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Le sonde Voyager compiono 40 anni: cosa sono e cos’hanno fatto per noi
I 40 anni delle sonde Voyager sono un traguardo importante dell’esplorazione spaziale. Il 5 settembre sono previsti i festeggiamenti ufficiali a Washington
40 anni (a girovagare tra i pianeti) e non sentirli: il 20 agosto si è celebrato il quarantesimo anniversario del lancio della prima delle due sonde Voyager, forse tra le più note al grande pubblico anche per le numerose immagini che hanno regalato dei pianeti a noi più vicini, ma le candeline saranno ufficialmente spente il prossimo 5 settembre, quandosono previsti i festeggiamenti ufficiali a Washington al National Air and Space Museum.
La Voyager 2 fu infatti lanciata da Cape Canaveral il 20 agosto 1977; la sonda Voyager 1, invece, ha abbandonato il suolo terrestre solo poco più di due settimane dopo, il 5 settembre dello stesso anno. Da allora le due sonde hanno continuato a viaggiare nello spazio e a trasmettere dati, ininterrottamente, per 40 anni. E pensare che la loro missione, secondo le previsioni degli scienziati della Nasa, l’ente spaziale statunitense, sarebbe dovuta durare solo quattro anni.
I dati: cosa ci hanno “raccontato” le sonde Voyager
Le due sonde sono state fondamentali per capire meglio lo spazio intorno alla nostra Terra. Nel corso di quattro decenni, infatti, le due Voyager, che idealmente “continuavano” l’esplorazione di Pioneer 10 e Pioneer 11 (le prime sonde che hanno superato Marte), hanno trasmesso al centro di comando della Nasa un’infinità di dati e immagini utili soprattutto a comprendere nel dettaglio la composizione del nostro Sistema Solare.
Le due sonde hanno in particolare approfondito l’esplorazione di Giove, di Saturno e della sua luna, Titano, la cui composizione ricorderebbe la Terra delle origini. Sono invece del 1986 le prime immagini di Urano e del 1989 quelle di Nettuno ad opera di Voyager 2.
Ancora attive e funzionanti, le due sonde continuano ad inviare dati utili – è del 2016 la scoperta di altre due lune di Urano. Secondo gli esperti Nasa dovremmo ricevere dati ancora fino al 2025, cioè fino a quando i generatori in plutonio 238 rimarranno funzionanti e forniranno l’energia elettrica nevessaria.
Nel 2013, Voyager 1 è stata la prima delle due sonde ad abbandonare il nostro Sistema Solare: i due oggetti si trovano oggi a quasi 21 miliardi di chilometri dalla Terra (Voyager 1, che è tra l’altro l’oggetto più veloce costruito dall’uomo, viaggiando a 60 mila km/h) e a oltre 17 miliardi di chilometri (Voyager 2).
Contatti alieni?
Immaginando – o forse sperando – che le due sonde sarebbero entrate in contatto con civiltà aliene intelligenti, in segno di buona volontà gli scienziati della Nasa hanno voluto equipaggiare i due oggetti ciascuno con un disco d’oro, contenente suoni e immagini che raccontano la vita sulla Terra, oltre a un messaggio di pace da parte dell’umanità. Chissà se prima o poi si rivelerà utile?
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