Il mese di settembre 2023 segna l’inizio di una nuova era climatica

Il mese di settembre 2023 non solo è il più caldo mai registrato, ma ha polverizzato il record precedente del 2020.

Il mese di settembre appena concluso segna l’inizio di una nuova era. Quella dell’anomalia delle anomalie. Se finora infatti i dati relativi all’aumento della temperatura media globale si sono discostati sempre dalla “normalità” degli ultimi decenni, il picco raggiunto nel nono mese di quest’anno è da lasciare interdetti.

Temperatura media globale a 16,38 gradi centigradi a settembre

Settembre 2023 non segna infatti soltanto il record assoluto a livello mondiale. Ma polverizza il massimo precedente, che era stato registrato tre anni prima, “staccandolo” con un margine folle. Secondo i dati indicati dall’osservatorio europeo Copernicus nella giornata di giovedì 5 ottobre, infatti, la temperatura media sulla superficie delle terre emerse e degli oceani è stata di 16,38 gradi centigradi. Mezzo grado in più rispetto al settembre del 2020. E 1,75 gradi rispetto alla media del periodo 1850-1900.

Sebbene per un solo mese (per ora), abbiamo superato quindi, abbondantemente, anche la soglia indicata dall’accordo di Parigi e dal gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (Ipcc) come critica: gli 1,5 gradi di aumento rispetto ai livelli pre-industriali. Oltre ai quali si rischia di passare da una situazione di crisi ad una di catastrofe climatica.

temperature registrate a settembre 2023
I dati delle temperature registrate quest’anno © Copernicus

A fine 2023 potremmo raggiungere gli 1,5 gradi di aumento rispetto all’Ottocento

D’altra parte il 2023 nei primi nove mesi è, allo stesso modo, il più caldo mai misurato, con una temperatura che ha superato di 1,40 gradi i livelli della seconda metà dell’Ottocento. E non è detto che il dato possa peggiorare ancora, di qui al 31 dicembre, anche per via degli effetti del fenomeno meteorologico di El Niño, che provoca un riscaldamento anomalo delle acque del Pacifico.

“Non è detto che alla fine si raggiungano gli 1,5 gradi a fine anno, ma comunque non saremo lontani”, ha commentato Carlo Buonempo, direttore di Copernicus. Va detto che ciò non significherà comunque che l’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi sia sfumato: nella scienza climatologica i valori vengono valutati su periodi più lunghi di un solo anno. Resta però una tendenza assolutamente inquietante e indiscutibile (salvo negazionismi ottusi).

I governi passeranno alla storia come incompetenti e miopi

L’Ipcc prevede che gli 1,5 gradi saranno raggiunti in modo stabile attorno al 2030-2035. Di questo passo l’umanità non fa altro che condannarsi a vivere in un mondo nel quale gli eventi meteorologici estremi diventeranno ingestibili, enormi quantità di terre diventeranno deserti, migliaia di chilometri di coste saranno sommersi dalla risalita del livello degli oceani e sconvolgimenti ancor più gravi potrebbero essere causati dall’acidificazione degli oceani, dalla loro desalinizzazione e da possibili stravolgimenti della corrente del Golfo.

I nostri governi, di questo passo, passeranno alla storia come quelli che ad una catastrofe annunciata hanno contrapposto incompetenza, insipienza e miopia. Perché nessuno potrà mai dire che non sapeva.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

L'autenticità di questa notizia è certificata in blockchain. Scopri di più
Articoli correlati