Sudan, l’allarme delle Nazioni Unite. 800mila persone potrebbero fuggire

Secondo le Nazioni Unite la situazione in Sudan, dopo due settimane di combattimenti, si avvicina ad una “catastrofe umanitaria e sanitaria”.

Il Sudan è sull’orlo di una catastrofe umanitaria e sanitaria. A spiegarlo, senza mezzi termini, sono state le Nazioni Unite: l’Alto commissario per i rifugiati, Filippo Grandi, ha spiegato che “più di 800mila persone potrebbero fuggire” dalla nazione africana, in preda ormai da oltre due settimane ad una sanguinosa guerra civile. “Speriamo – ha aggiunto – che non si arrivi fino a questo punto, ma la violenza non si sta arrestando e aumenta il numero di persone costrette ad andarsene”. Si parla già di oltre 73mila persone scappate.

Almeno 528 i morti e 4.600 i feriti in Sudan

Il bilancio dei combattimenti tra l’esercito guidato da Abdel Fattah al-Burhane e le milizie paramilitari delle Forze di sostegno rapido, agli ordini di Mohammed Hamdan Daglo, è sempre più pesante. L’ultimo in ordine di tempo indica la morte di 528 persone e il ferimento di altre 4.599. Si tratta di dati che, tuttavia, in molti ritengono fortemente sottovalutati.

Civili in fuga a Khartum, in Sudan
Civili in fuga a Khartum, in Sudan © Afp/Getty Images

Nel corso degli ultimi giorni a più riprese sono state annunciate delle tregue, che però sono state sistematicamente violate da entrambe le parti. Sono bastate unicamente a consentire il proseguimento dell’evacuazione di cittadini stranieri presenti in Sudan. Sono inoltre in concorso alcuni colloqui per tentare di trovare una soluzione, ma per ora al-Burhane e Daglo hanno sempre rifiutato di sedersi in prima persona ad un tavolo di negoziati.

Così, la situazione per la popolazione civile è sempre più drammatica, tra ospedali chiusi e mancanza di cibo. “Le dimensioni e la velocità degli eventi in Sudan è senza precedenti – ha dichiarato domenica 30 aprile il responsabile degli Affari umanitari delle Nazioni Unite nella regione, Martin Griffiths -. Occorre un aiuto immediato per i civili. La situazione umanitaria sta raggiungendo un punto di rottura”.

Solo il 16 per cento degli ospedali di Khartum è pienamente operativo

Per l’Organizzazione mondiale della sanità, inoltre, “il sistema sanitario deve fronteggiare numerose crisi, e farlo con delle infrastrutture estremamente fragili”. Secondo il direttore regionale dell’Oms, Ahmed al-Mandhari, “soltanto il 16 per cento degli ospedali di Khartum è pienamente operativo”. Gli altri sono stati occupati dai belligeranti, bombardanti o privi di personale sufficiente per poter funzionare.

Per lo meno, in un paese nel quale un terzo della popolazione soffre la fame, il Programma alimentare mondiale ha annunciato la ripresa delle attività, che erano state sospese dopo la morte di tre suoi membri.

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