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Con l’Accessibility Act bisogna garantire che i siti siano accessibili alle persone disabili: Accessibit offre soluzioni semplici ed efficaci.
L’accessibilità digitale è la chiave per un mondo connesso che non lascia indietro nessuno: oltre 101 milioni di europei con disabilità, insieme ad anziani e utenti con difficoltà temporanee, dipendono da siti web e app inclusivi per accedere a servizi essenziali. Nel 2025, questa non è più solo una questione di responsabilità sociale, ma un obbligo legale e un’opportunità strategica. Se si includono anche disabilità temporanee, difficoltà legate all’età, alla lingua o al contesto d’uso, il numero degli utenti potenzialmente esclusi cresce in modo esponenziale. Soluzioni come AccessiBit, parte dell’ecosistema LifeGate Way, stanno rendendo possibile un web equo, dove l’inclusione non è opzionale, ma uno standard.
Lo European accessibility act (direttiva Ue 2019/882), pubblicato il 17 aprile 2019 e recepito in Italia con il D.Lgs. 82/2022, segna una svolta per l’inclusione digitale. Dal 28 giugno 2025 tutte le imprese, escluse le microimprese, devono garantire che siti web, applicazioni mobili, e-commerce e servizi digitali immessi sul mercato rispettino standard di accessibilità uniformati a livello europeo. In Italia, le aziende con un fatturato superiore a 500 milioni di euro sono già tenute a conformarsi con rischio sanzione fino al 5 per cento del fatturato. Dal 28 giugno 2025, con l’entrata in vigore dell’European accessibility act le aziende con un fatturato oltre a 2 milioni di euro o più di 10 dipendenti devono adeguarsi, altrimenti hanno il rischio di sanzione fino a 40mila euro, sospensione della vendita e rimozione dal mercato. L’obiettivo è chiaro: eliminare le discrepanze tra Stati membri e creare un mercato digitale inclusivo, dove nessuno sia escluso per motivi di disabilità o limitazioni tecnologiche.
Le Web content accessibility guidelines (Wcag), sviluppate dal World wide web consortium (W3C), sono il riferimento globale per l’accessibilità digitale. La versione più recente, obbligatoria per la conformità europea, si basa sui principi Pour (Percepibile, operabile, comprensibile, robust) e include 50 criteri di successo, come testi alternativi per immagini, navigazione accessibile tramite tastiera, contrasto minimo per testi e supporto per tecnologie assistive come screen reader.
Le Wcag sono articolate in tre livelli: A (base), AA (intermedio, richiesto dalla normativa europea), e AAA (avanzato), con un bilanciamento tra rigore tecnico e praticabilità, tra cui miglioramenti per l’accessibilità cognitiva e la compatibilità con dispositivi mobili. Oltre a garantire conformità legale, le Wcag migliorano l’esperienza utente e l’indicizzazione nei motori di ricerca, rendendo i siti più visibili e competitivi. Tuttavia, il 96 per cento delle home page globali presenta ancora errori di accessibilità. Tra i più frequenti: immagini prive di descrizioni alternative, form non etichettati, pdf non leggibili da screen reader o video privi di sottotitoli.
AccessiBit, società italiana con sede a Terni fondata da Jacopo Pontone e Riccardo Linares, si dedica a soluzioni sostenibili e inclusive per l’accessibilità digitale. L’obiettivo dichiarato è quello di accelerare la transizione verso un web più accessibile, inclusivo e alla portata di tutti, semplificando anche gli adempimenti delle normative nazionali ed europee. L’idea di creare un’azienda verticale su queste tematiche nasce dall’esperienza dei fondatori a diretto contatto con alcune delle più grandi aziende tech al mondo: “Unendo le necessità espresse dal mercato e la conoscenza in ambito sviluppo web del team abbiamo voluto creare una realtà in cui pensiamo di poter contribuire ad avere un impatto positivo sulla quotidianità delle persone, e allo stesso tempo facendo ciò che più ci piace: inventare e sviluppare soluzioni tecnologiche innovative”, spiegano i due co-founder.
La soluzione sviluppata da AccessiBit semplifica il processo di adeguamento all’accessibilità digitale, integrando automazione e funzionalità di intelligenza artificiale per facilitare e velocizzare l’intervento umano su siti web, app e documenti digitali secondo gli standard Wcag. Il software proprietario di audit effettua una scansione del sito e genera un report dettagliato con le problematiche di accessibilità riscontrate, proponendo soluzioni chiare e dirette da applicare e con indicazione delle priorità.
Il widget, invece, permette all’utente di personalizzare autonomamente la pagina in base alle proprie necessità: genera automaticamente testi alternativi per le immagini, adatta i font per facilitarne la lettura alle persone con dislessia, attiva maschere di lettura per chi presenta deficit di attenzione, consente di gestire i colori per persone con disabilità visive e e così via. Tra i servizi offerti anche il supporto alla compilazione della dichiarazione di accessibilità AgID che gli enti pubblici e i soggetti erogatori sono tenuti a presentare per legge. In un mondo in cui il digitale è il principale punto di contatto con il pubblico, la startup italiana offre una soluzione concreta per imprese ed e-commerce che desiderano portare l’esperienza utente a un livello superiore, distinguendosi in positivo per inclusività e performance dei propri spazi digitali.
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