
A una settimana dall’attacco di Hamas e dall’inizio dei bombardamenti di Israele, la situazione più critica è a Gaza.
A partire dal 7 ottobre, nella Striscia di Gaza 2.360 bambini sono morti e altri 5.364 sono rimasti feriti. I dati sono dell’Unicef.
A partire dal 7 ottobre, data in cui l’organizzazione estremista palestinese Hamas ha attaccato il suolo israeliano e Israele ha risposto con bombardamenti indiscriminati, nella Striscia di Gaza 2.360 bambini sono morti e altri 5.364 sono rimasti feriti. La media, dunque, è di più di 400 bambini morti o feriti quotidianamente, negli ultimi 18 giorni. Altri trenta bambini israeliani hanno perso la vita e altre decine sono in ostaggio nella Striscia di Gaza. I numeri, impressionanti, arrivano dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef).
“La situazione nella Striscia di Gaza è una macchia crescente sulla nostra coscienza collettiva. Il tasso di morti e feriti tra i bambini è semplicemente sconcertante”, ha dichiarato Adele Khodr, direttrice regionale dell’Unicef per il Medio oriente e il nord Africa. Anche i bambini risparmiati da questa strage sono stati comunque esposti a pesanti traumi e devono ora fare i conti con gli attacchi incessanti, con lo sfollamento dalle loro case e con una grave carenza di beni di prima necessità.
Sui 2,3 milioni di abitanti della Striscia di Gaza, infatti, circa uno su due è un bambino. Ad oggi manca il carburante e dunque manca anche l’acqua, perché gli impianti di desalinizzazione e le stazioni di pompaggio non possono funzionare: la produzione giornaliera è appena il 5 per cento di quella abituale. Gli ospedali sono allo stremo e, ancora una volta, a farne le spese sono i bambini. Sono un centinaio i neonati in terapia intensiva neonatale, alcuni dei quali in incubatrice.
Anche in Cisgiordania, sulle circa cento vittime accertate, 28 sono bambini. Altri 180 sono rimasti feriti. Anche prima del 7 ottobre, 41 bambini palestinesi e sei israeliani avevano perso la vita per le violenze degli ultimi vent’anni.
“I bambini sono bambini, non importa dove essi nascano, crescano o vivano. I bambini coinvolti nel conflitto in medio Oriente sono coloro che stanno pagando il prezzo più alto delle violenze e degli scontri. Esposti a traumi, distruzione, attacchi e carenza di beni di prima necessità, questi bambini hanno bisogno di tutto il nostro sostegno. Come Unicef chiediamo un cessate il fuoco immediato, che venga garantito un accesso in sicurezza a tutti i bambini che hanno bisogno di aiuto”, dichiara a LifeGate Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia.
Oltre all’immediato cessate il fuoco umanitario, l’Unicef chiede l’apertura di tutti i valichi di accesso a Gaza, indispensabile per far arrivare alla popolazione cibo, acqua, forniture mediche e carburante. L’appello continua con la richiesta di assistere, o lasciar uscire, i casi medici urgenti a Gaza e di risparmiare le infrastrutture civili.
“Anche le guerre hanno delle regole”, continua Khodr, riprendendo le parole pronunciate dal segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres a margine del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. “I civili devono essere protetti – soprattutto i bambini – e si deve fare tutto il possibile per risparmiarli in ogni circostanza”.
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