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La mancanza di prodotti e strutture per l’igiene mestruale limita quotidianamente la vita di milioni di donne. Scopriamo come l’impresa sociale Ruby Cup affronta questo problema. #TheAfricaTheMediaNeverShowsYou.
Per molte donne i giorni del ciclo mestruale sono una seccatura. Ma nei paesi in via di sviluppo la mancanza di prodotti per l’igiene mestruale crea ancor più disagio impedendo a donne e ragazze di andare al lavoro, a scuola e di seguire la propria routine giornaliera per circa un quinto dell’età adulta.
A peggiorare la situazione, l’impossibilità di accedere a servizi igienici al sicuro dal contatto con gli escrementi. Questo problema colpisce 2,5 miliardi di persone in tutto il mondo e complica le cose in particolar modo alle donne e alle ragazze nel periodo del ciclo mestruale.
Secondo le stime, a causa della limitata disponibilità di prodotti e strutture, ogni anno le studentesse saltano il 20 per cento delle lezioni per paura e vergogna di macchiarsi i vestiti. Per questo motivo in Uganda il 30 per cento delle alunne salta in media quattro giorni di scuola al mese e, secondo quanto riportato dall’Unicef, alcune di loro sono costrette ad abbandonare definitivamente gli studi. Jyoti Sanghera, Direttore operativo dell’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite afferma:
“Lo stigma riguardante le mestruazioni e l’igiene mestruale rappresenta una violazione di molti diritti umani, soprattutto del diritto alla dignità.”
Da alcune interviste a donne e ragazze è emerso che in mancanza di alternative, molte di loro ricorrono a ‘soluzioni’ poco salutari tra cui stracci, vecchi giornali e pezzi di corteccia oppure riutilizzano assorbenti usa e getta che le rendono maggiormente soggette a infezioni.
Anche se per cercare di arginare il problema donare assorbenti in beneficenza è di aiuto, non è comunque abbastanza. È quasi impossibile garantire a una donna un adeguato rifornimento di questo bene per tutti i giorni di ciclo per circa trent’anni. E l’impatto ambientale è devastante: secondo le stime ogni donna usa circa dodicimila assorbenti o tamponi monouso nella propria vita, contribuendo a rendere ancora più sproporzionata la quantità di spazzatura prodotta nel mondo.
Ruby Cup offre un’alternativa ecologica: una coppetta mestruale riutilizzabile fatta interamente di silicone medicale. Dato che ogni coppetta dura 10 anni, il problema dello smaltimento dei rifiuti e dei costi per l’acquisto di prodotti monouso è risolto. Una ragazzina che riceve a tredici anni la sua prima coppetta può finire le scuole medie e superiori senza dover aspettare un altro pacco di assorbenti.
Grazie al metodo Buy One Give One in Kenya e in Tanzania le studentesse possono ricevere una Ruby Cup per ogni coppetta venduta online.
Le Ruby Cup vengono vendute da Golden Girls Foundation, una Ong kenyota che offre assistenza a donne e ragazze e da Femme International, un’organizzazione canadese che affronta il problema della salute sessuale e dell’igiene femminile in Kenya e in Tanzania.
Ruby Cup si impegna anche a istruire le giovani sull’anatomia femminile e l’igiene mestruale in modo da abbattere il silenzio e la vergogna attorno a questo argomento. Istruire ed eliminare i tabù è tanto importante quanto offrire soluzioni sostenibili e di buona qualità per affrontare il problema dell’igiene mestruale: se le ragazze considerano il ciclo come qualcosa di naturale saranno in grado di condurre una vita normale.
https://youtu.be/W8laI4oet8k
È per questo che Ruby Cup lavora perché venga rispettato il diritto di ogni donna a occuparsi del proprio ciclo in privato, in sicurezza e con dignità. Le loro storie vanno raccontate, anche attraverso l’hashtag #TheAfricaTheMediaNeverShowsYou, creata dai giovani Africani per dimostrare che il loro è un continente pieno di risorse.
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