
L’unico paese dell’Asia centrale con una volontà democratica sembra essere il Kirghizistan. Ma ora sta compiendo passi falsi sulla libertà di stampa, ossigeno per la democrazia.
Due deflagrazioni sono state registrate nella metropolitana di San Pietroburgo. Le prime informazioni parlano di almeno 10 morti e 20 feriti.
Ore 13.20 – Le autorità russe hanno fatto sapere che il numero di morti è salito a quattordici, mentre i feriti sono 49.
Aggiornamento 4 aprile ore 9:45 – I servizi segreti russi indicano in un kamikaze kirghizo il possibile attentatore. Tuttavia, non è ancora certo che si tratti di un attacco suicida, né è ancora stata indicata con certezza la matrice. Intanto, rispetto a ieri, è salito a undici il numero delle vittime accertate.
Due esplosioni sono state registrate attorno alle 14 ora italiana di lunedì 3 aprile all’interno delle stazioni della metropolitana “Istituto Tecnologico” e “Sennaya Ploshchad” a San Pietroburgo, in Russia.
L’agenzia di stampa Interfax ha citato una fonte del governo russo secondo la quale “ci sarebbero almeno dieci morti e una ventina di feriti”. Un’altra agenzia, la Ria Novosti, ha confermato il primo bilancio. Una fonte municipale parla tuttavia già di 50 feriti.
В результате взрыва в метро в Петербурге есть жертвы, сообщил источник https://t.co/iAyGnCYuJ8 pic.twitter.com/1LhMoLfQNC
— РИА Новости (@rianru) 3 aprile 2017
Alcune immagini cominciano a circolare sui social network, ed in particolare su Twitter. Negli scatti si nota un vagone dalla metropolitana che appare devastato da un’esplosione interna, con la porta parzialmente strappata via dalla deflagrazione.
Il presidente Vladimir Putin ha espresso le proprie condoglianze alle vittime e ha assicurato: “Le autorità federali e locali faranno il possibile per fornire sostegno ai feriti”. Le istituzioni russe non si sono tuttavia ancora pronunciate sulla possibilità che si tratti di un attacco terrotistico.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’unico paese dell’Asia centrale con una volontà democratica sembra essere il Kirghizistan. Ma ora sta compiendo passi falsi sulla libertà di stampa, ossigeno per la democrazia.
L’ultimo attacco, nel sud della Striscia di Gaza, ha causato oltre 50 morti e centinaia di feriti. Israele continua a usare la fame come arma contro i palestinesi.
Benché non si tratti di caldo record, il servizio meteorologico americano ha deciso di diramare un’allerta in Alaska: “Una presa di coscienza”.
Centinaia di aerei militari israeliani hanno bombardato siti militari e nucleari dell’Iran. Netanyahu ha detto che l’operazione sarà lunga e ora si attende la risposta dell’Iran.
Una serie di operazioni anti-immigrazione hanno causato proteste a Los Angeles. Donald Trump ha risposto con l’invio dell’esercito, alzando la tensione.
A bordo della Madleen, gestita dalla Freedom Flotilla Coalition, c’erano pacchi di aiuti umanitari e l’attivista Greta Thunberg. L’equipaggio è in stato di fermo in Israele.
La misura è stata annunciata il 4 giugno dal presidente Trump. Per l’Onu è un provvedimento discriminatorio e che suscita preoccupazioni.
La Sierra Leone è uno degli stati africani più esposti al rischio di carestie e calamità naturali. Anche a causa della deforestazione, fenomeno che l’Occidente sembra voler ignorare.
Dall’Unione europea al Regno Unito, passando per il Canada, crescono le misure diplomatiche contro Israele. Che però va avanti con il genocidio a Gaza.