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Il futuro deve avere a cuore la sostenibilità. Simona Roveda ci parla dell’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile, quest’anno realizzato on line.
In questo momento drammatico, con le restrizioni per l’emergenza coronavirus, sarebbe stato impossibile presentare l’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile con un evento fisico come gli anni passati. Ed ecco la decisione pensata e ripensata di spostarlo on line. Un’esperienza nuova, una sfida affrontata con l’entusiasmo che in LifeGate non manca mai. Siamo partiti a lavorare su questo progetto, ognuno con la propria competenza ed è nata l’idea di realizzare un long form, un hub digitale con la presentazione dell’indagine, arricchito di contenuti editoriali, contributi di esperti e di aziende.
All’inizio mi convinceva poco, facendo il paragone con un evento fisico dove dall’improvvisazione nasce il rapporto e l’empatia con le persone. Sono di indole curiosa, ho ascoltato, imparato e adattato il lavoro già fatto per questo format in digitale. Oggi sono felice del risultato e con questa nuova soluzione abbiamo anche risparmiato in emissioni di CO2 generate dalla realizzazione di un eventuale evento fisico.
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Tutti ci hanno messo il cuore. Anche i video di prestigiosi esperti e di aziende hanno contribuito lanciando messaggi di speranza e di impegno. Bello poterli ascoltare e riascoltare. Ognuno, con il proprio modo di essere, ha espresso il pensiero che per ripartire sarà necessario avviare un percorso di cambiamento verso un modello di sviluppo sostenibile. Un grande significato che si aggiunge ai risultati dell’indagine dove trentasei milioni di italiani affermano che la sostenibilità sia fondamentale per il futuro.
Nella ricerca mi ha colpito un dato in particolare, per la prima volta dalla prima edizione del 2015, la percentuale degli appassionati è più alta di quella degli interessati e con un totale che si è raddoppiato da allora. A mostrare maggiore interesse e conoscenza in termini di sostenibilità sono i giovani della generazione Z che quest’anno sono stati protagonisti in tutto il mondo con gli scioperi per il clima. Hanno chiesto a gran voce di riscrivere il loro futuro e i numeri dell’indagine confermano che sono proprio loro il “cuore della sostenibilità”. Noi adulti abbiamo il dovere di ascoltarli e per non deluderli ancora una volta, siamo chiamati a impegnarci con una nuova coscienza, più attenzione al bene comune, al benessere di tutti e del Pianeta.
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Il tempo che stiamo vivendo ci ha privato della libertà, della socialità e allontanato dagli affetti. Però ci ha indotto a riflettere sugli errori fatti e ad apprezzare le cose semplici e i valori che contano. Speriamo di non perdere la memoria di questo tempo e di poter tornare presto alla normalità e a riabbracciare i nostri cari, beni preziosi che davamo per scontati.
Questa particolare condizione sta generando gravi impatti sociali ed economici, nello stesso tempo è diminuito l’inquinamento e la Natura si sta riprendendo i suoi spazi. Non c’era equilibrio. Dovremo ritrovarlo. Tutto andrà ripensato dal nostro stile di vita, al modo di fare economia e impresa. Il cambiamento non potrà essere gestito solo dalla politica e dalle istituzioni, dovrà esserci la partecipazione dal basso con i comportamenti e le scelte personali di ognuno di noi. Con un nuovo paradigma e maggiore attenzione alla sostenibilità si potrà ridurre gli impatti e nello stesso tempo creare nuova occupazione. Possiamo ripartire insieme con nuova energia, fiducia e rispetto. Dai risultati di quest’ultimo Osservatorio credo che in futuro crescerà la consapevolezza e con la sostenibilità si potrà costruire un Paese migliore con cittadini migliori.
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