Cooperazione internazionale

Siria, i paesi ricchi hanno accolto solo l’1,39 per cento dei profughi

Secondo un rapporto di Oxfam, ad oggi le nazioni ricche hanno aperto le porte solamente a 67.100 profughi siriani. Su un totale di 4,8 milioni.

I Paesi ricchi hanno accolto solamente l’1,39 per cento dei profughi siriani. Esattamente 67.100 persone in fuga dalla terribile guerra in atto da oltre cinque anni nel paese. E i governi si sono impegnati ad aprire le porte solamente a 129mila persone. A spiegarlo è l’organizzazione non governativa Oxfam, che in un rapporto pubblicato il 29 marzo torna a chiedere alle nazioni più agiate di far arrivare sui loro territori almeno il 10 per cento dei migranti scappati finora dalla guerra in Siria.

 

 

Promesse mantenute solo da Canada, Germania e Norvegia

Secondo l’analisi, solamente tre nazioni ricche, ovvero Canada, Germania e Norvegia, hanno fatto di più di quello che la stessa Ong giudica “equo” (parametro realizzato sulla base, ad esempio, di quanto viene devoluto dai governi a sostegno degli aiuti umanitari e del peso economico di ciascuna nazione). Altri cinque stati hanno adottato politiche sufficienti per garantire un contributo pari solamente al 50 per cento di quanto sarebbe nelle loro possibilità: si tratta di Australia, Finlandia, Islanda, Svezia e Nuova Zelanda. Ma altri venti paesi esaminati da Oxfam risultano ampiamente al di sotto del loro apporto potenziale.

 

In termini più concreti, una nazione come la Francia secondo l’associazione avrebbe i mezzi per accogliere 26mila profughi, mentre si è impegnata a farlo solamente con mille di loro. Gli Stati Uniti, similmente, hanno deciso di aprire le porte a 1.812 siriani, mentre volendo potrebbero farne arrivare 171mila. Un impegno scarso, dunque. Come quello dei Paesi Bassi, della Danimarca e della Gran Bretagna. Da parte sua, l’Italia ha promesso di accogliere 1.400 profughi, rispetto al livello di 21.519 considerato “equo” da Oxfam.

 

Paese Numero di profughi che verranno accolti (secondo le promesse dei governi) Numero “equo” di profughi che potrebbero essere accolti, secondo Oxfam
Australia 6727 10 557
Austria 1900 4009
Belgio 1325 4773
Canada 38 039 15 951
Corea del Sud 0 16 650
Danimarca 390 2601
Finlandia 1900 2247
Francia 1000 25 937
Germania 41 899 36 869
Giappone 0 49 768
Grecia 0 3085
Islanda 75 118
Italia 1400 21 519
Lussemburgo 60 376
Nuova Zelanda 850 1419
Norvegia 9000 3612
Paesi Bassi 545 7857
Polonia 900 8771
Portogallo 48 2805
Regno Unito 5571 25 067
Repubblica Ceca 70 2795
Russia 0 35 052
Slovacchia 0 1440
Spagna 984 16 037
Svezia 2700 4515
Svizzera 2000 4837
Usa 11 812 170 779
Totale 129 966 481 220

 

“I paesi limitrofi non possono reggere l’impatto dei profughi”

“Dall’inizio di questa terribile crisi – ha spiegato Winnie Byanyima, direttrice generale della Ong – più di 4,8 milioni di siriani risultano rifugiati in Turchia, Libano, Giordania e altri paesi della regione. I più vulnerabili di loro, ovvero donne, bambini e persone anziane, non possono più tornare nelle loro case, e non dispongono dei mezzi necessari per vivere in modo dignitoso”.

 

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Il personale di Oxfam aiuta alcuni profughi siriani in un campo situato in Libano ©Sam Tarling/Oxfam

 

Oggi in Libano, ad esempio, un abitante su cinque è un profugo siriano. In Giordania, essi rappresentano il 10 per cento della popolazione. “Ma si tratta di nazioni che presentano economie fragili e infrastrutture precarie. Non possono sopportare quasi da sole questa immensa responsabilità”, aggiunge la dirigente dell’associazione.

 

È per questo che Oxfam chiede alle nazioni ricche di accogliere almeno 480mila persone: “Dobbiamo dimostrare al popolo siriano che la solidarietà non si limita alle parole, ma si traduce in gesti concreti”, ha concluso Byanyima.

 

Nell’immagine di apertura, alcune donne siriane in un campo profughi in Libano ©Sam Tarling/Oxfam

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