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Rifiuti e monumenti, il New York Times: “La sporca metafora di Roma”
L’odore della spazzatura di Roma è arrivato fin negli Stati Uniti, se il New York Times ha deciso di dedicare un editoriale dal titolo La sporca metafora di Roma sull’emergenza rifiuti che da qualche settimana, di nuovo, colpisce la capitale: cassonetti pieni, discariche traboccanti, scambio di accuse tra il sindaco Virginia Raggi, che incolpa la regione Lazio di
L’odore della spazzatura di Roma è arrivato fin negli Stati Uniti, se il New York Times ha deciso di dedicare un editoriale dal titolo La sporca metafora di Roma sull’emergenza rifiuti che da qualche settimana, di nuovo, colpisce la capitale: cassonetti pieni, discariche traboccanti, scambio di accuse tra il sindaco Virginia Raggi, che incolpa la regione Lazio di immobilismo nel non voler dare l’autorizzazione alla realizzazione di nuovi impianti, e il presidente della regione Nicola Zingaretti che a sua volta replica spiegando che per poter dare l’okay c’è bisogno che il comune presenti dei progetti.
Nel suo editoriale sul New York Times, che ha ottenuto molte condivisioni sui social qui in Italia, Frank Bruni mette in risalto il contrasto tra la bellezza di alcuni dei monumenti più importanti di Roma, che brillano grazie alle recenti ristrutturazioni con fondi privati (il Colosseo con i soldi della Tod’s, Fontana di Trevi con l’intervento di Fendi) e la situazione dei rifiuti per le strade:
“Ecco il Colosseo. Ci sono stato l’altro giorno e sono rimasto colpito non dal suo legame con il passato, ma dal suo splendore oggi. Nei precedenti viaggi a Roma e durante i due anni che ho trascorso qui, l’ho conosciuto come una reliquia grigiastra. Ora è ripulito dall’inquinamento e ha il colore dell’avorio, grazie ad una pulizia elaborata. Ma a poche centinaia di metri di distanza c’è un pavimento sconnesso e sporco, erbacce non curate, ed è così quasi in tutti i quartieri di Roma e i politici continuano a promettere, fallendo, di voler tenere il problema sotto controllo. Questo è la prima cosa a cui i romani fanno cenno se chiedi loro informazioni sulla loro città, oggi. Ed è anche la seconda e la terza”.
Ma non c’è solo la spazzatura, conclude Bruni dopo aver dato parola a diversi esperti (giornalisti, architetti, guide turistiche): ci sono anche “la profusione di venditori di strada senza licenza, i giardini senza manutenzione, il trasporto pubblico irregolare, i parcheggi abusivi, le buche nelle strade”. Un insieme di cose che raccontano “la sporca metafora di Roma”, quella di una città dalla storia splendente ma di una modernità irrisolta, o perlomeno non certo splendente.
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