
Dal nuovo giacimento, chiamato Johan Sverdrup, la Norvegia potrebbe estrarre quasi 3 miliardi di barili di petrolio. Di qui al 2070.
Sarà la più grande città americana a raggiungere quest’obiettivo. Il Climate Action Plan porterà posti di lavoro, mobilità elettrica, riduzione dei rifiuti.
È l’ultima grande città californiana prima di arrivare al confine col Messico. E sarà probabilmente la prima, di sicuro la più grande, a raggiungere l’obiettivo del 100 per cento di energia rinnovabile. La decisione viene direttamente dal consiglio comunale della città guidato dal sindaco Kevin L. Faulconer, che ha deciso all’unanimità di attuare il Climate Action Plan.
Il sindaco repubblicano (a dispetto delle dichiarazioni del candidato alla presidenza Donald Trump), ha fatto così approvare il Climate Action Plan, con il preciso intento di arrivare al 100 per cento di elettricità proveniente da fonti rinnovabili e di dimezzare le emissioni entro il 2035.
“San Diego ha posto una pietra miliare per assicurare un futuro più verde e più prospero”, ha dichiarato il sindaco Faulconer dal sito ufficiale della cittadina. “Abbiamo fatto qualcosa di straordinario, mettendo gli interessi commerciali e ambientali insieme in modo bipartisan, per sostenere una comunità più pulita e un’economia più forte”.
Si tratta di un pacchetto di misure per traghettare la cittadina verso l’obiettivo dichiarato. Un pacchetto in grado di creare “nuovi posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili, migliorare la salute pubblica e la qualità dell’aria, conservare l’acqua, in modo utilizzare le risorse esistenti in maniera più efficiente, aumentare la produzione di energia pulita, migliorare la qualità della vita e risparmiare i soldi dei contribuenti”, sottolinea la municipalità in un comunicato. Ecco allora un programma per lo sviluppo delle rinnovabili, un piano per azzerare la produzione dei rifiuti e una politica per lo sviluppo della mobilità elettrica.
Un segnale importantissimo perché viene da quella parte politica che più nega gli effetti del cambiamento climatico e punta il dito sulle scelte “ambientaliste” dell’attuale amministrazione. Un establishment che negli anni ha supportato anche economicamente i detrattori, gli scettici e le grandi compagnie petrolifere.
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