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I servizi digitali hanno un forte impatto ambientale ma possono trainare la transizione. Il caso di Cisco, che punta alla neutralità carbonica nel 2040.
La domanda di servizi digitali è in costante ascesa e le tecnologie ad essi correlati giocano un ruolo sempre più centrale nel percorso verso la transizione energetica. Secondo i dati dell’Agenzia internazionale per l’energia, dal 2010 ad oggi il numero di utenti internet in tutto il mondo è più che raddoppiato, mentre il traffico globale del web è aumentato di 20 volte.
I data center e le reti di trasmissione dati impattano per circa il 3 per cento sul consumo globale di elettricità: nel 2020 hanno rappresentato circa 300 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, pari allo 0,9 per cento delle emissioni di gas serra legate all’energia e allo 0,6 per cento delle emissioni totali di gas serra. Nonostante la rapidissima ascesa della domanda di servizi digitali, in proporzione negli ultimi 13 anni le emissioni sono cresciute in misura decisamente inferiore; ciò grazie ai miglioramenti dell’efficienza energetica, agli acquisti di energia rinnovabile da parte delle società del settore e alla decarbonizzazione delle reti elettriche.
Le tecnologie digitali hanno effetti diretti e indiretti sull’utilizzo di energia e sulle emissioni: hanno quindi un enorme potenziale per aiutare (o ostacolare) la transizione globale verso l’energia pulita. Molta strada è stata fatta in questi anni, ma è necessario accelerare se si vuole centrare l’obiettivo globale della neutralità carbonica: un traguardo irraggiungibile senza il supporto delle aziende, in particolar modo di quelle impegnate nella trasformazione digitale e tecnologica.
In quest’ottica si inquadra la strategia ambientale di Cisco, leader mondiale nei settori del networking e dell’information technology. Partendo dalla consapevolezza degli impatti ambientali ed energetici delle tecnologie digitali, l’azienda punta alla loro trasformazione attraverso l’adozione di principi di progettazione circolari che consentano la riduzione delle materie prime impiegate e il loro riuso; al contempo è forte l’impegno sul fronte della ricerca, per sviluppare tecnologie in grado di garantire prestazioni sempre migliori a fronte di un minore consumo energetico e di un ridotto impatto ambientale. Sin dal 2008 l’azienda ha fissato e raggiunto obiettivi quinquennali di riduzione dei gas a effetto serra; e a settembre del 2021 si è posta l’obiettivo di diventare una realtà net-zero entro il 2040, considerando le emissioni dirette ma anche quelle indirette.
Due sono i principali binari lungo i quali si sviluppa questa strategia: Green IT e IT for Green. Nel primo caso si tratta di capire come rendere più sostenibili, efficaci ed efficienti le tecnologie informatiche: Green IT vuol dire rendere l’information technology sempre più vicina a modelli circolari per quanto concerne i materiali utilizzati e sempre più sostenibile nell’utilizzo di energia. Basti pensare ai milioni di router Cisco che operano in ogni angolo del mondo e all’impatto positivo generato dalla realizzazione di prodotti più piccoli, che utilizzano meno plastica e materiali rari in favore di materie prime riciclate e riciclabili, in grado al contempo di consumare meno energia.
Oppure ai data center, che richiedono energia continua per gestire grandi quantità di dati: nei test di laboratorio Cisco, le nuove tecnologie consentono un’efficienza di 1,6 volte superiore rispetto al recente passato. Per quanto riguarda la plastica, l’obiettivo dell’azienda è di arrivare al riutilizzo di una quota pari al 50 per cento entro il 2025; sul fronte dell’efficienza energetica, Cisco ha progettato un chip che consente ai router di ultima generazione di consumare il 96 per cento in meno di elettricità rispetto al modello precedente.
L’altra grande dimensione è quella dell’IT for green, che abbraccia un orizzonte ben più ampio: l’impatto che l’information technology può avere al di fuori dei propri confini naturali, nelle nostre vite di tutti i giorni. Secondo le stime del World Economic Forum, le soluzioni digitali possono contribuire a ridurre del 20 per cento le emissioni globali: parliamo di ben 12 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente che potrebbero essere abbattute grazie a soluzioni che il settore è in grado di realizzare. Le tecnologie digitali possono essere abilitatrici di sostenibilità nelle attività industriali, all’interno degli edifici in cui viviamo e nel settore della mobilità.
È il caso, ad esempio, del lavoro ibrido: le emissioni dell’intero ciclo di vita di una Webex Desk Pro (una delle soluzioni proposte da Cisco alle aziende), dalla produzione fino a cinque anni di utilizzo indipendente dalla posizione, sono paragonabili a quelle di un singolo volo a lungo raggio compiuto da una persona. Le piattaforme digitali sono fondamentali anche per rendere i nostri edifici più intelligenti, attraverso il monitoraggio e la razionalizzazione dei consumi energetici in tempo reale. In definitiva, per controbilanciare l’impatto ambientale della costante ascesa di servizi e infrastrutture digitali – e centrare l’obiettivo della transizione energetica – il contributo dell’information technology è fondamentale. Il percorso da completare è lungo, ma la strada è già ben tracciata.
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