Startup Geeks, la società che aiuta a concretizzare le idee di business

Startup Geeks è la community di startupper più grande d’Italia, che aiuta i giovani imprenditori a creare un business in tre mesi.

Quante volte vi sarà capitato di ascoltare una conversazione, o di esserne attori voi stessi, riguardo a qualche idea che potenzialmente potrebbe essere geniale? Probabilmente tante. Ecco, quante di quelle idee sono state poi effettivamente realizzate? Probabilmente zero. Questo accade perché è estremamente complesso tradurre un’intuizione in business plan con un senso, ma anche orientarsi attraverso quelli che possono essere i bisogni reali del mercato. Ecco perché è nata Startup Geeks, la più grande community di startupper d’Italia dove ai neo imprenditori vengono forniti moltissimi strumenti, molti dei quali gratuiti, per mettere in piedi la propria idea di società. Fondata da Alessio Boceda e Giulia D’Amato, entrambi con una forte esperienza nei settori del digital e della comunicazione, Startup Geeks è un incubatore di energie che ha sostanzialmente un grande obiettivo: scollare l’Italia dal venticinquesimo posto europeo in termini di progresso digitale.

Startup Geeks è una società benefit che offre contenuti e strumenti gratuiti, ma che ha anche ideato un percorso di dodici settimane, lo Startup Builder, che permette di validare la propria idea in questo lasso temporale grazie a strumenti quali formazione, mentorship con professionisti e molta pratica. Anche Startup Geeks è tra i partner di LifeGate Way, l’ecosistema italiano che supporta e connette startup naturalmente ecosostenibili.

“Il progetto è nato mentre io e Giulia eravamo in viaggio di nozze in Bolivia” racconta Alessio Boceda, co-fondatore insieme alla moglie Giulia e nostro interlocutore per questa intervista. “Per occupare i tempi morti di viaggio avevamo scaricato molti articoli e report: una delle cose che ci colpì di più e negativamente fu l’arretratezza digitale dell’Italia rispetto agli altri paesi dell’Unione. È stato in quel momento che abbiamo preso la decisione di intraprendere un percorso per provare a migliorare questa situazione. Siamo partiti con un blog per aumentare la consapevolezza sul fare impresa e ci siamo subito scontrati con la difficoltà numero uno di qualunque startupper: capire come monetizzare la propria idea di business”.

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Giulia D’Amato e Alessio Boceda, i fondatori di Startup Geeks © Startup Geeks

Come nasce una startup di successo

Come ci siete riusciti, poi?
La soluzione l’abbiamo trovata solo quando ci siamo messi in discussione e abbiamo letto centinaia di libri e ricevuto i primi feedback da mentor e advisor.

Avete ricevuto da qualcuno lo stesso aiuto che offrite tramite Startup Geeks o avete fatto tutto da soli?
Non abbiamo ricevuto lo stesso aiuto che offriamo perché prima di noi non c’era qualcuno che offrisse questo tipo di supporto, non sarebbe però corretto dire che abbiamo fatto tutto da soli, è stato fondamentale il contributo delle persone che fin dall’inizio hanno creduto nel progetto e che ci hanno sfidato nel trovare sempre nuove soluzioni. Ci siamo ispirati molto a quello che succede all’estero, in particolare in California. Il passo successivo è stato poi mettere insieme quello che abbiamo imparato lanciando Startup Geeks e metterlo al servizio di chiunque abbia un’idea di business.

Quali sono i principali strumenti che offrite?
Prima di tutto siamo una società benefit: creiamo contenuti gratuiti per migliorare il livello generale della conoscenza riguardo alle tematiche dell’imprenditorialità. Ogni giorno sui nostri profili LinkedIn e Instagram pubblichiamo contenuti formativi, sul nostro sito curiamo invece un blog dedicato a chiunque voglia lanciare una startup. Parallelamente a questo abbiamo creato un incubatore online, lo Startup builder, che è un percorso che permette di validare la propria idea di business in dodici settimane. Con le prime nove edizioni abbiamo incubato 571 startup, supportato più di 1.100 founder e permesso loro di raccogliere 5 milioni di euro. Non solo: con il nostro servizio di digital pr, aiutiamo le startup ad aumentare l’autorevolezza e la reputazione del business, incrementando uscite editoriali su testate importanti come Il Corriere della Sera, Vanity Fair, Forbes e Il Sole 24 Ore.

Vi rivolgete solo agli startupper o anche alle aziende?
Crediamo che tutte le aziende abbiano un incredibile potenziale inespresso, rappresentato da tutte le idee dei dipendenti mai concretizzate, per questo, con il nostro dipartimento di Corporate innovation, portiamo il nostro spirito da innovatori a supporto di progetti imprenditoriali anche all’interno di grandi società. Non solo: puntiamo sui giovani e sul futuro, siamo in forte crescita e spesso apriamo nuove posizioni.

Validazione dell’idea di business, cos’è e perché è essenziale

Un aspetto cruciale della vostra offerta è il tempo che promettete di risparmiare: quali sono gli aspetti che fanno perdere più tempo quando si vuole lanciare una nuova idea di business?
C’è un fattore che è di vitale importanza quando si lancia una startup ed è la validazione dell’idea di business: si tratta del processo con cui un imprenditore può capire, spendendo poco e in breve tempo, se la sua idea ha potenziale di mercato. Questo è il processo tramite cui si testa e si convalida la coppia cliente-problema e si capisce se abbia senso lanciare la propria soluzione sul mercato, sia che si tratti di un prodotto o di un servizio. La validazione dell’idea include diversi passaggi: dai questionari e alle interviste per la raccolta di informazioni, alle landing page sul Web per testare l’interesse del pubblico prima di creare e rilasciare il prodotto finale. Per rispondere alla domanda, quindi, l’aspetto che fa perdere più tempo è saltare questo passaggio. Non validando l’idea si lavora su un progetto sul quale non si ha nessuna certezza. Il rischio è quello di investire mesi in qualcosa che molto probabilmente non interessa a nessuno.

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La validazione dell’idea di business è l’aspetto più importante per capire subito se un’idea ha potenziale o meno © Tim Gouw

Come fate a stabilire un tempo preciso, dodici settimane, come promessa per i vostri clienti?
Con le scadenze: il nostro percorso si basa sulla velocità di esecuzione, è inutile perdere mesi a lavorare su qualcosa che non ha potenziale. Seguendo il nostro metodo in tre mesi l’idea di business viene validata: lo possiamo promettere perché le scadenze che poniamo ai partecipanti (ai questionari e ai focus group tramite cui viene testato l’interesse) sono quelle. Trascorso questo lasso di tempo l’imprenditore può decidere se continuare con il suo progetto o abbandonarlo, ma con molta più consapevolezza.

Etica del lavoro

La vostra intera struttura è cento per cento da remoto e funziona al cento per cento per obiettivi. I vostri dipendenti quindi non hanno l’obbligo di recarsi in una sede fisica e di rispettare degli orari di lavoro prestabiliti. Come sta andando e quali sono le motivazioni che stanno dietro a questa scelta?
Per Startup Geeks la flessibilità è un valore fondamentale, che trasmettiamo a tutti i dipendenti: ciò significa poter lavorare da dove si vuole, questo è un grande vantaggio perché nessuno è obbligato a spostarsi se non vuole e può organizzarsi come preferisce. La motivazione dietro questa scelta deriva proprio da quello che vogliamo trasmettere come Startup Geeks e i valori che rappresentiamo: questo chiaramente non significa che ogni figura lavori da sola, organizziamo durante la giornata diversi meeting per aggiornarci sulle attività, questo rende il lavoro molto più scorrevole.

Startup Geeks
Il logo di Startup Geeks

Quanto conta il benessere psicologico per avere un business di successo?
Molto, anzi, moltissimo. Per essere imprenditori bisogna prima di tutto avere il giusto mindset. È inevitabile che, soprattutto nei primi mesi, o addirittura anni, la concentrazione sia tutta sul progetto che si vuole portare avanti. Questo si traduce nell’avere pochissimo, se non zero, tempo libero per uscire con gli amici o per portare avanti altre passioni. In alcuni momenti questo aspetto può essere molto pesante: costruire un mindest “forte” tra i collaboratori è fondamentale.

Quali sono le capacità che ricercate nei vostri collaboratori e quali sono le doti che secondo voi uno startupper deve possedere per poter affrontare un percorso in autonomia?
Tralasciamo chiaramente tutte le competenze specifiche necessarie per operare in determinati settori, come ad esempio le biotecnologie. Sono cruciali le cosiddette soft skills, ovvero: capacità di problem solving, flessibilità mentale, capacità di lavoro in team, voglia di imparare e di mettersi alla prova e la capacità di mettersi sempre in discussione.

 

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