Plastica in mare

Ridurre le microplastiche, ecco come fare

Diminuire la produzione di microplastiche è fondamentale per il benessere nostro e degli ecosistemi. Ecco qualche accorgimento

Si trovano in mezzo al mare, negli stomaci dei pesci, attaccati alle alghe. Si posano sulla neve fresca ad alta quota o sono incastonate nei ghiacci artici. Le respiriamo nell’aria – che crediamo pura – di montagna. E ancora, crescono insieme ai broccoli e alle fragole dell’orto. Si trovano ormai persino dentro di noi, qualche volta anche da prima che nasciamo. Parliamo delle microplastiche e delle nanoplastiche, piccolissimi frammenti plastici con una grandezza che varia tra i 330 micrometri e i 5 millimetri, che provengono dagli oggetti che possediamo, dai nostri abiti, dalle nostre creme, insomma: dalle nostre abitudini quotidiane.

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Raccolta di microplastiche in spiaggia. © iStock

Di  tutta la plastica che finisce nel Mar Mediterraneo ogni anno, secondo l’Iucn, il 6 per cento è costituito proprio da frammenti inferiori ai 5mm. Questi materiali danneggiano gli ecosistemi naturali terresti e marini e hanno un impatto sulla nostra salute. Le sostanze rilasciate dalla plastica nell’organismo possono infatti contribuire allo sviluppo di disturbi ai reni o all’apparato riproduttivo, al sistema nervoso, a quello metabolico, a quello cardiovascolare e a quello immunitario. Fare di tutto per ridurle dalla nostra vita è imperativo, per il nostro bene e per quello dell’ambiente.

Gli accorgimenti per ridurre le microplastiche

Grazie alle tecnologie attuali, frutto di anni di ricerca e sviluppo, è possibile, per esempio, rimuovere meccanicamente molti di questi frammenti microscopici dai mari, dai fiumi e dai laghi. Ma la tecnologia non può fare tutto da sola, ha bisogno anche del nostro contributo. La buona notizia è che ridurre – e di molto – le microplastiche dalle nostre vite è meno difficile di quanto immaginiamo. Basta seguire pochi, semplici accorgimenti.

Evitare i cosmetici che contengono microplastiche

Dall’1 gennaio 2020, le aziende cosmetiche non possono più vendere prodotti da risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti sfere in microplastica. Tuttavia, la legge non comprende tutti i prodotti contenenti microplastiche, perciò è bene fare attenzione. Secondo l’Onu, per individuare i prodotti che contengono microplastiche basta fare attenzione all’etichetta. Se contengono polyethylene (Pe), polymethyl methacrylate (Pmma), pylon, polyethylene terephthalate (Pet), polypropylene (Pp) meglio evitarli e preferire cosmetici ecologici e certificati.

Acquistare detergenti ecologici per la casa

Anche i detergenti per pulire la casa possono contenere microplastiche. Pure in questo caso, quindi, meglio controllare che tra gli ingredienti non vi siano materie plastiche e preferire detergenti ecologici, realizzati con materie prime di origine vegetale.

Ridurre i capi e i tessuti di origine sintetica e usare la retina per la lavatrice

Ogni capo d’abbigliamento, al momento del lavaggio, rilascia microfibre. Secondo una ricerca condotta da Cnr-Ismar, solo il 10 per cento delle microfibre che si trovano in mare sono di origine sintetica – e sono quindi microplastiche. Il motivo riguarda probabilmente il fatto che è il boom dei capi sintetici è iniziato solo a partire dagli anni Novanta. Su scala globale, si parla comunque di numeri enormi, e ancora poco si sa sugli impatti per l’ecosistema marino. La soluzione per ridurre la propria produzione di microfibre sintetiche è riempire l’armadio prevalentemente con capi di origine naturale – cotone, lana, lino, canapa. Lo stesso consiglio vale per i tessuti d’arredo, come tende e cuscini. Meglio poi utilizzare sempre, in fase di lavaggio, una pratica sacca o una delle sfere studiate appositamente per catturare le microplastiche dagli indumenti. Si trovano su internet.

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Per ridurre le microplastiche, meglio ridurre i capi di origine sintetica. © Maria Orlova/Pexels

Evitare la plastica in casa – specialmente se è usa e getta

Le microplastiche sono anche il risultato della decomposizione degli oggetti che utilizziamo quotidianamente. Meglio quindi preferire alternative naturali e/o durevoli.

In bagno
Meglio optare per lo spazzolino in bambù, che si getta nell’umido dopo aver rimosso le setole.

Nella scelta della spugna per il corpo, meglio la luffa, che va gettata nell’organico.

In cucina
Sostituire la pellicola di cellophane con quella in cera d’api riutilizzabile, oppure coi tappi adattabili in silicone riutilizzabili.

Se si usa il caffè in cialde, evitare quelle in plastica e, se possibile, acquistare quelle compostabili o in acciaio riutilizzabili e riempibili col proprio caffè preferito.

Sostituire i contenitori da frigo e le ciotole in plastica monouso con contenitori riutilizzabili come quelli in plastica riciclata, in vetro o in acciaio, meglio se dotati di tappo.

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In cucina, meglio optare per ciotole in ceramica, vetro e metallo, oppure plastica riciclata, meglio se con tappo. © ShotPot/Pexels

Angolo studio
Meglio le penne ricaricabili oppure quelle ecologiche, con l’involucro in bambù.

Preferire  portamatite, astucci, portadocumenti in cartone, tela, legno o metallo o eventualmente utilizzare quelli in plastica riciclata.

Preferire un’agenda con la copertina in cartone ed evitare quelle in ecopelle, che è plastica.

Arredi
Preferire arredi, complementi d’arredo e accessori in materiali di qualità e durevoli nel tempo.

Giocattoli per i bambini
Preferire i giochi in materiali naturali o in plastica 100 per cento riciclata: palette, secchielli e formine per la spiaggia, per esempio, si trovano facilmente su internet.

Prima di uscire
Evitare di mettere in borsa la bottiglietta di plastica usa e getta. Meglio la borraccia in metallo riutilizzabile. Esiste anche piccola, da 300 ml. Oppure, scegliere bottiglie riutilizzabili e durevoli in plastica riciclata, da smaltire correttamente nella differenziata una volta arrivare a fine vita.

Ridurre la nostra produzione di microplastiche non è difficile, basta fare un po’ di attenzione. Così faciliteremo il lavoro delle “tecnologie mangiaplastica” e faremo un favore al Pianeta e a noi stessi.

FAQs

  • Come eliminare le microplastiche dall’acqua? L’uso di filtri avanzati nei sistemi di trattamento delle acque e l’adozione di tecnologie specifiche per filtrare le microplastiche possono aiutare a ridurre la loro presenza nell’acqua.
  • Quali prodotti contengono microplastiche? Le microplastiche sono spesso presenti in cosmetici, detergenti, e tessuti sintetici.
  • Come mai ci sono le microplastiche in mare? Le microplastiche arrivano nei mari principalmente attraverso lo scarico di acque reflue, il degrado di prodotti di plastica più grandi e l’abrasione di pneumatici e tessuti sintetici.
  • Come mangiamo le microplastiche? Le microplastiche possono essere ingerite attraverso il consumo di frutti di mare, acqua contaminata, e persino dal sale da cucina.
  • Quali sono i pericoli delle microplastiche? Le microplastiche possono rilasciare sostanze chimiche tossiche e agire come vettori per altri inquinanti, rappresentando un rischio per la salute umana e per gli ecosistemi.

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