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Il rapporto del Wwf “Dalla crisi all’opportunità. Cinque passi verso economie europee sostenibili” spiega l’importanza della transizione verso la green economy.
Efficienza energetica, bioedilizia, mobilità sostenibile, ma anche rispetto per la biodiversità e per gli ecosistemi, questi alcuni degli indicatori che costituiscono la green economy e che in Europa producono un valore annuale di trecento miliardi di euro. È quanto emerge dal rapporto del Wwf intitolato “Dalla crisi all’opportunità. Cinque passi verso economie europee sostenibili”.
Il documento, presentato a Bruxelles in occasione del vertice dei ministri delle finanze dei Paesi Ue per discutere il piano di investimenti proposto dalla Commissione Juncker, riunisce i dati raccolti da oltre 400 studi indipendenti, e traccia la via da seguire per rendere più sostenibile e redditizia l’economia del Vecchio continente, salvaguardandone anche il patrimonio naturale. La crisi attuale può essere interpretata come un’occasione per virare verso un nuovo paradigma economico incentrato sulla sostenibilità.
Il rapporto fa leva anche sui costi derivanti dall’inquinamento e dall’eccessivo sfruttamento delle risorse. Secondo il Wwf infatti i danni economici prodotti dal mancato rispetto per il pianeta sono enormi, basti pensare ai disastri provocati dalle alluvioni, spesso causate dallo sfruttamento irresponsabile del suolo ed acuite dai cambiamenti climatici, costati all’Europa quasi 150 miliardi di euro in dieci anni. Ancor più pesante l’impatto dell’inquinamento che costa 537 miliardi di euro all’anno agli europei.
Un altro campanello d’allarme è la scarsità di risorse naturali che costringe le industrie europee ad importare materie prime per il costo annuale di 300 miliardi di euro. “Il presidente Juncker e i leader europei dovrebbero prestare attenzione ai sintomi reali delle nostre economie in difficoltà: la diminuzione delle materie prime e l’incapacità dei mercati di tenerne conto – ha dichiarato in un Sébastien Godinot, economista del Wwf e principale autore del rapporto. – Nessuna economia può svilupparsi senza risorse naturali”.
L’adozione di un’economia “verde” avrebbe secondo l’associazione ambientalista una ricaduta positiva sull’occupazione, creando oltre venti milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2020, puntando soprattutto su un’economia circolare, sfruttando le fonti rinnovabili e tagliando i sussidi alle fonti fossili.
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