Una stretta opera di sorveglianza anti-bracconaggio ha dato i suoi frutti: il parco nazionale di Kaziranga ha quasi azzerato le uccisioni di rinoceronti.
Ganga, femmina di rinoceronte reintrodotta in natura dopo essere stata soccorsa, ha dato alla luce il suo secondo cucciolo. Buone notizie per la specie che continua a crescere.
La vita è dura per i rinoceronti di tutto il mondo, in natura questi enormi erbivori non hanno nemici, purtroppo però vengono macellati dall’uomo per ottenere i loro preziosi corni. Nel 2014 in Sudafrica, nonostante le numerose misure intraprese per fermare la mattanza, sono stati uccisi 1.215 rinoceronti, nuovo triste record.
Per questo motivo ogni nascita rappresenta un evento eccezionale, un punto messo a segno dalla vita, l’evento è ancora più speciale se a dare alla luce un cucciolo è un rinoceronte che aveva rischiato di morire. È la storia di Ganga, femmina di rinoceronte indiano (Rhinoceros unicornis) che nel 2004, in tenera età, era rimasta orfana a causa di un’alluvione nel Parco nazionale Kaziranga, in India. L’animale era stato salvato dall’associazione conservazionista Ifaw (International Fund for Animal Welfare) che si è presa cura di Ganga fino al 2010, quando è stata rilasciata in natura.
Qualche settimana fa Ganga ha partorito un piccolo maschio, è il secondo cucciolo dato alla luce nell’arco di 26 mesi, con tempi molto brevi rispetto alla media di almeno quattro anni per i rinoceronti selvatici. “È insolito che siano trascorsi solo ventisei mesi tra un parto e l’altro – ha affermato Bhaskar Choudhury, responsabile veterinario di Ifaw – ma siamo felici che i nostri sforzi stiano contribuendo a far aumentare la popolazione di rinoceronti”.
Nonostante le minacce di origine antropica, grazie agli efficaci programmi di conservazione, il numero di rinoceronti indiani è aumentato arrivando quest’anno a quota 645. La specie è passata dalla classificazione “in pericolo” della Lista rossa della Iucn (Unione mondiale per la conservazione della natura) alla definizione di “vulnerabile”.
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