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Gli elefanti mostrano, attraverso gesti e vocalizzazioni, di saper consolare i propri simili in sofferenza. A rivelarlo uno studio condotto su 26 elefanti asiatici in Thailandia da un gruppo di ricercatori della Emory University. Si tratta, a quanto si legge sulla rivista scientifica Peer J, della prima prova empirica delle capacità relative a questo atteggiamento negli elefanti.
Gli elefanti mostrano, attraverso gesti e vocalizzazioni, di saper consolare i propri simili in sofferenza. A rivelarlo uno studio condotto su 26 elefanti asiatici in Thailandia da un gruppo di ricercatori della Emory University. Si tratta, a quanto si legge sulla rivista scientifica Peer J, della prima prova empirica delle capacità relative a questo atteggiamento negli elefanti.
Questo tipo di comportamento è raro, nel mondo animale, e finora era stato osservato sperimentalmente solo nelle grandi scimmie, nei canidi e in alcuni tipi di corvidi. Agli elefanti è già riconosciuta una ricca vita emotiva, che va dalla capacità di piangere a quella di riconoscere melodie. Qui, gli elefanti dello studio sono stati seguiti per un anno, durante il quale i ricercatori hanno registrato reazioni allo stress e risposte da parte dei vari membri del gruppo alla situazione di disagio di un singolo esemplare. L’elefante vicino all’animale in difficoltà usava gesti fisici per consolarlo, come accarezzargli la faccia con la proboscide o mettere la proboscide nella sua bocca, “un gesto con cui l’elefante si mostra vulnerabile, perché potrebbe essere morso, e significa pressappoco ‘sono qui per aiutarti, non per farti del male'”, ha spiegato Joshua Plotnik, fra gli autori dello studio.
Inoltre, l’elefante impegnato a consolare produceva una vocalizzazione inedita: “Non ho mai sentito questo tipo di vocalizzazione, un cinguettio acuto, quando un elefante era da solo. Penso che significhi, all’incirca, ‘Ssh, va tutto bene'”, ha concluso lo studioso.
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