Stevia, la spy story della dolcezza vietata

Dopo essere stata vietata in Usa e in Europa, la stevia torna in commercio. Un dolcificante naturale estratto da una pianta sudamericana: atossico e naturale.

C’è un dolcificante naturale che viene estratto dalle foglie di Stevia rebaudiana, un pianta nativa del Sud America e oggi coltivata in mezzo mondo, dalla California alla Giamaica fino al Giappone. È della stessa famiglia della lattuga, del girasole, dell’arnica e della camomilla. Le comunità indigene di Brasile e Paraguay la chiamano “dolci foglie” e se ne tramandano l’uso probabilmente da almeno due secoli, come valido aiuto alla digestione e come alimento zuccherino.

Le sue foglie si possono mangiare direttamente, o mettere nel tè, o trattare per ottenerne una polvere o un estratto che dolcifica da 200 a 300 volte più dello zucchero bianco, con principi funzionali perfettamente atossici, addirittura benefici.

La spy story stevia dell’80 Usa

La stevia niziò a diffondersi come dolcificante negli anni ’80 in America: ma dall’86 all’89, senza alcun preavviso, gli agenti della Food and Drug Administration iniziarono a fare irruzione nei magazzini delle aziende alimentari che la usavano come ingrediente, sequestrandone tutti gli stock. Nel 1991, la FDA ha bandito la stevia dal commercio e dal consumo.

L’Europa nel 1999 si accoda mettendo al bando tutti i derivati della pianta, compresi gli edulcoranti glicosidi-steviolici. In alcuni paesi s’è continuato a usarla tranquillamente: qui in Europa, in Svizzera nelle farmacie è rimasto in vendita lo
Steviasol, in soluzione alcolica: una boccettina di vetro con contagocce, una goccia del quale basta a dolcificare una tazza di caffè americano. Non di più: ha un effetto talmente potente da poter stomacare. Non più di una goccia per ogni
tazza di caffè.

Oggi, l’autorizzazione alla stevia 

Oggi, dopo venticinque anni di oblio, di cibi light e bevande a zero calorie piene di
dolcificanti artificiali come saccarina e ciclammato, aspartame e acesulfame-k, il 14 novembre 2011 anche nei paesi dell’Unione Europea è stato ri-autorizzato l’uso della stevia. La Commissione europea ne permette l’uso come dolcificante a partire dal 2 dicembre 2011, dopo un primo parere positivo da parte
dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.

La si potrà utilizzare al posto dello zucchero ed eventualmente coltivarla. Negli Stati Uniti no, permane l’ostracismo da parte della Food and Drug Administration che ne ammette l’uso esclusivamente come integratore dietetico ma non come dolcificante, ingrediente o additivo.

I vantaggi
I pregi della stevia rispetto allo zucchero bianco e ai dolcificanti artificiali sono molteplici: è insapore, è potente, non è cancerogena né influisce negativamente sul funzionamento dei reni, non altera il livello di zuccheri nel sangue, non causa picco glicemico quindi non è fattore predisponente al diabete, è del tutto priva di calorie, non provoca carie, è del tutto naturale.

I prodotti in commercio: bibite, dolcificanti in bustina e
cioccolato

“L’approvazione dell’uso della stevia nell’Unione Europea permetterà al settore dei produttori di bevande di introdurre nuovi prodotti – commenta Aurelio Ceresoli, Presidente di Assobibe, associazione dell’industria delle bevande – con questa opzione in più nella dolcificazione è verosimile prevedere una crescita ulteriore dei prodotti a basso o ridotto contenuto calorico”. La più grande multinazionale del settore dei dolcificanti è già in fase di lancio con il suo nuovo prodotto a base di stevia, che in Francia, primo paese dove è stata introdotta, ha raggiunto una quota di mercato del 65%. La più grande azienda al mondo produttrice di bibite – che la stava già sperimentando in una nuova aranciata – ha accolto favorevolmente la decisione perché aprirà la strada per offrire più bevande “con un ottimo gusto e meno calorie”. E un produttore di cioccolato belga ha già annunciato che entro questo Natale lancerà sul mercato la nuova gamma di cioccolato a base di stevia.

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