Lo smart working fa bene alla salute, anche del Pianeta

Lo smart working fa risparmiare CO2, tempo e carburante (quindi denaro): lo conferma uno studio dell’Enea.

  • Con lo smart working si risparmiano 600 kg di CO2 l’anno a lavoratore, secondo l’Enea.
  • I trasporti sono responsabili del 25 per cento delle emissioni totali in Italia.
  • Con il Milleproroghe il lavoro agile è stato prorogato fino al 30 giugno.

Se lavorare un giorno in meno fa bene alla salute della persona (e non intacca la produttività dell’azienda), lo smart working fa bene alla salute dell’intero pianeta. Nei giorni in cui il Regno Unito calcola le ricadute (tutte positive) di una settimana lavorativa di quattro giorni invece che di cinque, in Italia viene pubblicato un altro studio dai risultati tanto intuitivi, quanto importanti.

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In Italia, 7 donne su 10 con figli minori di 14 anni faticano a conciliare vita famigliare e lavoro © Pexels

Per esempio, si mette nero su bianco che il  lavoro a distanza permette di evitare l’emissione di circa 600 chilogrammi di anidride carbonica all’anno, per lavoratore (una riduzione del 40 per cento), con notevoli risparmi in termini di:

  • tempo (circa 150 ore);
  • distanza percorsa (3.500 chilometri);
  • carburante (260 litri di benzina o 237 litri di gasolio).

Lo studio sull’impatto ambientale dello smart working è stato realizzato da Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, su quattro città campione (Roma, Torino, Bologna e Trento) nel quadriennio 2015-2018, ed è stato pubblicato sulla rivista internazionale Applied Sciences.

666 automobili su 1.000 abitanti, in Italia

In un paese come l’Italia, al secondo posto in Europa dietro al Lussemburgo con 666 auto ogni mille abitanti, i trasporti sono responsabili di oltre il 25 per cento delle emissioni totali nazionali di gas ad effetto serra e quasi tutte (addirittura il 93 per cento) provengono dal trasporto su gomma, con le automobili in testa. “Il lavoro agile e tutte le altre forme di lavoro a distanza, tra cui lo smart working, hanno dimostrato di poter essere un importante strumento di cambiamento in grado di migliorare la qualità di vita professionale, personale e anche di ridurre il traffico e l’inquinamento cittadino e di rivitalizzare intere aree periferiche e quartieri considerati dormitorio”, spiega Roberta Roberto, ricercatrice del Dipartimento tecnologie energetiche e fonti rinnovabili di Enea e co-autrice dell’indagine.

Enea ha eleborato un campione di 1.269 lavoratori delle pubblica amministrazione nelle quattro città prese in esame, che hanno lavorato in smart working uno o due giorni la settimana e che nei giorni di lavoro in presenza hanno usato il mezzo privato a combustione interna, e simulandone gli spostamenti casa-lavoro ha rilevato che ogni giorno di lavoro a distanza permette di evitare 6 chilogrammi di CO2 in atmosfera e risparmiare 85 megajoule (MJ) di carburante pro-capite.

Tra benessere e inquinamento 

Ma i benefici ambientali non si fermano qui: l’analisi ha evidenziato una riduzione anche di ossidi di azoto a persona al giorno (dai 14,8 grammi di Trento ai 7,9 grammi di Torino), monossido di carbonio (da 38,9 grammi di Roma a 18,7 grammi di Trento) e polveri sottili come il pm10 (da 1,6 g di Roma a 0,9 g di Torino) e il pm2,5 (da 1,1 g di Roma e Trento a 0,6 g di Torino).

Evidentemente, poi, disabituarsi a utilizzare la macchina per andare a lavoro “mette in moto” comportamenti virtuosi anche nel tempo libero: per gli spostamenti extra-lavorativi nei giorni di smart working infatti il 24,8 per cento del campione ha dichiarato di aver optato per modalità più sostenibili (mezzi pubblici, a piedi o in bicicletta), l’8,7 per cento ha modificato le proprie scelte in favore del mezzo privato. Anche se c’è ancora un buona 66 per cento che non ha ancora cambiato le proprie opzioni di mobilità.

 

Dai dati raccolti emerge che in media il campione percorre 35 chilometri al giorno per una durata di 1 ora e 20 minuti (per un velocità media al di sotto dei 30 chilometri orari). Roma si conferma la città più critica, con un tempo di percorrenza medio di 2 ore, probabilmente a causa delle maggiori distanze (un lavoratore romano su cinque percorre più di 100 chilometri al giorno) e del traffico più intenso. Infatti, nella capitale gli spostamenti giornalieri per motivi di lavoro e studio sono circa 420 mila mentre ogni persona trascorre nel traffico 82 ore all’anno.

Traffico nel centro di Roma © Pixabay

Dopo la scoperta obbligata dello smart working in Italia nel periodo della pandemia, lentamente la situazione sta tornando purtroppo verso la normalità precedente, quella del lavoro in presenza: al di là infatti degli accordi privati tra dipendenti e datori di lavoro, recentemente nel decreto Milleproroghe il parlamento ha prorogato lo smart working per  i lavoratori fragili, fino al 30 giugno, tanto nel privato (dove sarà destinato anche ai lavoratori con figli fino a 14 anni) che nel pubblico, grazie a uno stanziamento di 16 milioni volto a consentire il lavoro da casa anche a coloro che svolgono funzioni essenziali, che verranno spostati ad altre mansioni e sostituiti da altri lavoratori.

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