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Trasfigurandolo in un apicoltore dei nostri giorni, Milano rende omaggio al suo patrono Sant’Ambrogio, con un murale insolito e un messaggio di speranza.
Profondamente legata al suo patrono Sant’Ambrogio, la città di Milano, gli rende omaggio con un murale insolito, realizzatao da Igor Scalisi Palminteri, artista palermitano erudito, impegnato nel sociale e convinto del valore di creare “musei a cielo aperto” e di rendere famigliari e vicini i grandi santi del passato. Come già fatto nella sua Palermo con San Benedetto il Moro e Viva Santa Rosalia.
E così, da un’idea di Stefania Morici di Arteventi insieme a Showbees e con il sostegno anche del Comune di Milano, il pittore è stato chiamato a dare forma a un enorme murale, inaugurato il 4 dicembre sulla facciata di un palazzo di corso XXII marzo, che ritrae il vescovo del IV secolo con il volto e le fattezze di un uomo contemporaneo. E precisamente quello dell’apicoltore Michele Bonfoco, che con la sua azienda Apiamo si prende cura di queste preziose creature nel Parco del Ticino Pavese.
D’ora in poi, il santo – che fu vescovo per acclamazione popolare ed è considerato uno dei massimi dottori della chiesa d’occidente – veglierà sui milanesi, indossando tuta e casco da apicoltore, al posto del tradizionale abito talare e della mitra vescovile. Un’immagine insolita, ma profondamente evocativa. Oltre a raccontare il leggendario legame del santo con le api e gli apicoltori, di cui è considerato il patrono, il murale è infatti anche un richiamo all’operosità dei milanesi e di tutti coloro che si impegnano nel lavoro, con spirito di sacrificio e abnegazione. Le mani aperte in un gesto di accoglienza, rivolto alle api e al mondo intero, citano l’importanza di prendersi cura del creato e di queste instancabili protettrici della biodiversità, oggi minacciate dalla crisi ambientale.
Nell’anno in cui la pandemia ha chiesto a tutti grandi sacrifici, quest’opera diventa anche un omaggio ai tanti eroi contemporanei. “Sant’Ambrogio diventa uno di noi. Un supereroe del nostro tempo come il medico, l’infermiere, persino il vicino che ti aiuta con la spesa”, spiega dice Stefania Morici. “Il Covid ha unito tutti, ci ha resi amici, fratelli, solidali, tutti parte di un unico movimento collettivo di aiuto alla comunità. Per questo abbiamo pensato Sant’Ambrogio con il volto di un apicoltore lombardo, non solo perché è uno di noi, ma anche per tutto quello che le api rappresentano per il nostro pianeta. La loro estinzione, conseguenza delle azioni umane, metterebbe a rischio tutto l’ecosistema: salvando le api, salveremo il pianeta!”.
Proprio in questi giorni Milano, con tutta la diocesi, si appresta a festeggiare il suo santo patrono, celebrato il 7 dicembre. Una festa molto sentita in città, che quest’anno dovrà rinunciare anche alla storica fiera degli Oh bej! Oh bej!, una delle più antiche tradizioni milanesi, che per oltre un secolo è stata organizzata intorno alla piazza e alla basilica intitolate a Sant’Ambrogio e che dal 2006 è stata spostata presso il Foro Bonaparte.
Orfana di questa tradizione, la città oggi riceve in dono questo murale, che insieme all’immagine reca anche un messaggio di speranza e incoraggiamento, preso in prestito proprio da una citazione del santo. Alzando gli occhi al cielo i passanti leggeranno: “Sant’Ambrogio, protettore delle api e dei laboriosi milanesi. Vivete bene e muterete i tempi”.
Una sfida affidata ai milanesi dal vescovo che fece della carità un punto fermo della sua vita e della pastorale, rendendo grande Milano e lasciandole in eredità il suo spirito, capace di affrontare ogni situazione con determinazione e nel nome del bene comune, senza lasciare indieto nessuno. Quello che oggi chiamiamo ancora lo spirito ambrosiano.
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