libertà di stampa. Il giovane cronista di guerra ha ricevuto il riconoscimento “per non aver esitato – spiega l’associazione – nell’avventurarsi in zone particolarmente pericolose, che normalmente vengono evitate dai giornalisti occidentali, pur di filmare e intervistare gli attori della società civile coinvolti nel conflitto”.
Nello scorso mese di gennaio – ricorda Reporter senza frontiere – Hadi Abdullah era stato anche rapito, per un breve periodo di tempo, dal fronte Al-Nosra: “Il giornalista ha sfiorato la morte in più di un’occasione”. Basti pensare che il suo cameraman è stato ucciso dall’esplosione di una bomba artigianale nell’abitazione che condividevano. Lo stesso reporter vincitore del premio in quell’occasione era stato gravemente ferito.
Il riconoscimento non è stato ritirato, per ovvie ragioni, nel corso della cerimonia che si è svolta a Strasburgo. Assieme a Hadi, sono stati premiati anche il sito di informazione cinese 64Tianwang e i reporter-cittadini Lu Yuyu e Li Tingyu, che sono stati imprigionati (sempre in Cina) per il lavoro svolto. “È un grande onore per noi concedere il premio a dei giornalisti e a dei media che si sono distinti per la loro professionalità e il loro coraggio, in contesti nei quali il giornalismo si esercita spesso mettendo in pericolo la propria vita”, ha commentato il segretario generale di Reporter senza frontiere, Christophe Deloire. Cina e Siria, infatti, vengono classificate dalla stessa associazione, rispettivamente, al 176esimo e al 177esimo posto nella classifica mondiale della libertà di stampa (che comprende in totale 180 paesi).
Nel 2015 il titolo era andato ad un’altra reporter siriana, Zaina Erhaim, per i suoi reportage dalla città di Aleppo. Nelle sue cronache, la giornalista ha raccontato la vita quotidiana in uno dei centri nevralgici del conflitto. Dando ampio spazio al lato umano: “Il suo è un messaggio di speranza”, aveva spiegato Reporter senza frontiere.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il premier laburista Anthony Albanese ha annunciato il referendum per aggiungere una sezione dedicata agli indigeni in Costituzione. Si terrà entro la fine del 2023.
L’Italia guarda al modello-Israele per l’acqua, basato su grandi opere e tecnologie avanzate. Ma anche su gravi violazioni dei diritti dei palestinesi.
Il Wyoming è il primo stato americano a vietare la prescrizione, la vendita e l’uso di pillole abortive. La normativa entrerà in vigore a luglio.
Il giornalista francese Olivier Dubois è stato liberato. Era stato rapito da un gruppo jihadista, nella nazione africana, nel marzo del 2021.
Il presidente messicano Andrés López Obrador continua sulla strada della nazionalizzazione del litio iniziata nel 2022. Sono previste collaborazioni e investimenti, ma il Messico sarà sempre il principale “azionista”.
L’accusa è di aver comprato il silenzio di una donna a proposito di una loro relazione. Trump aizza i suoi sostenitori a scendere in piazza e protestare.
Il crimine contestato al presidente russo riguarda la deportazione illegale della popolazione, soprattuto dei bambini ucraini.
Da gennaio milioni di persone scendono in piazza in Francia contro il progetto di riforma delle pensioni. Che intanto è stata approvata dal Senato.
Una delle peggiori situazioni umanitarie al mondo. Il terremoto costringe la Siria ad affrontare un’altra crisi e Avsi si occupa di sostegno e cure.