Australia e Tuvalu confermano l’intenzione di adottare il primo trattato al mondo che concede asilo climatico. Ma c’è ancora un ostacolo da superare.
Come sono le nuove case degli elefanti che non lavorano più nei circhi olandesi
C’è un centro nei Paesi Bassi dove gli elefanti ritirati dal circo possono trovare alloggio, prima di spostarsi in Thailandia.
Il rifugio per grandi felini Landgoed Hoenderdaell, che si trova ad Anna Paulowna, nei Paesi Bassi, si è offerto di ospitare gli elefanti ritirati dai circhi olandesi che sono rimasti senza una sistemazione in seguito al divieto di sfruttare gli animali selvatici, come fossero oggetti, negli spettacoli circensi entrato in vigore nel 2015. La struttura si occuperà anche della rieducazione dei pachidermi per prepararli al trasferimento in un centro della Thailandia.
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Il rifugio Landgoed Hoenderdaell
“Siamo, per dirla così, una croce rossa degli animali”. È così che Robert Kruijff, proprietario del più grande rifugio europeo per leoni e tigri, definisce la sua attività. “Vogliamo dare una seconda opportunità agli elefanti e ai grandi felini che sono impossibilitati a tornare nel proprio habitat naturale”, aggiunge. Il Landgoed Hoenderdaell ospita infatti quindici tigri, e ora anche due elefanti in un’area di 75 ettari collocata a nordest dei Paesi Bassi, e contemporaneamente si occupa della loro riabilitazione.
Kruijff desidera aprire le porte del suo ricovero agli elefanti che si sono ritrovati in una situazione precaria quando, il 15 settembre 2015, è entrato in vigore il divieto di utilizzare animali selvatici nei circhi dei Paesi Bassi, seguendo l’esempio di altre nazioni europee come Austria, Croazia, Cipro, Grecia, Malta e Slovenia che hanno vietato l’impiego di qualunque animale, anche domestico, negli spettacoli.
Le difficoltà che gli elefanti devono affrontare
Nel rifugio olandese gli elefanti vengono preparati al trasferimento in un’altra struttura, situata in Thailandia, dove potranno vivere in una sorta di “libertà vigilata”. Gli animali, infatti, hanno vissuto a lungo in cattività e devono adattarsi a un nuovo stile di vita. Senza contare che la maggior parte di loro sono femmine, essendo i maschi troppo aggressivi e inadatti al circo, e hanno, mediamente, intorno ai 60 anni: un’età che rende molto difficile per loro inserirsi in un nuovo branco.
Un luogo dove trovare finalmente la pace, oppure no?
Nonostante la bella notizia del ritiro degli elefanti dal circo, non tutti sono altrettanto entusiasti della nuova sistemazione. La Peta, ad esempio, la più grande organizzazione per i diritti animali al mondo, non approva questo tipo di soluzioni, preferendo invece le riserve naturali, in quanto assicura che dietro molti “santuari” per animali non ci siano altro che “allevatori, commercianti ed espositori”. Il celebre circo statunitense Ringling Bros. and Barnum & Bailey, ad esempio, ha ritirato gli elefanti dai suoi spettacoli nel 2016 per poi trasferirli in un centro di conservazione in Florida. La Peta ha denunciato e denuncia le condizioni in cui i pachidermi vengono tenuti all’interno della struttura, affermando che sono costretti in catene per la maggior parte della giornata.
L’Italia, al momento, non ha ancora approvato alcun decreto che eviti agli animali di patire le sofferenze all’interno dei circhi, ma l’opinione pubblica sta finalmente cominciando a cambiare e le persone si recano sempre meno agli spettacoli, il cui numero è diminuito dell’11% negli ultimi cinque anni.
Una vita migliore per gli animali del circo
È rassicurante il fatto che molti Paesi in tutto il mondo si stiano rendendo conto che gli animali non sono fatti per essere sfruttati, costretti ai “lavori forzati” nei circhi e che molti di loro possano finalmente tornare in libertà. In Sudamerica, ad esempio, 33 leoni sono stati ritirati dagli show e riportati in Sudafrica, dove hanno potuto vedere la loro terra d’origine per la prima volta. La speranza è che la stessa sorte possa capitare anche agli elefanti “olandesi” e a tutti gli altri animali costretti nei circhi d’Europa e del resto del mondo.
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